A s s o e d i l i z i a
Rubrica su IL GIORNO del 27 settembre 2014
« Successioni da “Giallo”.
A proposito del ventilato restyling dell’imposta di successione, smentito proprio l’altro ieri dalvice ministro Luigi Casero, occorre comunque intendersi bene.
Tale imposta, nel nostro sistema fiscale gia’ esiste ed e’ molto gravosa incidendo, nella successione diretta tra genitori e figli ( tra imposta principale ed imposte ipotecarie e catastali e presunzione di possesso di mobili, gioielli etc. ) con un costo complessivo pari al 7,4 % del valore immobiliare.
Aliquota del 4 % per l’imposta principale ed imposte ipocatastali ( 3 %) che un tempo erano assorbite nell’imposta principale,mentre ora si cumulano con questa.
I proprietari immobiliari, inoltre, pagano gia’ annualmente un’imposta patrimoniale ordinaria ( IMU e TASI ) che vale, di per se’, un quarto delle imposte che si affrontano in caso di successione.
Quindi, ogni quattro anni gli immobili-risparmio “scontano” il costo fiscale di una successione, pari come dicevamo al 7,4 % in casi di successione diretta.
Parlare di ripristino e di introduzione dell’imposta di successione, come ha fatto qualche commentatore, e’ assai generico e si presta a seri equivoci, visto che l’imposta e’ gia’ stata ripristinata dopo anni di abolizione.
L’unico caso che conosciamo di abolizione, in via di principio, dell’imposta successoria e’ quello relativo agli immobili storico-monumentali.
Ma non pensiamo minimamente che ci si possa riferire a questo caso, sia pure nella previsione di un assoggettamento impositivo limitato agli immobili storici produttivi di reddito effettivo.
Sempre per rimanere nella fiscalita’ immobiliare, l’altro caso di esenzione, ma solo per una fascia di valore, riguarda la franchigia ordinariamente prevista per tutte le successioni: 1 milione per ogni erede discendente in linea retta.
Con la riforma del catasto in corso, che innalzera’ sensibilmente il valore degli immobili e quindi la base impositiva, l’imposta di successione, gia’ nella forma attualmente esistente, assumera’ una portata espropriativa.
Piu’ che un ulteriore aggravio, occorrerebbe una riduzione dell’impatto dell’attuale successione: ad esempio eliminando le imposte ipotecarie e quelle catastali al fine di equiparare sul piano dell’incidenza fiscale tutte le fattispecie successorie.
Viceversa un suo inasprimento sarebbe causa di un ulteriore calo di fiducia nell’investimento immobiliare: e’ per certo cio’ di cui la nostra economia non ha bisogno.»
Achille Colombo Clerici