Come riportato da ANSA e altre agenzie nella giornata del 24 Luglio è stato segnalato a Jesi, in provincia di Ancona, un secondo caso di febbre dengue, dopo quello registrato il 6 Luglio, coinvolgente un uomo rientrato da un viaggio in Thailandia.
Il Comune ha disposto la disinfestazione serale per tre sere consecutive nel quartiere San Giuseppe, informando la popolazione di alcune importanti raccomandazioni, come evitare di transitare nella zona nel periodo del trattamento, oppure di tenere chiuse porte e finestre.
Un altro caso, sempre nella giornata del 24 Luglio, è stato segnalato a Torino.
Perchè tutta questa attenzione di fronte a pochi casi segnalati di una patologia?
In realtà me lo sto chiedendo anche io, visto che non si tratta nulla di eccezione né di pericolo per la salute pubblica. Vero è che vanno fatte due considerazioni: innanzitutto, la febbre dengue è una malattia infettiva tropicale e questo fa pensare alla contagiosità e quindi alla possibilità di trasmissione nella popolazione;; inoltre trattandosi di una malattia tropicale non dovrebbe normalmente trovarsi nel nostro territorio, quindi ciò che è esotico e sconosciuto spaventa.
Basta una rapida ricerca online, recando sul sito dell’istituto Superiore di Sanità per trovare il seguente dato:
Dal 1 gennaio al 30 giugno 2023 risultano 47 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, con un’età mediana di 35 anni, 57% di sesso maschile e nessun decesso
Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022 risultano 117 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, con un’età mediana di 39 anni, 56% di sesso maschile e nessun decesso)
Questo ci mostra come l’evidenza di due casi di tale patologia in provincia di Ancona e uno a Torino non configurino di per sé un’emergenza sanitaria né si tratti di casi eccezionali. Ciò ovviamente non deve far pensare che le segnalazioni e i casi accertati siano valutati con leggerezza: sia a Jesi che a Torino si sono attivate tutte le misure di disinfestazione del caso e l’invio alla popolazione di tutte le raccomandazioni necessarie per ridurre la possibilità di espansione del contagio.
Spieghiamo adesso di cosa si tratta.
Come accennato prima, la febbre dengue è una malattia infettiva tropicale, causata dal Dengue Virus, un virus a RNA della famiglia dei Flaviviridae, trasmessa dalle zanzare.
SI tratta di una patologia endemica in un centinaio di paesi, localizzati nella fascia equatoriale di Africa e Centro – SudAmerica, Subcontinente Indiano, Sudest Asiatico. Presenta un tasso di mortalità che varia dal 1 al 5% nei casi non trattati, ma di meno del 1% nei casi sottoposti ad adeguato trattamento medico.
Esistono 5 diversi sierotipi del virus (varianti del virus), denominate DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4, DENV-5; l’infezione con uno di essi porta immunità a vita per il sierotipo in questione, ma solo temporanea per gli quattro.
La trasmissione avviene mediante la puntura da parte di zanzare del genere Aedes, che vivono sotto i 1000 metri di altitudine, tra il 35° parallelo nord e il 35° parallelo sud; la trasmissione intrumana è possibile principalmente mediante trasfusioni di emocomponenti o attraverso il trapianto di organi.
Nella maggior parte dei casi (80%) i soggetti colpiti sono asintomatici o paucisintomatici, presentando solo episodi di febbre non colplicata; il 5% mostra una forma grave di malattia, che risulta mortale solo in meno dell’1% dei casi.
Il periodo di incubazione puà durare fino a 14 giorni, ma di solito è compreso tra 4 e 7 giorni: per tale motivo è possibile escludere la malattia se insorgono sintomi oltre le due settimane dal ritorno di un soggetto da una zona endomica.
La forme sintomatiche sono caratterizzate da febbre elevata, associate a cefalea e dolori muscolari; più della metà dei pazienti sviluppa un esantema simile a quello del morbillo; negli ultimi giorni possibile la comparsa di petecchie e di fenomeni emorragici che coinvolgono prevalentemente naso e bocca. I casi infausti sono dovuti ad importante perdita di liquidi, ad emorragie copiose, spesso insorti in pazienti deboli, bambini o anziani, o con importanti comorbilità.
Trattandosi di una patologia virale non necessità di terapia antibiotica; il trattamento è prevalentemente di supporto e prevede l’infusione di liquidi per prevenire la disidratazione e l’utilizzo di antinfiammatori per i dolori, come in una sindrome influenzale. Le trasfusioni sono necessarie nei casi gravi ed instabili, dove la perdita ematica risulta importante.
Sono in atto strategie di prevenzione nelle aree endemiche, il cui scopo è contenere l’insorgere della dengue mediante la riduzione del numero delle zanzare andando a interferire con il suo habitat; dal 2016 è disponibile un vaccino approvato dalle agenzie per il farmaco europea e americana.