IQ. 14/07/2013 -Dopo l’ennesima figuraccia che ha coinvolto il nostro paese sul piano internazionale in merito alla vicenda di Alma Shalabayeva (noto oppositore dell’attuale regime instauratosi in Kazakistan) rimpatriata senza che il nostro Governo ne sapesse qualcosa, si cerca di porre rimedio a questa triste vicenda.
Fonti della Farnesina dichiarano la loro attivazione una volta appreso del provvedimento di rimpatrio forzato in Kazakistan disposto nei suoi confronti e di cui non era stata messa a conoscenza.
In particolare, le fonti sottolineano che il console italiano in Kazakistan si è recato nella casa di Alma Shalabayeva, dove è attualmente agli arresti domiciliari, per raccogliere la sua firma in calce al ricorso contro il provvedimento di espulsione dell’Italia (provvedimento ora revocato dal governo italiano).
Inoltre, “abbiamo preso contatti con le autorità kazake sollecitandole a rispettare tutte le prerogative e i diritti della signora”, aggiungono le fonti.
“Le autorità kazake ci hanno dato in proposito il loro impegno anche in forma scritta”. “Caro Mr Letta, grazie per questa decisione coraggiosa, ma adesso temo che il regime di Nazarbayev reagirà mandando mia moglie Alma in prigione e la mia bimba Alua all’orfanotrofio”, impedendo quindi che possano tornare in Italia.
A scriverlo è lì oppositore kazako Mukhtar Ablyazov in un messaggio al premier Enrico Letta e consegnato a La Stampa. Il messaggio arriva all’indomani della decisione del governo italiano di ritirare l’espulsione.
“Fino ad oggi ho avuto paura che il governo italiano serrasse i ranghi, negando l’illegittimità di quanto avvenuto, ma non è successo” rileva Ablyazov, che si dice “molto grato al popolo italiano per aver reagito a questa orribile vicenda, per non essere stato insensibile”.
Tuttavia “temo che il Kazakistan adesso non lascerà andare Alma e Alua, non potranno lasciare il Paese”, afferma Ablyazov, che chiede aiuto all’Italia perché “Alma e Alua ora si trovano in una situazione di grave pericolo. Il piano del regime di Nazarbayev è di mandare mia moglie in prigione e mia figlia in un orfanotrofio”.