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Il padre di Pincarelli: “Mio figlio in carcere perché ha aiutato gli amici”

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Stefano Pincarelli papa dei presunti criminali che hanno ucciso quel piccolo angelo, ci vuole un po’ per trovare la calma, e a quel punto è il lungo racconto di un padre disperato “La colpa è del ragazzo che ha chiamato i Bianchi, la lite era finita lì”, dice.

Camicia aperta sul petto, sulla mano il tatuaggio a cinque puntini di chi ha avuto pregressi con la legge e vuole farlo sapere: “Mario è intervenuto per difendere Belleggia. Forse aveva bevuto, ma non è certo Totò Riina”, dice.

A farlo infuriare è innanzi tutto una considerazione: “Ci sono liti tutte le sere sotto la caserma dei Carabinieri. Come mai non sono intervenuti prima?”. Quella sera, racconta, “è tornato a casa alle 4.30 e mi ha detto solo questo: dì a mamma che vado a dormire con delle mie amiche, invece è andato a costituirsi”.

È convinto che il pestaggio sia l’effetto dell’alcol. “Danno tutti la colpa ai Bianchi, ma anche loro sono bravissimi ragazzi. Purtroppo è successo perché la sera bevono, una cosa e l’altra… Mi dispiace anche per i Bianchi, sì: sono bravi ragazzi, li ho visti crescere, sono stato con loro anche qualche giorno fa non posso dire niente di malamente riguardo a loro”.

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