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È Nuvola Rossa sul mondo.

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Quella grande nuvola nera sta arrivando, e mi sento come se stessi bussando alle porte del paradiso. Pecco Bagnaia è entrato nel paradiso, o se vogliamo sarebbe più appropriato dire nell’Olimpo della Moto GP, in un ristretto club di persone che si possono fregiare del titolo di campione del mondo della classe regina. La nuvola è arrivata ma non è nera, come canta Bob Dylan, bensì la nuvola che scende sul mondiale e che apre le porte dell’Olimpo a Bagnaia è una nuvola rossa, il colore della Ducati Lenovo guidata dal nuovo campione.

Da non credere che proprio lui abbia vinto il titolo, non tanto per quanto accaduto nella gara di Valencia, ma per la distanza in termini di punti che aveva a metà della stagione. Era un’annata buttata, per tanti errori, e un mondiale consegnato al francese Fabio Quartararo. La stagione iniziava nel peggiore dei modi, strike in Qatar con Martin, e disastro sotto la pioggia in Indonesia, il tutto mentre Bastianini sembrava il pilota italiano su cui puntare quest’anno poiché con la Ducati team Gresini aveva già vinto in Qatar e ad Austin. La famosa nuvola rossa inizia ad addensarsi timidamente a Jerez, dove in un pista favorevole alla Yamaha arriva la prima vittoria di Bagnaia davanti al rivale sulla M1. Apparentemente è ancora un fuoco di paglia perché nella lotta con Bastianini in Francia finisce per chiudere la gara a terra, lasciando 20 o 25 punti per strada e soprattuto dando via alla fuga di Quartararo. Il Mugello avrebbe dovuto dare la svolta: nella stagione precedente Pecco collezionò uno zero e doveva riscattare quella prestazione, ci riesce vincendo davanti ai suoi tifosi, ma neanche il tempo di iniziare a sperare nella lotta per il titolo che arrivano la Catalogna e il Sachsenring: a Barcellona viene tagliato fuori gara da una carambola la via innescata da Rins, mentre in Germania cade da solo, e in entrambi i casi Quartararo tagliava il traguardo al primo posto guadagnando 50 punti in due gare e portando il suo vantaggio a +91. Per lui i discorsi sembravano chiusi; nessuno aveva recuperato 91 punti di svantaggio nella storia della Moto GP, però prima della pausa estiva arriva la tappa di Assen e la vittoria Ducati contemporanea alla caduta del Diablo fa spuntare un raggio di sole nel box.

Riposo estivo, staccare il cervello per riprendere dopo oltre un mese di pausa. Sono proprio queste le gare in cui Bagnaia ha costruito il suo successo: vittoria a Silverstone, Spielberg, Misano per un poker che ufficializza l’inizio della rimonta. Ad Aragon la caduta che coinvolge il francese è paurosa, dopo poche curve vanno a terra in tre, fortunatamente sono tutti illesi, ma intanto ad approfittarne è proprio il 63 del team Lenovo, il distacco scenda a 10 punti. In Giappone ancora una caduta per l’italiano, poco dolorosa perché anche per il suo rivale non è una gara semplice e il distacco torna ad essere di 18 punti. Si torna poi nel sud est asiatico, in Thailandia. Con situazioni simili in Indonesia fu un disastro, pioggia fitta e battente, un diluvio che questa volta porta all’errore Quartararo. La pioggia tanto odiata all’inizio della stagione cade adesso su un emozionato ed emozionante ragazzo che si ritrova a 2 punti dal leader del mondiale. L’Australia è il GP del sorpasso, ancora una volta cade il francese. La penultima gara, disputata nel giorno dell’anniversario della morte di Marco Simoncelli, significa anche il primo match point per il titolo mondiale. Non viene sfruttato. Anzi viene annullato poiché Francesco ha vinto anche il GP della Malesia, ma Fabio è rimasto li vicino e ha chiuso sul podio.

A Valencia basta un 14esimo posto e una non vittoria di Quartararo, un brivido corre sulla schiena di ognuno di noi quando la Yamaha e la Ducati si toccano e proprio dalla moto di Pecco vola via un’aletta che va a modificarne l’aerodinamica. A quel punto gara in difesa e di attesa. Nel box ci sono tutti; la sorella Carola, la fidanzata Domizia, nel paddock si vedono anche Fernando Alonso e soprattuto Valentino Rossi che proprio lui creando l’accademia VR46 ha permesso nel 2018 a Bagnaia di vincere il titolo in Moto 2. Non potevano essere presenti interamente a Valencia, ma con il cuore gli abitanti di Chivasso erano tutti vicino al loro concittadino più celere, tutti davanti al maxi schermo allestito per seguire la gara in diretta come fosse una finale dei mondiali. Rins vince la gara, all’ultima presenza della Suzuki nel Motomondiale. Questo risultato permette a Pecco Bagnaia di conquistare il suo primo mondiale MotoGP. Nel 2007 Casey Stoner vinceva l’ultimo titolo Ducati, nel 2009 Valentino l’ultimo titolo italiano mentre l’ultimo di un italiano su una moto italiana risale al 1972, 50 anni fa, quando Giacomo Agostini trionfò sulla MV Agusta.G

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