«Nonostante la gravità delle condotte contestate e delle conseguenze che ne sono derivate, i fermati non hanno avuto un atteggiamento resipiscente», non si sono presentati subito ai magistrati per assumersi «le proprie responsabilità». Non essersi ravveduti è ancor più grave per Luigi Nerini e per Enrico Perocchio che domenica mattina sono accorsi sul luogo del disastro della funivia del Mottarone e con i propri occhi «hanno potuto vedere i corpi delle vittime straziati, giacenti a terra, sbalzati fuori dalla cabina o incastrati dento la stessa», scrivono i pm di Verbania chiedendo al gip che il titolare della Ferrovie del Mottarone, il direttore d’esercizio e il capo servizio Gabriele Tadini, fermati mercoledì, continuino a stare in carcere per le loro responsabilità.