Cinque secoli fa, un monaco agostiniano di nome Martin Lutero sfidò la Chiesa di Roma e cambiò per sempre la storia d’Europa. Da allora, la Cristianità non è più stata la stessa: la libertà di coscienza, un tempo eresia, è diventata un pilastro dell’identità occidentale. La comunità che porta il suo nome è ancora viva, radicata soprattutto nel Nord Europa, dove coltiva una teologia raffinata e un’idea di fede che coniuga rigore morale e libertà interiore. La religiosità profonda, seria e coerente è la cifra distintiva di questa chiesa che anche oggi continua a interrogarsi, in un mondo smarrito, su cosa significhi essere cristiani . Per la nostra rubrica sul mondo protestante, abbiamo intervistato Kirsten Thiele, pastora della comunità luterana di Napoli, che in questa prima parte ci parla di fede, libertà, etica e modernità.
Essere luterani oggi: solo una fede da professare o anche un impegno concreto per trasformare la società? Quanto conta la spiritualità e quanto l’azione?
Essere luterani oggi significa impegnarsi non solo nella dimensione spirituale, ma anche nel plasmare la società. Chiediamo ai governi e a chi detiene il potere di promuovere una società più equa, che non si limiti a premiare il merito ma si prenda anche cura di chi è in difficoltà: i poveri, i malati, gli anziani e le persone svantaggiate. Sul piano spirituale, ci dedichiamo alla cura delle anime, partecipando al culto, allo studio biblico e ad altre attività comunitarie che rafforzano la nostra fede e il nostro impegno verso il prossimo.
Grazia o merito? Dono divino o conquista umana? Quali sono le colonne portanti del luteranesimo e dove si consuma la sua frattura con la Chiesa di Roma?
Il cuore della dottrina luterana è la giustificazione per sola grazia mediante la fede. L’essere umano non può, con le proprie forze, superare il proprio egocentrismo e raggiungere Dio. La giustizia, il senso e il valore della vita non sono frutto di meriti personali, ma un dono gratuito di Dio. Dio stesso si è fatto uomo in Gesù Cristo e, attraverso la croce, ha sconfitto la morte affinché chiunque creda in Lui sia salvato. Questa verità si riassume nei principi fondamentali del luteranesimo: sola gratia (solo per grazia), sola fide (solo per fede), solus Christus (solo Cristo) e sola scriptura (solo la Bibbia è l’autorità in materia di fede). La differenza principale rispetto alla Chiesa Cattolica riguarda il rapporto tra grazia e merito. Mentre il luteranesimo afferma che la salvezza è solo un dono divino, la Chiesa Cattolica prevede ancora oggi pratiche come le indulgenze, concesse in occasione di particolari atti di devozione, come la visita a determinati luoghi durante l’Anno Santo. Per un luterano, questo è impensabile.
Libertà o predestinazione? L’uomo sceglie il proprio destino o è solo spettatore del volere divino? E se la salvezza è dono, che ruolo hanno le opere nella vita del cristiano?
Nel “De Servo Arbitrio”, Lutero risponde a Erasmo da Rotterdam, che difendeva il libero arbitrio umano. Per Lutero, la giustificazione per sola fede implica che l’uomo non abbia libertà nei confronti di Dio: solo Dio è realmente libero e onnipotente. Questo si riflette nel concetto di predestinazione, che sottolinea l’assoluta volontà di Dio sulla salvezza dell’uomo, esprimendo la sua sovranità imperscrutabile. Tuttavia, cinque anni prima, nel trattato “La libertà del cristiano”, Lutero affronta il tema della libertà da una prospettiva diversa, sintetizzandolo nella celebre affermazione: un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa e non è sottoposto a nessuno. Un cristiano è un servo volenteroso in ogni cosa e sottoposto a ognuno. Ciò significa che, pur non avendo libertà davanti a Dio per quanto riguarda la salvezza, il cristiano è radicalmente libero nel mondo, svincolato da qualsiasi potere umano o sistema di merito. Questa libertà, però, non porta all’individualismo, ma al servizio: il cristiano, liberato dalla grazia, sceglie di servire gli altri per amore, non per guadagnarsi la salvezza, ma per esprimere la misericordia di Dio. È in questo contesto che si colloca l’etica luterana: le opere di carità non sono necessarie per la salvezza, ma sono la naturale conseguenza della fede. “Liberati per servire” è una sintesi perfetta di questo principio. Nella vita quotidiana, le Chiese e le comunità luterane vivono questo messaggio attraverso numerosi progetti diaconali, che mettono in pratica la carità e l’accoglienza come espressione concreta della libertà cristiana.

La Bibbia: testo sacro o libro da interpretare? I luterani la leggono con spirito critico, ma è questo il vero modo di ascoltare la Parola di Dio? E perché il loro approccio li separa da altre correnti protestanti?
Per i luterani, la Bibbia è una raccolta di testi che testimoniano la Parola viva di Dio, ma non coincide esattamente con la Parola di Dio. Questo significa che i testi biblici vanno letti e interpretati tenendo conto del loro contesto storico e sociale. Già con la Riforma si sviluppava un approccio storico-critico all’interpretazione della Scrittura, un metodo che ancora oggi permette di cogliere meglio il messaggio e la Parola vivente di Dio. La Bibbia non è un testo divino caduto dal cielo, ma una testimonianza che richiede attenzione, studio e, talvolta, anche una lettura critica. Non tutto ciò che è stato scritto millenni fa può essere applicato letteralmente ai giorni nostri. Questo approccio è condiviso dalle chiese storiche della Riforma, ma si distingue nettamente dalla visione delle chiese pentecostali e di altre correnti evangeliche, che spesso prediligono una lettura letterale e non critica della Scrittura. Questa differenza rappresenta uno dei principali ostacoli al dialogo tra luterani e alcune confessioni protestanti.
Due riformatori, due visioni: Lutero e Calvino hanno segnato la storia del cristianesimo, ma le loro idee si scontrano su Stato, Chiesa e Sacramento. Dove finisce la fede e dove inizia la politica? E Cristo, è davvero presente nell’Eucaristia o è solo un simbolo?
Le differenze tra luteranesimo e calvinismo si concentrano su due aspetti fondamentali: la visione del Regno di Dio e il significato della Santa Cena. Calvino cercava di realizzare una società civile basata sui principi cristiani, nella quale la religione e l’ordine sociale fossero strettamente connessi, con l’obiettivo di creare una comunità interamente cristiana. Lutero, invece, adottava un approccio più realistico, distinguendo il Regno di Dio dal mondo terreno. Non intendeva separarli nettamente, ma riconosceva che nella società civile vigono regole diverse rispetto a quelle della comunità cristiana. Per esempio, mentre lo Stato ha bisogno di leggi e, in certi casi, anche della forza per mantenere l’ordine e punire i trasgressori, nella comunità cristiana prevalgono la misericordia, il perdono e la riconciliazione. Un’altra differenza fondamentale riguarda l’interpretazione della Santa Cena. Per Lutero, la presenza di Cristo nell’Eucaristia è reale, anche fisica, ma rimane un mistero legato alla volontà di Dio. Non cercò di definirne il meccanismo esatto, limitandosi a confermare che Cristo è presente nel pane e nel vino. Calvino, invece, non riteneva possibile una presenza fisica e sosteneva che la comunione avesse solo un valore spirituale e simbolico. Questa differenza riflette due modi diversi di intendere la relazione tra il divino e il mondo: Lutero accetta il mistero della presenza di Dio nella realtà terrena, mentre Calvino enfatizza una separazione più netta tra spirituale e materiale.
Lutero oggi: maestro o eretico del suo stesso tempo? Il luteranesimo moderno rilegge il suo fondatore con occhio critico, rivalutando idee, correggendo e contestualizzando. Ma fino a che punto si può reinterpretare senza tradire? La Riforma è davvero eterna?
Il pensiero di Lutero continua a essere il fondamento della Chiesa Luterana, ma viene interpretato con un approccio critico e contestualizzato nel tempo presente. Ancora oggi, i pastori e le pastore vengono ordinati sulla Confessio Augustana, il documento che esprime la fede luterana, sebbene sia stato scritto da Filippo Melantone, il grande sistematico della Riforma, senza il quale Lutero stesso non può essere pienamente compreso. Le chiese luterane studiano i testi di Lutero e degli altri riformatori con lo stesso metodo storico-critico applicato alle Scritture, considerando il contesto storico e sociale in cui sono stati scritti. Questo significa che alcuni aspetti del pensiero di Lutero vengono riconsiderati o valutati con un certo distacco, come le sue affermazioni sugli ebrei, mentre altri vengono riletti alla luce delle sfide e delle esigenze della società attuale. Poiché è diffuso in tutto il mondo, il luteranesimo è caratterizzato da sensibilità diverse a seconda dei contesti culturali. Questa varietà favorisce un dialogo aperto e continuo, in linea con il principio di una Chiesa semper reformanda, che non riguarda solo le istituzioni ecclesiastiche, ma anche il modo in cui vengono letti e interpretati gli scritti di Lutero.
Lutero: rivoluzionario o involontario artefice della modernità? Con la Bibbia tradotta e la coscienza sovrana, ha spezzato il monopolio della Chiesa, aprendo le porte all’individualismo moderno. Ma è davvero il padre dell’uomo contemporaneo o solo il profeta di un cambiamento inevitabile?
Lutero visse nell’epoca dell’Umanesimo ed era figlio del suo tempo. Come gli umanisti, riscoprì le fonti originali e si dedicò alla traduzione della Bibbia direttamente dal greco e dall’ebraico, correggendo molti errori che si erano accumulati nei secoli. L’Umanesimo metteva l’uomo al centro, e Lutero, con la sua teologia, pose l’essere umano direttamente davanti a Dio, senza intermediari, con la sola coscienza a guidarlo nel rapporto con il divino. Questo segnò un passaggio decisivo verso la modernità, non solo sul piano religioso, ma anche sociale. La Riforma non si limitò a cambiare la teologia, ma trasformò la società, introducendo istituzioni innovative come le casse di assistenza per i poveri e le scuole aperte sia agli uomini che alle donne, affinché tutti potessero leggere la Bibbia nella propria lingua. Fu un’epoca di fermento e grandi scoperte, e la diffusione delle nuove idee fu resa possibile anche dall’invenzione della stampa a caratteri mobili, che ne permise la circolazione su larga scala. Non si può dire che Lutero abbia creato la modernità da solo, ma senza dubbio fu una figura chiave in questo processo. Le sue idee non erano del tutto nuove, ma il contesto storico in cui visse rese possibile la loro realizzazione, dando inizio a un cambiamento radicale che avrebbe segnato la storia dell’Occidente.
Luteranesimo e democrazia: un matrimonio di convenienza o di destino? La responsabilità individuale, l’etica del lavoro e lo Stato laico hanno reso le società nordiche modelli di civiltà. Ma è la fede che ha forgiato queste nazioni, o sono state le nazioni a piegare la fede ai loro bisogni?
Credo che ci sia un forte legame tra la religione di maggioranza e il modello di società che si sviluppa in un Paese. Vivendo in Italia da oltre vent’anni, ho potuto osservare come il cattolicesimo abbia influenzato profondamente la mentalità collettiva, e allo stesso modo il luteranesimo ha lasciato un’impronta indelebile sulle società nord-europee. La Riforma ha liberato l’essere umano dall’obbedienza cieca a un’autorità religiosa, richiamandolo al tempo stesso alla responsabilità individuale nelle proprie scelte, non solo spirituali, ma anche politiche e sociali. Su questa base nasce la democrazia: ogni persona è chiamata a rispondere in prima persona delle proprie azioni e a contribuire attivamente alla costruzione della società. Non c’è un’autorità suprema che decide per me: questa è la libertà luterana, che tuttavia non è sempre facile da vivere in concreto. Nei Paesi di tradizione cattolica, invece, il principio dell’obbedienza rimane un punto cardine, e questo si riflette nella mentalità collettiva. Spesso si delega la responsabilità alle istituzioni, siano esse la Chiesa, il governo o le autorità locali. Si tende a lamentarsi piuttosto che protestare o prendere iniziativa. In Italia questo atteggiamento sta lentamente cambiando, forse perché le persone sentono di aver raggiunto un limite, ma il senso di responsabilità individuale non è ancora pienamente radicato e richiede un lungo percorso di formazione. Un altro aspetto fondamentale è che con la Riforma nasce anche l’idea di uno Stato laico, governato da autorità politiche anziché religiose. Questo ha favorito lo sviluppo di società più inclusive, capaci di accogliere anche persone di fede diversa o non credenti, un principio evidente oggi nelle democrazie del Nord Europa. Con oltre 500 anni di esperienza nel vivere la libertà in modo responsabile, i Paesi luterani hanno maturato una cultura politica e sociale basata sulla partecipazione, sulla trasparenza e sulla tutela dei diritti individuali. Non è un caso che siano tra le realtà più avanzate dal punto di vista civile e culturale.
comunità evangelica luterana di Napoli
Via Pontano 1, 80122 Napoli
Cell: 348-7765612
www.celna.it