Nel secondo trimestre 2014, il lavoro atipico (contratti a termine e collaboratori) coinvolge 2 milioni 758 mila occupati, in diminuzione di 156 mila unità (-5,4%) rispetto al secondo trimestre 2008 (periodo in cui l’occupazione in Italia ha raggiunto il suo massimo).
L’incidenza degli atipici sul totale degli occupati non ha mostrato significative variazioni: 12,3% attualmente rispetto al 12,4% nel secondo trimestre 2008.
I dipendenti permanenti a tempo pieno sono quasi 14 milioni, con un’incidenza sul totale Occupati pari al 53,4% e un calo di 1 milione 5 mila unità rispetto al secondo trimestre 2008, quando essi rappresentavano il 55,1% degli occupati.
I dipendenti a tempo indeterminato con contratto part time, con un totale di 2 milioni 576 mila unità rappresentano l’11,5% del totale; rispetto al 2008, quando rappresentavano l’8,7% degli occupati, segnano un aumento di 518 mila unità.
I lavoratori autonomi (5 milioni 124 mila esclusi i collaboratori) nei sei anni di crisi economica sono scesi di 491 mila unità e la loro incidenza è diminuita dal 23,8% al 22,8%
In una prima fase, la crisi aveva colpito i segmenti più vulnerabili dell’occupazione – gli atipici – per poi estendersi anche all’occupazione a tempo indeterminato. Tra il 2010 e il 2012 al calo dell’occupazione standard si era, invece,contrapposta la crescita dell’occupazione atipica (contratti a termine e collaboratori) e part-time, soprattutto involontario (chi accetta un lavoro a orario ridotto in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno). Tuttavia, tra il IV trimestre 2012 e il I trimestre 2014, anche il lavoro atipico ha ripreso a diminuire, tornando a crescere solo nel secondo trimestre 2014. Tra le due componenti del lavoro atipico (contratti a termine e collaboratori) la crescita ha interessato esclusivamente i dipendenti a tempo determinato (+86 mila unità rispetto al secondo trimestre 2013), mentre è proseguita la discesa dei collaboratori (-36 mila unità).