Sono passati 64 anni, (non 84 come racconta la protagonista del colossal di James Cameron) eppure i fan del calcio di più vecchia data ancora ricordano il gol di Viktor Podenelnik, che consegnò il primo titolo europeo della storia ad una nazione che oggi non c’è più, l’Unione Sovietica. Altri tempi e un altro calcio, eppure quel torneo del 1960 è il primo antenato di questo Euro2024 che stiamo vivendo. Oggi si gioca il quarto grande torneo in Germania, due mondiali, due europei, ad ora tre vincitrici diverse. Padroni di casa campioni del mondo nel 1974, Italia trionfale nel 2006 e Olanda inarrivabile nel 1988, anno in cui gli Orange di Rijkaard, Van Basten Gullit, guidati da Michels alzarono al cielo l’ultimo torneo continentale ospitato in terra teutonica. Proprio quello stesso Rinus Michels che 14 anni prima, nel 1974, perse la finale all’Olympiastadion di Monaco di Baviera (la stessa location del trionfo dell’88), teorizzò il Totaalvoetbal, il faro guida di ogni giochismo moderno, dal tiki taka al contemporaneo calcio liquido. Rivivendo l’ultima tappa del torneo continentale, quella del 2021 non può che scappare un sorriso sulla faccia di ogni italiano. In un mondo surreale, ancora impegnato a combattere una pandemia che si temeva non avesse fine, proprio il paese che più di tutti aveva sofferto la piaga del Covid ha vinto un atipico europeo itinirante, giocato in un anno dispari e per di più con gli stadi semi vuoti (Italia-Turchia si giocò con il 25% della capienza all’Olimpico di Roma). Senza nulla togliere alla squadra di Mancini, quello potrebbe definirsi un miracolo sportivo, incastrato nel periodo più buio della storia per la Nazionale Italiana, una bellissima parentesi azzurra circondata dall’umiliazione di aver mancato la qualificazione a due mondiali.
Ad Euro2020 (l’edizione mantenne il nome originario precedente allo slittamento) l’Italia era tutt’altro che favorita, anche se a pensarci bene non lo è mai stata nei suoi trionfi. “Siamo poveri di campioni” lo affermava anche Gianni Brera presentando Italia-Argentina del 1982, sappiamo come andò a finire il nostro Mundial e ci ricordiamo anche cosa accadde all’indomani di Calciopoli nel 2006 con Grosso, Del Piero e Lippi in cima al mondo. L’Europeo itinerante per noi iniziò con un successo devastante, un doppio 3-0 prima alla Turchia e poi alla Svizzera, sì gli stessi rossocrociati che alcuni giorni dopo eliminarono la Francia e poi ci restituirono con gli interessi la vendetta all’Olimpico nel corso delle qualificazioni ai mondiali in Qatar. Le magie di Chiesa con l’Austria, le geometrie tattiche ed i rigori di Jorginho e il muro di Donnarumma, tutti ricordi duri a sbiadire che ci permettono di sognare ancora, anche in questo 2024. D’altronde, gli Europei sono da sempre il torneo delle grandi sorprese: la Danimarca nel 1992, la Grecia nel 2004 e perché no anche Portogallo ed Italia nel 2016 e appunto 2021. Pensiamo poi che in questa estate gli azzurri saranno affidati a Luciano Spalletti, uno che sa come far saltare i pronostici: il suo Napoli 2023, per quanto intrigante, non rientrava certo tra le favorite per lo scudetto e anzi si trovava in piena ricostruzione dopo aver dato l’addio a Mertens, Insigne, Koulibaly, Fabian Ruiz ecc… Invece quel Napoli dominò il campionato, lasciando disperdere le avversarie alle sue spalle. Ecco perché non sarebbe sbagliato rivolgersi al maestro di Certaldo con le parole degli Stadio: “Sorprendimi”…ancora.
Euro2024, cade solo il Belgio
Da Italia-Turchia 3-0 a Germania-Scozia 5-1, gli Europei iniziano con un dominio, sia nel 2021 che in questo 2024. E’ un dominio anche quello della Spagna, 3-0 ad una Croazia che vede allontanarsi i tempi d’oro, le favorite mettono subito in chiaro il loro ruolo, ma poi le altre rallentano. Noi siamo la terza tra le “grandi” a scendere in campo, lo facciamo a Dortmund poche ore dopo i successi di Svizzera (sull’Ungheria allenata dall’italiano Marco Rossi) e delle Furie Rosse. Nello stadio di Del Piero, quello in cui il Pinturicchio bianconero dipinse la prima rete propriamente definita “alla Del Piero”, quello in cui nel 2006 chiudemmo le valige per andare a Berlino annullando la Germania stessa padrona di casa, in quello stadio il nostro Europeo inizia con uno Shock. 20 secondi e Dimarco lancia con una rimessa laterale Bajrami, gol, siamo sotto. Rimontiamo rapidamente, ma i segnali non sono positivi se paragonati con le altre, anche se il calcio insegna, vincere non è mai facile. Ed è proprio quel che sperimentano le restanti favorite: l’Olanda supera la Polonia all’ottantesimo con Weghorts (2-1), l’Ucraina la più accreditata ad essere la sorpresa del torneo soccombe con la Romania (0-3), il Portogallo si salva oltre il novantesimo con più di qualche aiuto da parte della Dea Bendata (2-1 con la Repubblica Ceca). Anche i vicecampioni, la Regina senza corona (non hanno mai vinto un europeo) Inghilterra lascia brillare in solitaria la stella di Bellingham, ma per il resto la prestazione contro la Serbia è opaca. E la Francia trema, decisamente più del dovuto; vince sì, di misura con l’Austria con Mbappè che lascia il campo con una maschera di sangue e senza il gol che ancora gli manca nel torneo continentale. E poi perdono i Diavoli rossi, i primi a cadere per uno sgambetto della Slovacchia. Si qualificano le prime due di ogni gruppo più le 4 migliori terze, hanno tempo per rimontare. L’Italia studia e prepara la partita con la Spagna sfoggiando la Coppa stilizzata sulla patch applicata alle magliette dei Campioni d’Europa, ora possiamo chiedere solo una cosa ai nostri azzurri: Difendiamola.