Armi con cui l’isola dovrebbe difendersi da un’eventuale invasione cinese. Armi che, proprio per questo, sono destinate a far salire ancora la tensione con la Cina. Ieri il governo americano ha notificato al Congresso, così come prevede la legge, la vendita di sistemi d’arma avanzati all’Ufficio di rappresentanza della Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan) per un valore di 1,8 miliardi di dollari. Si tratta soprattutto di sistemi d’artiglieria che dovrebbero aumentare la potenza di fuoco dell’esercito di Taiwan nel breve e medio raggio, tra cui 135 missili di difesa costiera Slam-Er (con gittata sufficiente a colpire la Cina), 11 lanciamissili mobili tattici Himars e apparecchiature per la ricognizione aerea. Il governo americano parla esplicitamente di “supportare gli sforzi (di Taiwan, ndr) per modernizzare l’esercito e mantenere una capacità difensiva credibile”. La Cina, che vuole riunificare Taiwan, in pace o in guerra, si è sempre opposta alle forniture militari americane. Oggi il ministero degli Esteri di Pechino ha detto che “avranno un significativo impatto sulle relazioni sino-americane”.