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Fitto vicepresidente, ma all’Eurocamera sarà battaglia.

Arrivano Coesione e Riforme. Meloni esulta, i filo-Ue protestano.

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Vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme.

Per definire il ruolo che Raffaele Fitto avrà nella nuova Commissione occorre partire innanzitutto dal titolo e dal grado. Ed entrambi mostrano che nella partita tra Ursula von der Leyen e i gruppi filo-Ue del centrosinistra, ha vinto la prima.

La presidente della Commissione, con la ferma sponda del Ppe, ha portato l’Italia e i conservatori a bordo. E ha cercato di placare le ire di socialisti e liberali dando loro dossier maggiormente incisivi. Il macroniano Stéphane Séjourné sarà il riferimento per le Politiche industriali e gli Affari economici. La spagnola Teresa Ribera, oltre alla Concorrenza, sarà il terminale dei dossier climatici ed energetici. Giochi chiusi? No. Perché alle audizioni all’Eurocamera sarà battaglia tra i gruppi. E Fitto finirà nel mirino. La vittoria di von der Leyen sull’assegnazione di un ruolo apicale a Fitto, a Roma, viene interpretata soprattutto come la vittoria dell’Italia. “Nella Commissione Ue vale il peso della nazioni e l’Italia è una nazione che conta”, ha esultato la premier Giorgia Meloni sottolineando come le ambizioni dell’Italia siano state pienamente ripagate.

“La materia è economica e il ruolo di vicepresidente è influente”, ha ricordato il capo del governo. Certo, nel delicato puzzle della divisioni di poteri ognuno prova a tirare l’acqua al suo mulino. Ma, stando ad un documento circolato informalmente nei palazzi brussellesi, sono tre i commissari – e i dossier – che faranno capo a Fitto: il greco Apostolos Tzitzikostas, titolare di Trasporti e Turismo; il cipriota Costas Kadis, che ha la delega alla Pesca e agli Oceani; e il lussemburghese Christophe Hansen, titolare dell’Agricoltura. Fitto co-gestirà inoltre con l’alto rappresentante Kaja Kallas il dossier Allargamento, affidato alla slovena – ancora non formalizzata – Marta Kos. L’ormai ex ministro italiano potrà contare sul supporto di un’intera direzione generale, la Dg Regio, e gestirà il Recovery in coabitazione con Dombrovskis, focalizzandosi innanzitutto sulla parte dell’attuazione. La Coesione, hanno sottolineato fonti di governo, vale nel complesso 378 miliardi per il ciclo 2021-2027, dei quali 43 sono per l’Italia.

“La nomina di Fitto conferma la credibilità e il ruolo dell’Italia”, ha rimarcato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Fitto porterà avanti gli interessi italiani in Ue”, gli ha fatto eco a modo suo l’altro vice premier, Matteo Salvini. Eppure, proprio le parole del leader della Lega, per il commissario in pectore, potrebbero rappresentare una trappola. Nella lettera di missione inviata a tutti i commissari designati von der Leyen ha messo nero su bianco come debbano essere indipendenti e perseguire l’impegno europeo. Su questo punto, alle audizioni previste nelle commissioni parlamentari – a metà ottobre o al massimo a inizio novembre – a Fitto non verranno fatti sconti. Anche perché la presentazione della squadra da parte di von der Leyen non ha chiuso totalmente le trattative. “Il ruolo di Fitto è un problema ma saremo responsabili”, ha avvertito la capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Perez. La concessione a S&D di due vicepresidenze esecutive, a Teresa Ribera e alla romena Roxana Minzatu, ha addolcito la posizione dei socialisti, che però torneranno ad alzare la posta. “Deploriamo la scelta di Fitto”, hanno incalzato pure i liberali, avvertendo che lo interrogheranno su dossier caldissimi come “balneari, fisco e ritardi nella transizione verde”.

“Fitto non avrà vita facile”, è stato il grido di battaglia dei verdi. Gli eurodeputati del M5s hanno già anticipato il loro no. Bocciare l’italiano, tuttavia, sarà difficilissimo e innescherebbe la reazione del Ppe e il rischio di un clamoroso stallo. Certo, ogni commissario necessita del sì dei 2/3 dei coordinatori in una commissione del Pe. E forse non a caso Meloni ha osservato che “il Pse non avrà una posizione diversa dal Pd”. Ovvero della delegazione che, su Fitto, è stata più morbida nel gruppo. Ma, allo stesso tempo, anche ad Ecr toccherà votare i commissari liberali e socialisti. E non è detto che tutti, a cominciare dai polacchi, siano d’accordo.

Fonte: ansa.it

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