Nel 2016 la stima delle imprese nate è pari a 296.906, quasi 20mila in più rispetto al 2015. Prosegue l’incremento del tasso di natalità, che raggiunge il 7,7%, in accelerazione rispetto alla dinamica positiva degli ultimi cinque anni (+0,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità delle imprese, in progressiva riduzione nel biennio 2014-2015, risulta stazionario nel 2016 (8,2%) con una stima di 316.786 imprese cessate. La dinamica di questi due indicatori determina una riduzione in valore assoluto del tasso netto di turnover che risulta ancora negativo nel 2016 (-0,5%).
L’evoluzione positiva del tasso di natalità è diffusa a tutti i macro-settori. Gli Altri servizi (+0,5 punti percentuali) sono l’unico settore che negli anni ha mostrato tassi di natalità progressivamente in crescita (+1,4 punti percentuali dal 2011 al 2016). I tassi di mortalità manifestano invece dinamiche differenti: in diminuzione rispetto al 2015 nell’Industria in senso stretto e nelle Costruzioni (rispettivamente -0,3 e -0,9 punti percentuali), in crescita nel Commercio (+0,5 punti percentuali)
I settori manifatturieri a bassa tecnologia (LOT) presentano un tasso di natalità e di mortalità al di sopra della media del comparto (rispettivamente 5,4 e 6,4%); viceversa, con il 3,8% di natalità e il 3,9% di mortalità, quelli ad alta tecnologia (HT) si attestano al di sotto della media. I servizi tecnologici ad alto contenuto di conoscenza (HITS) registrano i tassi di natalità e tassi di mortalità più elevati (entrambi pari a 10,3%).
Nel 2016 la natalità delle imprese è maggiore nel Mezzogiorno (tasso di natalità pari a 8,9%), tuttavia è il Nord-Ovest a registrare l’incremento maggiore della natalità passando dal 6,6% del 2015 al 7,3% del 2016 (+0,7 punti percentuali). Tra le Regioni gli incrementi più ampi si registrano per il Piemonte, che aumenta il tasso di natalità di 0,9 punti percentuali, seguito dalla Lombardia, con +0,7 punti percentuali. Più contenuti gli aumenti dei tassi di natalità nelle altre ripartizioni: nel Nord-Est si passa dal 5,9 al 6,3%, nel Centro da 7,8 a 8% e nel Sud-Isole da 8,8 all’8,9%.
Dopo la ripresa del 2015 continua a crescere, anche nel 2016, la capacità di sopravvivenza delle nuove imprese: fra quelle nate nel 2015, alla fine del 2016 sono ancora in attività l’82,2% (2,2 punti percentuali in più rispetto al 2015). L’aumento della sopravvivenza riguarda tutti i macro-settori, ma è superiore alla media nazionale solo nell’Industria in senso stretto (88,6%). A cinque anni dalla nascita, le imprese nate nel 2011 occupano poco più di 302 mila addetti, contro i 352 mila che avevano nell’anno di nascita. Ciò determina un calo di occupazione del 14,1%. Solo nel comparto dell’Industria in senso stretto la nuova occupazione attivata dalle imprese sopravviventi al 2016 riesce a superare la perdita di addetti delle imprese in uscita (+14,7% rispetto al 2011).