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Giro d’Italia: la paura gela il sangue, vige l’immobilismo sul Gran Sasso, Ganna saluta.

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Era una delle tappe più attese e invece, come spesso accade, l’hype è stato spento dalla paura dei corridori: si perché il disegno del percorso della tappa di Campo Imperatore prometteva un grande spettacolo e si credeva che i favoriti sarebbero stati pronti a gettare la maschera e aprire la battaglia per la maglia rosa. Invece, quasi di comune accordo, hanno deciso per un risultato che va bene a tutti tranne che al pubblico. In termini calcisitici potremmo dire che c’è stato un “biscotto”, come quando due squadre per ottenere un risultato utile scelgono di “non farsi male” con il pareggio che soddisfa entrambe. Beh, dalla salita verso Campo Imperatore dove Pantani regalò una delle sue perle nel 1999 vestendosi di rosa tra due muri di neve, escono con il sorriso i non protagonisti di giornata. Festeggia Davide Bais, vincitore per la Eolo-Kometa dopo 211 km di fuga a tre, soddisfatto anche Andreas Leknessund possessore di una maglia rosa per volontà di Remco che l’ha lasciata al Lago Laceno, non pensava di conservarla anche dopo il Gran Sasso e invece eccolo li, presentarsi a Terni da leader della classifica; soddisfatti sia Evenepoel che Roglic, si sono sfidati per un momento allo sprint finale in cui è stato sconfitto Primosz, ma i distacchi restano invariati, il belga rimane avanti con la consapevolezza di poter rifilare anche più di un minuto allo sloveno nella crono di Cesena di domenica.

Remco Evenepoel

Fermati dalla paura

È il classico equilibrio dell’inizio dei grandi giri, se non fosse che si sta concludendo la prima settimana e la corno della Costa dei Trabocchi aveva già dato un segnale di superiorità di Evenepoel. Eppure i favoriti hanno approcciato la prima vera salita impegnativa del Giro d’Italia con tranquillità, fin troppa lo scenografia riportava indietro a quel 1999 di Pantani, quando il Pirata staccò Gotti e vinse, un punto rosa su una montagna bianca innevata al centro dell’Italia. È invece nell’edizione 2023 ha prevalso la paura di rompere l’equilibrio e lasciarsi staccare, la paura di perdere il Giro d’Italia sugli Appennini, ancor prima di raggiungere le tappe regine come Crans Montana e le Tre Cime di Lavaredo. Più che la carovana combattiva del Giro, il gruppo sembrava una comitiva di professionisti che intraprendevano una “walk of life”, come direbbero i Dire Straits, per respirare l’aria pulita della montagna. “Colpa del vento” si è giustificato Evenepoel, “colpa del freddo… ma sto bene” aggiunge Roglic, entrambi cercando di spiegare e cancellare la delussione del pubblico, eludendo subito però possibili ragionamenti sulla condizione fisica di entrambi che era stata messa in dubbio dopo le cadute di Remco a Salerno. Si sposta sempre un po’ più in la l’appuntamento con il primo vero scontro, che non può essere il traguardo volante di Rapolla alla terza tappa: il cerchio rosso sul calendario è adesso per la Cronometro di Cesena.

Pippo Ganna saluta il Giro

Quando si parla di prove a cronometro in Italia viene subito in mento Filippo Ganna. Peccato, perché il suo Giro è durato appena una settimana e a Cesena non ci sarà per positività al Covid riporta La Gazzetta dello Sport. Questa realtà che ci ha messo in ginocchio nel 2020 e alla quale ora stiamo cercando di fare l’abitudine anche nel mondo sportivo continua a manifestare la sua presenza, ricorderemo l’assenza di Berrettini a Wimbledon 2022, oppure la stessa rinuncia di Ciccone a questa edizione della corsa rosa. Ora anche Top Ganna ha inziaito ad accusare prima i sintomi dell’influenza e ora il tampone ha dato l’esito positivo che toglie alla Ineos una pedina fondamentale, che avrebbe fatto comodo a Geoghegan Hart e Geraint Thomas.

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