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Diffidata la Regione Lazio sul concorso di dirigente delle professioni sanitarie

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Dal sito della Uil Fpl di Roma e Lazio (*)

Diffidata la Regione Lazio sul concorso di dirigente delle professioni sanitarie

Di seguito la nota di diffida inviata dalla UIL FPL e CISL FP al Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito del SSR On.le Nicola Zingaretti e Subcommissario ad acta per il piano di rientro dal debito del SSR  Dott. Renato Botti e Regione Lazio:

“Egregio Commissario, Egregio Subcommissario, per il reclutamento di 19 dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche da destinare ad altrettante aziende sanitarie della regione Lazio le SS.LL., con il provvedimento in oggetto, hanno deciso di procedere attraverso l’istituto della mobilità individuale regionale ed interregionale tra aziende ed enti del Servizio Sanitario.

Con la presente Vi esprimiamo la contrarietà delle scriventi Organizzazioni Sindacali che rappresentiamo in ordine ai seguenti motivi.

In primo luogo l’argomento in oggetto è stato escluso da ogni forma di partecipazione sindacale e confronto che si sarebbe dovuto effettuare prima di assumere un atto di così grande rilevanza nei confronti del ruolo delle professioni sanitarie e della loro valorizzazione. Fino ad oggi la Regione Lazio non applicando la Circolare “Battaglia” che emanava le disposizioni applicative della legge 251/2000, ha escluso le professioni sanitarie dal processo di riorganizzazione che, a parere delle scriventi, avrebbe potuto garantire all’interno di un diverso ” governo delle risorse”, separato dal “governo clinico”, un miglioramento anche in termini economico-finanziari del bilancio regionale, oltre che ad una migliore assistenza ai cittadini, più vicina ai bisogni degli stessi. Anche nel numero dei dirigenti da reclutare, che riteniamo dovrebbe includere le altre professioni sanitarie oltre agli infermieri, avremmo dovuto discutere ampiamente.

In secondo luogo l’obbligo in capo alle Amministrazioni di ricorrere alla mobilità prima dell’avvio di procedure di assunzione ai sensi del d. lgv 165/2001 (artt. 30 e 34 bis del T. U. per il pubblico impiego contenente le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), è circoscritto ai soli casi di mobilità collettiva ai sensi degli articoli 33 e 34 del T. U. e alla mobilità volontaria individuale disciplinata dall’art. 30 del T. Pag. 2 a 2 U. che, al comma 2 bis, la circoscrive in via prioritaria rispetto alle procedure concorsuali, esclusivamente “all’immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni in cui prestano servizio”. Tali conclusioni sono confermate in maniera inequivocabile, oltre che dal testo di legge, anche dalla recente circolare n. 5/2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica (in ordine all’applicazione dell’art. 33 e 34 del T. U. – mobilità collettiva) e dalla circolare n. 4/2008 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica (paragrafo 2 – in ordine all’applicazione dell’art. 30 c. 2 bis del T. U. – mobilità individuale del personale in posizione di comando o di fuori ruolo).

In terzo luogo anche l’interesse pubblico per la regione Lazio di applicare in via estensiva, rispetto all’interpretazione autentica resa dal Dipartimento della Funzione Pubblica con la circolare n. 4, l’art. 30 c. 2 bis in materia di mobilità individuale, estendendola a quella interregionale, al fine di ridurre il costo del servizio sanitario regionale risulta chiaramente falsamente motivato, atteso che produrrebbe oggettivamente un aumento di costi per il SSR esattamente equivalente ad una assunzione mediante concorso, tanto è vero che l’art. 75 della Legge regionale n. 14 del 11 agosto 2008 non prevede tale modalità tra quelle in grado di far conseguire alla regione obiettivi di risparmio e di spesa. Inoltre la mobilità interregionale produrrebbe una possibilità per le altre regioni, che dovrebbe invece essere sfruttata dal Lazio, di ricorrere alla indizione di nuovi concorsi pubblici, non trattandosi, per i dirigenti in questione, di personale “in disponibilità” perché non in esubero.

Per queste ragioni chiediamo un immediato annullamento del provvedimento e l’aggiornamento della questione ad un urgente tavolo di contrattazione.

Nel caso in cui non si riceva riscontro positivo entro 15 gg. dal ricevimento della presente si procederà ad adire le vie legali per chiedere l’annullamento dell’atto amministrativo”.

Fonte: http://www.uilfplromalazio.it/altrenotizie_Diffidata_la_Regione_Lazio_sul_concorso_di_dirigente_delle_professioni_sanitarie.html

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