QN IL GIORNO pag. 22 · 10-08-2019 INVESTIRE SUL TURISMO
di Achille Colombo Clerici
Lombardia alla testa dell’industria del turismo in Italia: attira il 13,6% (pari a circa 11,0 miliardi di euro) della spesa complessiva effettuata dai turisti; seguono il Lazio, la Toscana, il Veneto e l’Emilia-Romagna. In queste cinque regioni si concentra oltre la metà del fatturato del settore.
Sono i dati dell’Enit-Agenzia nazionale italiana del turismo, inseriti in un contesto positivo che vede l’Italia scalare posizioni nella classifica europea dopo un lungo periodo di stasi. Con 429 milioni di presenze l’Italia del turismo cresce del 2,8 % e rappresenta il 13 per cento del prodotto interno lordo; supera in crescita la Francia tra i Paesi europei mentre la Spagna, pur restando prima, cala. Oltre la metà delle presenze – in totale 216 milioni – e’ costituita da turisti stranieri ( il cui numero complessivamente ascende a 94 milioni ) che spendono 42 miliardi tra città d’arte, montagna, mare, laghi; e soprattutto in enogastronomia, grande richiamo nell’attrarre viaggiatori nel nostro Paese. Infatti la spesa pro capite giornaliera per una vacanza enogastronomica è di circa 117 euro, mentre è di 107 per una dedicata alla montagna e di 91 in riva al mare. Ciò darebbe ragione a chi ha attribuito la materia del turismo alla competenza del Ministero delle politiche agricole ( Mipaaft).
Tutto bene quindi ? Non proprio. Se, come abbiamo visto, in sole cinque regioni si concentra oltre la metà dell’attività turistica del Paese, con la quasi totalità del Mezzogiorno che resta a distanza, ciò è dovuto principalmente all’assenza nel Sud di una vera e propria “industria del turismo”. Per citare, la Camera di Commercio di Milano, Monza e Brianza e Lodi con Promos ha organizzato InBuyer, mettendo in contatto imprenditori lombardi della produzione per il turismo con operatori europei, russi, del medio e dell’estremo oriente.
Oltrechè nei fatturati, i risultati si vedono anche nel mondo del lavoro: solo nel comprensorio Milano-Monza-Lodi 12.000 ingressi nel comparto nei mesi estivi su 110.000 totali.
L’ Italia del Sud vanta ben 17 siti Unesco – dai Trulli di Alberobello all’area archeologica di Agrigento, Su Nuraxi di Barumini (Sardegna), Paestum, Costiera Amalfitana, Isole Eolie, Sassi di Matera, Pompei, Ercolano e Torre Annunciata, Reggia di Caserta ed altro – ma il patrimonio paesaggistico e culturale del Meridione (da millenni crocevia di civiltà) manca di una adeguata valorizzazione.
Il Sud turistico è penalizzato da una promozione frammentata, oltreche’ da un deficit logistico e infrastrutturale. Con conseguenze negative per lo sviluppo locale e quindi per l’intero Paese.
Occorrono dunque adeguati investimenti pubblici per la promozione di un turismo di massa e, al tempo stesso, di grande qualita’, quale non puo’ mancare in tale contesto di beni culturali e ambientali .