Dal 21 gennaio 2013 le iscrizioni a scuola possono essere fatte solo on line. A primo impatto verrebbe da essere contenti perchè significa che anche l’Italia prova ad ammodernarsi ed essere al passo con i tempi e con gli altri paesi. Ad un esame più approfondito si nota che non è così. Sono tanti, troppi, gli italiani che versano in una condizione di analfabetismo digitale.
In Europa siamo al ventiduesimo posto, su ventisette, per la diffusione di Internet. Scaricare, linkare, allegare ed inviare non solo sono termini che non tutti conoscono e sanno mettere in pratica, ma sono gesti che trovano ostacolo nelle stesse segreterie. Ci sono poi anche degli intoppi pratici che rendono difficile questa nuova strada. Il codice fiscale, da inserire nella versione online, escludeva dall’iscrizione i figli degli immigrati senza permesso di soggiorno. E per i genitori separati, ma non sposati, era impossibile portare a termine la procedura. Ma il Miur ha già provveduto a correre ai ripari: “L’iscrizione scolastica deve essere garantita a tutti gli studenti in diritto dovere di istruzione, seppur privi, all’atto dell’iscrizione, del permesso di soggiorno e quindi del codice fiscale”, precisa il ministero dell’Istruzione, spiegando che i genitori di questi studenti devono recarsi alle segreterie delle scuole che provvederanno ad acquisire le domande di iscrizione su formato cartaceo. Mentre per i genitori non sposati è stato trovato il modo di ovviare all’intoppo direttamente dal computer. Per quanto difficoltosa era una strada da intraprendere per non rimanere fermi ed immobili di fornte all’innovazione. E’ anche vero che potevano essere fatte delle prove in via sperimentale ed evitare che i pc andassero in tilt anche per chi era avvezzo all’utilizzo. Ma sì sa che da noi le cose sono belle nelle intenzioni e spesso complicate nella pratica. Chissà che non si capisca che tecnologia ed informatizzazione sono le infrastrutture del futuro sul quale bisogna investire per progredire e migliorare.