Promette un “piano concreto” per “correre”, il premier Giuseppe Conte. E prova a sminare gli stati generali, dopo gli attriti nella maggioranza: nega di volersi creare un partito, parla di “condivisione”, invita Vittorio Colao ma derubrica a “buono” il suo lavoro e dice che le critiche “ci stanno”. Ma la kermesse parte azzoppata: si inizia sabato e non venerdì perché Silvio Berlusconi non riesce a convincere Matteo Salvini e Giorgia Meloni a partecipare, l’opposizione reputa la sede “non istituzionale” e respinge l’invito. “Si convinceranno che Villa Pamphili è una sede istituzionale”, ribatte il premier, persuaso che il forfait sia per l’opposizione difficilmente sostenibile. Ma il dossier ripartenza è assai complesso da dipanare. E da Pd e M5s già parte il pressing per un nuovo decreto in deficit, entro gli inizi di luglio, da almeno 10 miliardi per dare sostegno a settori come scuola, comuni, pmi. “Dobbiamo essere pronti a intervenire”, ammette il premier. Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri spiega che bisognerà aumentare le risorse al fondo di garanzia sui prestiti e promette cassa integrazione “finchè serve: venerdì ci aspettiamo che gli arretrati vengano pagati”. In maggioranza già si discute del possibile nuovo scostamento di bilancio per fare un nuovo decreto in deficit.