IQ. 17/07/2013 – Oggi, 17 luglio, si celebra la “Giornata della Giustizia Penale Internazionale”, a ricordo di un momento fondamentale per la promozione della legalità, la tutela dei diritti umani e la punizione di crimini che minano la pacifica convivenza tra i popoli.
Il 17 luglio 1998 fu adottato lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale: un evento che molti hanno paragonato, per importanza storica, all’approvazione della Carta delle Nazioni Unite.
Somalia, Ruanda, Bosnia, e oggi anche Siria: l’intolleranza e la violenza nel mondo non accennano a diminuire. Nessun Paese può dirsene immune. Con l’istituzione della Corte, la comunità internazionale ha però voluto rifiutare ogni forma di indifferenza nei confronti di atrocità come il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità e ogni forma di impunità dei loro responsabili.
Non ci può essere pace senza riconoscimento delle gravi colpe e condanna dei criminali: in una parola, senza giustizia per le vittime. Se non si vuole che causino infezioni destabilizzanti, leferite del passato devono essere curate. La consapevolezza e la punibilità delle atrocità commesse costituiscono il presupposto per il loro definitivo superamento. Per questo, la Corte Penale Internazionale è strumento di pace e di diplomazia preventiva. In molti casi il perseguimento della verità non ha solo reso giustizia alle vittime, ma ha anche generato una sorta di catarsi collettiva. Il ruolo deterrente della Corte serve quindi all’umanità per evitare il reiterarsi di simili brutalità, contribuendo a radicare il principio di legalità e a far affermare il principio della responsabilità di proteggere sulla cultura dell’impunità.
La Corte ha negli anni aumentato la propria autorità e credibilità. Il numero dei Paesi che ne hanno ratificato lo Statuto sono ora 122. La Conferenza di revisione dello Statuto di Roma, tenutasi a Kampala nel 2010, ha poi portato all’adozione di alcuni importanti emendamenti relativi ai crimini di guerra e al crimine di aggressione, suscettibili di ampliare l’ambito di applicazione dello Statuto. Sta a noi tutti gli Stati Parte continuare con convinzione ad assicurare il necessario sostegno politico e finanziario alla Corte. Perché senza la collaborazione “attiva” degli Stati, senza un impegno comune e la determinazione nel voler far funzionare la Corte, la conquista del primo segmento di giurisdizione penale internazionale si troverebbe svuotata di qualsiasi contenuto.
L’Italia ha promosso l’istituzione della Corte, ha immediatamente adottato la legge di ratifica dello Statuto di Roma, ma ha impiegato un decennio prima di adeguare l’ordinamento interno allo Statuto e mettersi in condizione di cooperare pienamente con la Corte. In tema di diritti umani non bisogna mai abbassare la guardia. Vorrei quindi cogliere l’occasione di questa ricorrenza per non farne solo una celebrazione, ma per rinnovare il sostegno delle istituzioni e della società italiane alla giustizia penale internazionale.