“Sono stato un grande studioso di Gandhi,Gene Sharp e dei movimenti non violenti e ho letto vari autori in questo campo. Una delle teorie è di forzare il regime a reagire non le persone. E possibile portare giù le dittatura, senza fare ricorso alla violenza. Serve però che il popolo abbia un sostegno finanziario. Chi osserva un popolo che si oppone ad un dittatura senza l’uso delle armi sicuramente ne avrà ammirazione. Sarà difficile anche per il regime dittatoriale continuare la repressione contro un popolo che non è armato. Quando invece inizia il metodo della violenza si dà una scusa al regime di compiere certe azioni in nome della sicurezza nazionale capace di legittimare un effetto domino. Chi lotta per la libertà ma non armato avrà la simpatia e il sostegno di altri paesi. Con le armi invece ci sarebbe il rischio di una guerra civile e si potrebbe non avere il sostegno che si cerca. Storicamente nessun movimento che ha fatto rivolte armate ha dato vita ad una democrazia. Nella maggioranza dei casi un regime dittatoriale è stato rimpiazzato da un’ altra dittatura. Il ciclo di violenza così non è mai finito. Io credo molto nel principio della “ non violenza” proprio perché porta la minima sofferenza al popolo e il massimo vantaggio alla nazione. Tutto ciò nello spirito di un’ amnistia e una riconciliazione nazionale. Tutti cercano giustizia soprattutto le vittime. Uno degli aspetti del mio lavoro è di lavorare con dei legali che stanno cercando di capire come gestire le cose nella fase di transizione e cosa fare con gli elementi di repressione. In Sud Africa ad esempio c’è stato un processo di verità e riconciliazione. Sarà il popolo a decidere se adottare una linea più dura e vivere in dittatura oppure riconciliarci e andare verso la libertà. Il popolo dovrà scegliere. Quello che posso offrire è il percorso meno difficile per ottenere la libertà”.
E’ quanto ha dichiarato il principe ed erede al trono dell’Iran Reza Ciro Pahlavi ad una domanda del direttore responsabile di Informazione Quotidiana, Cristiano Ottaviani, nel corso di una conferenza stampa tenuta quest’oggi presso la Camera dei Deputati.