ontinua ad aggravarsi di ora in ora il bilancio delle vittime delle alluvioni in Kerala, nel Sud dell’India. Gli ultimi dati forniti dalle autorità parlano di 370 morti e circa 800mila sfollati a causa delle piogge monsoniche cominciate alla fine di maggio. Le vittime dall’8 agosto ad oggi sono almeno 220. In tutta l’area proseguono senza sosta le ricerche dei soccorritori nel tentativo di mettere in salvo i sopravvissuti agli allagamenti, molti dei quali si sono rifugiati sui tetti della case. Migliaia di persone restano intrappolate, spesso senza cibo e acqua, in città e villaggi che sono stati isolati dalle alluvioni, e per i prossimi giorni sono previste altre precipitazioni. Le piogge incessanti e i forti venti hanno provocato frane e smottamenti e hanno distrutto 134 ponti, lasciando completamente isolate diverse comunità. Gran parte degli sfollati ha trovato rifugio nelle 4mila strutture di accoglienza allestite dalle autorità. Ieri il premier indiano, Narendra Modi, ha sorvolato le aree più colpite e ha promesso un ulteriore aiuto alle famiglie per 70 milioni di euro. “Il Paese è vicino al Kerala in queste ore difficili”, ha twittato Modi. Il servizio meteorologico ha avvertito che le piogge continueranno con la stessa intensità per i prossimi due giorni. In alcuni villaggi, il livello dell’acqua ha raggiunto i 3 metri di altezza, sommergendo veicoli e bestiame e devastando le case.