La notte post elettorale ha rafforzato la differenza tra socialdemocratici e l’Unione. L’Spd guidato da Scholz si è attestato sul 25, 7% mentre il Cdu/ Csu ha totalizzato il 24, 1% . La differenza non è macroscopica ma particolarmente significativa se si pensa che i conservatori perdono circa 9 punti rispetto alle precedenti elezioni politiche arrivando al loro minimo storico mentre i socialdemocratici ne guadagnano 5 rispetto al 2017. I risultati sono tuttavia un vero terremoto politico in considerazione della tradizionale fisionomica politica della Repubblica Federale. Dal 1949 in poi socialdemocratici e democristiani sono stati due solidi partiti e hanno governato con cancellieri espressioni di forze popolari largamente votate. Il ridimensionamento dei partiti storici va a tutto vantaggio dei liberali ( 11,5%) e dei verdi ( 14,8%), schieramenti che probabilmente si riveleranno strategici per formare la nuova coalizione governativa. Sono fuori dai giochi i partiti radicali di destra Afd e di sinistra Linke rispettivamente con il 10,3 e il 4,9% . Particolarmente negativo il risultato della sinistra Linke che comunque resterà nel Bundestag grazie ai tre collegi vinti, in grado di farle recuperare la quota proporzionale di seggi. Olaf Scholz, leader socialdemocratico e attuale ministro delle finanze, si è impegnato a dar vita ad una coalizione con i verdi e i liberali. Le trattative saranno sicuramente lunghe ma i mercati non sembrano avere particolare fretta. Il Cdu/ Csu spera nel fallimento delle trattative tra i tre partiti per creare una nuova coalizione con verdi e liberali senza Spd.
Germania: spetterà ai socialdemocratici il tentativo di formare il nuovo governo.
Germania: si cerca di formare un governo entro dicembre. Il Spd primo partito con il 25,7% mentre il Cdu/ Csu ottiene il 24, 1% perdendo quasi 9 punti rispetto alle ultime elezioni del 2017.