di Angela Bernardo, Direttore Editoriale di IQ
Abbiamo il piacere di avere con noi oggi per la nostra testata il Presidente di Farmindustria Dottor Massimo Scaccabarozzi da sempre in prima linea con una vision e una mission lungimiranti per la valorizzazione e la crescita di un’Italia che, come di recente ha tenuto a puntualizzare:” può farcela, perché è un giacimento di risorse ed eccellenze nelle Life Sciences” e che è altresì in grado di accrescere sempre più la sua reputation attraverso progetti mirati ed altamente performanti che intercettano e realizzano al massimo livello le molteplici istanze della produzione e della Ricerca, vedansi l’esperienza e l’humus fertilissimi delle realtà lombarde e laziali.
1) Dottor Scaccabarozzi, iniziamo con un importante focus sulla tematica di stringente attualità dell’impatto di Covid-19 e varianti in Italia. Quale è stata la risposta di Farmindustria a tale emergenza e quali possibili scenari futuri di intervento al riguardo e in senso generale in ambito della tutela della salute collettiva?
La lotta al Covid-19 ha visto in prima linea l’industria farmaceutica, in Italia e a livello globale.
Imprese del farmaco che, anche grazie al ruolo fondamentale delle Istituzioni con importanti innovazioni del processo regolatorio, sono riuscite in tempi record a mettere a disposizione diversi vaccini. Una partnership tra i vari attori della sanità che porterà nel mondo 11 miliardi di dosi di vaccini entro il 2021. Un numero impensabile per una malattia sconosciuta fino a poco più di un anno fa, che oggi rappresenta un traguardo realistico. E che non sarebbe stato possibile senza le tutele offerte dalla proprietà intellettuale. Senza la spinta agli investimenti garantita dai brevetti, infatti non potremmo beneficiare di questi strumenti, fondamentali per superare la crisi pandemica e ritornare a una vita normale. Risultati possibili grazie anche alle circa 300 partnership tra imprese a livello globale per massimizzare la capacità produttiva per rendere i vaccini disponibili in un numero sempre maggiore di Paesi.
Un impegno che non ha comunque distolto le aziende dall’assicurare, fin da subito, la continuità operativa per offrire le terapie per tutti i pazienti non colpiti da Covid.
L’esperienza del Covid ha mostrato chiaramente che la Salute è ricchezza e libertà: stare bene significa generare PIL, nei settori della salute e in tutti gli altri. Per questo le Scienze della Vita sono interesse comune e una responsabilità globale per salute, qualità del lavoro, sostenibilità ambientale, inclusione sociale, aumento dell’istruzione e del capitale umano.
2) Che giudizio può formulare sullo sviluppo e sul consolidamento del rapporto avviato con il protocollo d’intesa del 2019 su modello formativo con la rete nazionale delle Fondazioni ITS per le Nuove Tecnologie della Vita (NTV) con la sperimentazione diretta con la Fondazione di Roma e Pomezia?
Un giudizio positivo. Dopo la firma del protocollo nazionale, con tutta la Rete ITS NTV nel 2019, abbiamo collaborato con la Fondazione del Lazio ad una sperimentazione. Sono emersi diversi elementi interessanti di quello che è un virtuoso modello di transizione tra scuola e lavoro, come ad esempio:
- la duttilità degli ITS nella programmazione degli insegnamenti e la validità di un modello stabile di politica attiva per i giovani che nasce dalle imprese e si sviluppa in funzione delle esigenze aziendali;
- l’interesse delle imprese a co-progettare percorsi formativi e la disponibilità ad offrire il necessario contributo didattico per i moduli specialistici;
- il valore di questo percorso nel costruire competenze tecniche di settore spendibili in ogni azienda farmaceutica e soprattutto in un contesto di livello non solo locale.
Riguardo questa prima edizione, gli esperti aziendali hanno messo in evidenza le opportunità che possono nascere per il reclutamento dei profili professionali. Un modello virtuoso che può estendersi a livello nazionale, basato sulle competenze specialistiche di settore, nel quale il 90% dei docenti sono proprio gli esperti aziendali. Dai primi risultati di questa sperimentazione emerge un placement del 100% degli studenti, ancor prima della conclusione dei corsi. A ciò si è affiancata una forte richiesta delle imprese per l’attivazione di nuovi corsi per ulteriori profili.
Un ringraziamento alle imprese che hanno collaborato al progetto, Alfasigma, Abbvie, BSP, Janssen, Ibi Lorenzini, Recipharm, Thermo Fisher, Tubilux. A loro riconosciamo il merito non soltanto di aver messo a disposizione i tanti collaboratori che hanno costruito ex novo i percorsi formativi più idonei in relazione alle materie di insegnamento, ma anche di aver colto l’opportunità di questo modello virtuoso di formazione che permette il reclutamento di complesse figure professionali, ottimizzando costi di ricerca/selezione e tempi di knowledge transfer.
3) Un momento di riflessione sulle prospettive di riforma del sistema delle Fondazioni ITS attualmente all’esame del Parlamento. Si parla di consolidamento delle attuali Fondazioni ITS con ipotesi di campus multiregionali e di un rafforzamento del rapporto tra ITS ed Università per i crediti formativi.
Sì, è molto importante rafforzare il rapporto tra ITS e Università.
In un’ottica evolutiva di questa esperienza di successo, seguiamo con particolare attenzione il dibattito in corso sulla riforma degli ITS, ai quali il PNRR ha destinato ingenti risorse, e siamo fiduciosi che si riesca finalmente ad attivare un importante canale di raccordo tra il mondo dell’istruzione e il mercato del lavoro, senza entrare in conflitto con i percorsi accademici ai quali è destinata un’altra finalità didattica.
Ecco perché pensiamo sia importante rilanciare questa virtuosa collaborazione, con alcuni elementi di innovazione, suggeriti dalle aziende. Tra questi in particolare:
- l’utilità di proseguire con il medesimo modello di partnership per formare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie digitali, ulteriori profili professionali. Come ad esempio: Operatore di camere sterili, Quality Control analyst, Packaging operator, Change Control Specialist junior, Data integrity specialist junior, GMP Training & Documentation specialist junior, Batch Record Review and Investigation specialist junior
- l’esigenza di guardare al futuro dei tecnici, che potrebbero avere interessanti percorsi di carriera costruiti sulla base delle competenze acquisite. Questo, nella prospettiva di riconoscere il giusto valore delle competenze acquisite nel corso ITS, consentendo a giovani di accedere ad un percorso accademico con un credito formativo, e – per alcuni specifici profili professionali – costruendo un canale di certificazione delle competenze.
- la potenziale utilità di un Campus nazionale, dotato di HUB locali nei territori dove sono presenti gli ITS NTV, tenendo conto che tale modello formativo è funzionale a costruire competenze spendibili non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale ed internazionale (per alcuni profili).
4) Cosa ne pensa della fattibilità degli obbiettivi previsti dal Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza ovvero arrivare dagli attuali 20 mila a 100 mila iscritti in 5 anni e potenziare in maniera ottimale le sedi,le didattiche, i laboratori e le apparecchiature?
Le risorse ci sono, gli obiettivi fissati sono ambiziosi ma raggiungibili. Se tutti noi attori coinvolti, con una crescente partnership, lavoriamo tutti insieme, potremmo farcela.
Il PNRR mette a disposizione risorse impensabili. Credo sia importante non disperderle e assumersi la responsabilità verso i giovani e le nuove generazioni. È per loro che si devono investire accuratamente affinché possano vivere in un Paese migliore che offra loro opportunità, ottimismo, fiducia e salute.