Home GoalSet&Match Giro dimezzato, Thomas-Roglic la nuova frontiera per il rosa.

Giro dimezzato, Thomas-Roglic la nuova frontiera per il rosa.

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La più nobile delle gare ciclistiche del Belpaese, la storia d’Italia e la storia dello sport, e proprio come il nobile Visconte narrato da Italo Calvino, il Giro 2023 è dimezzato. Con ogni accezione, dalla (non) startlist, alla tappa Principe, considerando che quella Regina sarà la Tre Cime di Lavaredo. Salta l’ascesa al Gran San Bernardo cima Coppi, ne seguono polemiche, ma The show must go on: tappa sprint di 75 km. Eravamo rimasti alla prima esperienza in montagna, a Campo Imperatore, con il gruppo congelato dalla paura arrivato in parata apparente di comune accordo. La confidenza con il freddo i corridori, sull’Appennino l’hanno raggiunta in maniera abbastanza traumatica nella discesa-freezer verso Viareggio. Forse un’esperienza che ha condizionato l’intero gruppo, arrivato a chiedere la cancellazione del Corix de Coeur nella stessa tredicesima tappa che aveva già perso la Cima Coppi. Una tappa Principe con una sola salita tuttavia non può essere definita tale ed è a quel punto che si è giunti ad un compromesso e quindi a scongiurare uno sciopero dei corridori, anche se alla fine è arrivata- sotto al sole- la fuga staccando il gruppo rosa.

Thibaut Pinot, protagonista sconfitto della tappa

Tredicesima tappa: Thibaut Pinot contro Cepeda, Vince Rubio

Crans Montana, dove vinsero, tra gli altri, Alberto Tomba – la cinquantesima e ultima vittoria in Coppa del Mondo- Sofia Goggia e Federica Brignone diventa la sede di arrivo della tappa Principe del Giro d’Italia che sconfina in Svizzera. Da Sofia Goggia ad Einer Rubio vincitore in fuga contro i pronostici: sul Croix de Coeur, primo GPM di giornata, il primo a tagliare la linea del semi traguardo è stato Thibaut Pinot che si era subito guadagnato per i successivi 50 km il titolo ingombrante di favorito di giornata. Era quindicesimo in classifica generale, si ritrova decimo al termine della giornata, ma il successo non arriva e lui rimane l’eterno secondo. A circa 12 km dal traguardo inizia la salita e, come i quattro partecipanti al torneo Tremaghi di Harry Potter all’interno del labirinto rischiano di “smarrire se stessi”, la strada verso Crans Montana ha lo stesso effetto e inizia il litigioso duello tra Pinot e Cepeda. Come Piquet-Salazar nel 1982 ad Hockenheim, Schumacher-Senna nel 1992 in Francia e andando in tempi recentissimi Bagnaia e Vinales all’ultimo Gran Premio di Le Mans in Moto Gp i due ciclisti passano tutta la salita a parlarsi, con toni accesi ,chiaramente più che accesi, segue una serie di scatti e risposte che tolgono energie ad entrambi; il primo a smarrire se stesso è Thibaut con una serie di accelerate fini e se stesse, il secondo è l’ecuadoregno che proprio quando sembra avere la vittoria in mano lancia la volata troppo pesto e viene scavalcato dal nemico di giornata anche lui stanco, non lucido e alla fine sconfitto da Rubio, tra i due litiganti il terzo vince. Non ci sono movimenti di rilievo in classifica: neanche Caruso riesce a staccare gli altri big, è il segnale che anche il nostro azzurro è visto come una possibile minaccia, salta Haig e Carthy avvicina la top ten.

Tao Geoghegan Hart, sfortunato protagonista del Giro d’Italia

I ritiri del Giro d’Italia

Dopo Ganna non pensavamo di vedere un effetto domino che ha colpito nel profondo la non-startlist del Giro d’Italia. Roglic contro Evenepoel e contro i britannici della Ineos, in quattro tutti contro tutti, ma due di essi compagni di squadra, uno scenario da brividi per la terza settimana e lo scontro sul muro dei Cappuccini, verso Fossombrone, sarebbe stato solo un’anticipazione, il giorno del saluto di Ganna e delle viglia della Cronometro di Cesena. L’opacità di Remco che ha vinto si, ma di un solo secondo, altra storia rispetto alla Costa dei Trabocchi inaugurale, è stata poi rapidamente spiegata: Covid, “ancora tu, ma non dovevamo vederci più”. Il nemico invisibile torna a condizionare lo sport e colpisce il Giro: Evenepoel si ritira e non porterà a termine la corsa rosa, è Ineos contro lo sloveno. E invece neanche il tempo di fare i calcoli dei favoriti nel triello Roglic-Thomas-Geoghegan Hart che compare l’immagine del più giovane dei britannici a terra urlante dal dolore e caricato in ambulanza con una barella: Tao, vincitore della corsa rosa 2020, è costretto al ritiro per una caduta in discesa nella tappa verso Tortona. Sottoposto ad un intervento di oltre quattro ore per ricostruire l’anca dovrà abbandonare la bici per un lungo periodo ancora da determinare. Le defezioni non finiscono più in questo Giro d’Italia e la fredda discesa verso Viareggio ha ricordato che anche questi uomini che a noi sembrano macchine indistruttibili, sono pur sempre uomini ed è una tracheite, probabilmente causata dal freddo dei giorni scorsi, a fermare Mads Pedersen principale candidato alla maglia ciclamino e ormai dichiarato rivale di Jonathan Milan per questa classifica a punti. Chi non si può e non si deve fermare è il Giro d’Italia stesso, seppure dimezzato e ferito, come cantava l’indimenticabile Freddie Mercury: “My smile still stays on, The show must go on”.

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