Ha nuotato per ore nelle gelide acque del Mar del Giappone attraversando il confine tra le due Coree e poi camminato a lungo prima di essere rintracciato. L’ultimo caso di diserzione dalla Corea del Nord è destinato a far discutere. Pur essendo stato ripreso più volte dalle telecamere di sorveglianza tanto da far scattare persino l’allarme, l’uomo, un ventenne nordcoreano, si è mosso indisturbato per ore prima di essere fermato dai militari. Come tutto questo sia potuto accadere non è riuscito a spiegarlo neanche il ministro della Difesa di Seul, Suh Wook, che, nel corso di un’audizione parlamentare, si è limitato ad ammettere che i sistemi di sorveglianza in quell’area sono “malfunzionanti e obsoleti”. Incredibile anche la dinamica dei fatti. Non si sa ancora da dove il ventenne sia partito ma si sa che ha nuotato per sei ore indossando muta e pinne prima di arrivare sulla costa vicino alla città di Goseong. Da lì, nascosta l’attrezzatura da sub dietro alcune rocce, ha proseguito a piedi lungo uno dei confini più militarizzati al mondo. Nonostante gli avvistamenti e gli allarmi, è stato localizzato mentre dormiva, tre ore dopo l’ultimo avvistamento. Si stima che circa 30.000 nordcoreani siano fuggiti dal loro paese per trasferirsi nel sud dalla fine della Guerra di Corea (1950-1953). L’anno scorso le diserzioni sono state 229, a causa delle rigide chiusure dei confini ordinate da Pyongyang per combattere il coronavirus. La stragrande maggioranza ha disertato attraversando il confine con la Cina. Rarissimi i casi di fuga via mare.