Si è presentato in caserma verso le dieci di sera, 24 ore dopo aver sparato dieci colpi di pistola per uccidere il senegalese Assan Diallo sabato sera, freddato in via delle Querce. Si è costituito e ha confessato tutto: Fabrizio Butà, 47 anni, di origini calabresi ma a Milano da sempre.
È stato lui a puntare la calibro 9 al petto e alla testa del senegalese. Poi ha nascosto la pistola nella cantina della compagna 36enne, con cui conviveva a casa della madre, sempre al quartiere Lavagna dove è avvenuto l’omicidio. “Assan infastidiva la mia fidanzata, le chiedeva continuamente soldi, anche pochi euro”. Un atteggiamento insopportabile e “irrispettoso” per Butà che ha chiamato Diallo sabato sera per dirgli di smetterla. Ne è nata una lite al telefono, conclusa dal senegalese con un invito a venire “qui e la sistemiamo faccia a faccia la questione”. Butà ha dato appuntamento al 54enne e l’ha colpito con dieci proiettili. A tutta la scena ha assistito la compagna. Butà si era già trovato nei guai nel 1998, quando ha ammazzato a Milano Domenico Baratta con un colpo di fucile a canne mozze. Per quell’omicidio era uscito dal carcere nel 2013, ma il 47enne era già stato in galera per rapina e armi.