Lunedì mattina, Hong Kong si sveglia scossa da una massiccia operazione di polizia contro alcuni simboli dell’opposizione cittadina. Poco dopo le 9 gli agenti si sono presentati a casa di Jimmy Lai, magnate dell’editoria apertamente schierato con il campo democratico, e lo hanno arrestato con l’accusa di aver violato la nuova legge sulla sicurezza nazionale introdotta da Pechino. Nel frattempo, oltre un centinaio di poliziotti è entrato nella sede di Next Digital, la società di proprietà di Lai che edita il tabloid Apple Daily, molto esplicito nel supportare le proteste e criticare l’establishment pro-Pechino e la Cina. Gli agenti hanno iniziato a perquisire gli uffici dell’azienda e del quotidiano, immagini filmate dai giornalisti e trasmesse in diretta Facebook. A poco più di un mese dalla sua entrata in vigore, la legge sulla sicurezza nazionale impatta sul mondo dell’editoria di Hong Kong, finora libero, ulteriore segno della stretta del governo centrale sulla città.