IQ. 16/01/2013 – Leggendo qua e là, passando dai giornali alla tv ad internet, nel tentativo di capire qualcosa dei programmi elettorali che partiti e coalizioni stanno per presentare agli elettori e che, a rigor di logica, dovrebbero essere il motore che aziona il consenso popolare, salgono, nell’ordine: lo sconforto e l’amarezza.
Ce ne fosse uno, e dico uno, che parla dei Beni Culturali e, più in generale, della Cultura!
Eppure l’Italia resta il Paese con il 64% di patrimonio artistico-culturale del mondo. Io vorrei che dalle urne venisse fuori un Parlamento capace di liberare gli scantinati dei musei dalle centinaia di opere d’arte che si stanno consegnando alla voracità delle muffe, vorrei un Parlamento che ridistribuisse in maniera saggia le risorse pubbliche e che, soprattutto, si occupasse di (ri)dare dignità piena ai musei ed alle fondazioni d’arte. Vorrei, ancora, un Parlamento che si preoccupasse dello sfacelo del più grande scavo archeologico del mondo –Pompei- del cui pessimo stato ormai dovrebbero vergognarsi pure le pietre e che, pur tuttavia, continua a sgretolarsi davanti all’incuria, all’indifferenza ed alla spaventosa ignoranza di chi sarebbe preposto ad occuparsene in maniera seria e, magari, pure risolutiva; e poi vorrei un Parlamento che desse i soldi ai teatri, alle compagnie di danza, alle compagnie teatrali, alle produzioni artistiche. Vorrei un Parlamento che si preoccupasse, e che legiferasse degnamente, dell’ingegno e della creatività, che sostenesse l’intrapresa ed il coraggio di chi vuole investire in cultura.
Vorrei un Parlamento che risollevasse le sorti delle italiche università. Vorrei un Parlamento che si occupasse del recupero architettonico e storico-culturale dei centri urbani e che, per procedere in tal senso, affidasse a persone meritevoli, capaci ed entusiaste un compito così delicato.
Vorrei un Parlamento i cui componenti andassero al cinema ed ai concerti, frequentassero le mostre ed i foyers dei teatri più che i salotti ed i circoli snob, girassero per la nostra meravigliosa Italia, che si facessero esempio, in definitiva, di una levatura morale, intellettuale e culturale da far invidia ai colleghi stranieri.
Insomma vorrei un Parlamento costituito da persone avide di Bellezza, e non di soldi o di affari ed interessi.