Prima il dubbio e poi la festa, tutti ad abbracciare Simone Anzani a bordocampo: l’Italia è in finale dell’Europeo di Roma. La battuta era stata la grande paura che ha bloccato il PalaFlorio di Bari nei quarti di finale contro l’Olanda. In quell’occasione Nimir ha trascinato gli orange fino al quinto, poi Yuri Romanò ha preso per mano la nazionale portandola a Roma. E quindi quando Ngapeth si preparava a servire sul 24-23 qualche fantasma è riemerso. Invece il pallone è terminato lungo, sì probabilmente l’Earvin che ha trascinato la Francia all’oro olimpico è rimasto fermo a Tokyo e dopo i quarti del Mondiale 2022 si vede eliminato ancora una volta dall’Italia. De Giorgi e i suoi ragazzi torneremo in campo a Roma, restano imbattuti agli europei da 17 partite sommando il 2021, l’ultima a vincere nel torneo continentale contro gli azzurri è stata proprio la Francia, era il 2019; Michieletto e Romanò non erano neanche convocati.
Italia all’Europeo per la storia
“Buonanotte all’Italia, tutti i libri di storia non la fanno dormire” cantava Luciano Ligabue e in effetti, la storia del volley italiano passa proprio dal Palazzo dello sport di Roma (ex Palalottomatica). Non solo per l’occasione di realizzare il back to back continentale che era già riuscito agli azzurri nel 1993-95 e nel 2003-05. Spesso sono i luoghi a far respirare l’atmosfera di qualcosa di storico, siamo nella città più affascinante del mondo e anche il volley vuole consegnare ai suoi almanacchi il nome della città Eterna. Nel 1978 Fefè de Giorgi assistette proprio qui all’Eur alla finale del mondiale, Italia-Urss, una delusione per il pubblico di casa e chissà che proprio in quel momento non gli sia venuta in mente l’idea di vincere in questo luogo magico. Quella delusione l’ha smaltita, nel corso del tempo, rendendosi co-protagonista di altri quattro mondiali vinti, tre da giocatore e uno da allenatore. E adesso cercherà il suo terzo titolo europeo proprio dove nel 2005 l’Italia sconfisse la Russia grazie ai muri di Mastrangelo e alle schiacciate di Cisolla.
Chi vorrà rovinare i piani di De Giorgi è la Polonia, ancora loro la squadra più forte del mondo prima della scoperta di Michieletto in azzurro. La ferita che gli è stata inferta nel 2022 a Katowice è ancora dolorosa, quel mondiale perso in casa per mano dell’Italia grida vendetta: Kurek, Kaczmarek e Sliwka cercheranno di ripagare l’Italia con la stessa moneta. Poco importa se al livello di club polacco del Kedzierdzy-Kozle domina la Champions League da ormai tre anni: Grbic vuole ridare ai suoi il primato continentale che alla Polonia manca dal 2009. Potrà contare su un’arma in più rispetto alla serata di Katowice: Wilfredo Leon. Non era presente in quella squadra dei mondiali di casa, ma anche per lui l’ex palalottomatica ha il forte sapore della rivincita. Nel 2010 era l’opposto di Cuba, prima della nazionalizzazione europea e proprio in questo palasport perse il mondiale ai danni del Brasile quando aveva appena diciassette anni. Tutta Roma chiede di cancellare il ricordo del 1978, rievocando il 2005 e di non concedere rivincite ai polacchi: palla a Michieletto, Romanò e Lavia, il tridente dei sogni che ha distrutto la Francia e deve restare sul tetto d’Europa.