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Ivg. Interruzione volontaria di gravidanza nel Lazio

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IVGIQ. 05/03/2013 – Sintesi dei risultati – Anni 1987/2011 – Dati Asp Lazio aggiornati al Febbraio 2013

L’incidenza dell’IVG nel Lazio, come in tutte le al tre regioni italiane, dal 1978, anno di legalizzazione delle interruzioni, è aumentata fino al 1982, raggiungendo 26.350 interventi e un tasso di abortività pari a 20,6 IVG per 1.000 donne in età 1549 anni.

Dal 1982 si è osservata una diminuzione fino a metà degli anni ‘90 (14.789 IVG nel 1995), seguita da una tendenza alla stabilizzazione e poi da una leggera diminuzione negli ultimi 2 anni. Nel 2011 sono state notificate 12.017 pari ad un tasso diabortività di 8,9 per 1.000 donne in età fertile ed a un rapporto di abortività di 221 per 1.000 nati vivi.

Rispetto ai primi anni 80 si osserva un decremento del 52% del tasso di abortività con circa 9.200 IVG in meno nel 2011 rispetto al 1987. L’andamento del fenomeno è certamente condizionato, in particolar modo dall’inizio degli anni ’90, dall’aumentata presenza nel territorio regionale di donne con cittadinanza straniera. Infatti negli anni vi è stato un aumento del numero di interruzioni volontarie di gravidanza richiesto da donne straniere immigrate: nel 2011 le IVG effettuate nel Lazio da donne nate all’estero sono state 4.884 (pari al 41% del totale di IVG effettuate in quell’anno) rispetto a 1.141 (5%) del 1987.

Delle IVG effettuate nel 2011, 1.552hanno riguardato donne non residenti (di queste 1.047, pari al 67%, erano residenti all’estero; si tratta quindi nella gran parte dei casi molto probabilmente di donne immigrate e domiciliate in Italia ma con la residenza ancora nel loro Paese di origine).

La gran parte delle IVG vengono effettuate nella classe di età 25-34 anni, senza grandi modificazioni nel tempo: distinguendo tra donne nate in Italia e non, nel 2011, il 49% delle IVG delle donne straniere rispetto al 36% delle italiane era contenuto in questa fascia di età. Un rapporto inverso si osserva invece per le donne di età >34: 34% di italiane rispetto al 24% delle straniere.

Il 58% delle IVG effettuate nel 2011 ha riguardato donne nubili. Lo stato civile delle donne che richiedono IVG si è modificato nel tempo: fino alla fine degli anni ’90 prevalevano le coniugate. Anche i tassi di abortività mostrano una maggiore diminuzione negli anni tra le coniugate. Nel 2011 per le nubili le percentuali risultano essere del 63% tra le italiane rispetto al 51% delle straniere.

Il 48% delle donne che hanno abortito nel 2011 ha conseguito il diploma di scuola superiore e il 37% quello di scuola media inferiore. È aumentata nel tempo la percentuale di donne che hanno conseguito la laurea: dall’1% nel 1987 all’11% nel 2011. Distinguendo tra italiane e straniere si notano importanti differenze: il 50% delle straniere ha conseguito un titolo di studio di scuola media inferiore rispetto al 35% delle italiane, mentre la percentuale delle donne che ha conseguito la laurea è del 7% tra le straniere rispetto all’13% delle italiane.

Nel 2011 il 49% ha dichiarato di essere occupata, il 22% di essere casalinga e il 14% studentessa.

Distinguendo tra italiane e straniere, le percentuali delle donne occupate sono 52% per le italiane e 46% per le straniere. Per quest’ultime è più alta la percentuale di donne disoccupate o in cerca di occupazione (19% straniere rispetto all’12% di italiane) e più bassa invece la presenza di studentesse (6% rispetto al 19% di italiane).

Nel 2011 il 22% delle donne che ha effettuato una IVG aveva un figlio e il 26% ne aveva più di uno, mentre Il 25% delle IVG è riferito a donne con una storia precedente di interruzione di gravidanza (tale percentuale è del 17% fra le italiane e del 36% fra le donne nate all’estero).

Nel 2011 il 46% delle certificazioni per effettuare l’intervento sono state rilasciate dai Consultori familiari, il 32% dai servizi ostetrici ginecologici delle strutture dove si effettua l’IVG ed il 10% dal medico di fiducia.

Nel 2011 il 14% delle IVG sono state certificate come urgenti.

Per quanto riguarda l’assenso per le minorenni, questo è stato dato nel 50% dai genitori e nel 32% dal giudice tutelare. Dal 1987 al 2011 si è osservato un aumento della percentuale di assensi ottenuti dai genitori, fino a superare quelli ottenuti dal giudice tutelare.

Il 27% delle IVG nel 2011 è stata effettuata entro le 8 settimane di gestazione, il 20% a 1112 settimane gestazionali. Nel tempo si osserva una riduzione delle IVG effettuate entro le 8 settimane (rappresentavano il 42% nel 1987).

Si osserva un aumento dei tempi di attesa tra data della certificazione e data dell’intervento. Nel 2011 il tempo mediano di attesa è risultato essere di 15 giorni (sia per le italiane che per le straniere).

La quota di IVG con tempo di attesa superiore a 14 giorni è passata dal 35% nel 1987 al 53% nel 2011.

L’aumento delle IVG entro i novanta giorni con età gestazionale più avanzata e l’aumento del tempo di attesa sono due indicatori, correlati spesso fra loro, espressione di di maggiori difficoltà nell’applicazione della legge.

La gran parte degli interventi è stata effettuata in strutture pubbliche (97%). Negli anni si è osservata una diminuzione del numero di strutture che effettuano IVG: 26 per 12.017 interventi nel 2011 rispetto a 53 (5 private) per 20.810 IVG nel 1987, con particolari diminuzioni nella ASL RM A e in quelle di Frosinone, Latina e Viterbo. In generale, circa il 50% delle IVG vengono effettuate nella ASL di residenza. Si osserva una elevata mobilità intraregionale con un 51% delle IVG che è stato effettuato in una ASL differente da quella di residenza, soprattutto per le residenti nell’ASL Roma A (87%) e per quelle residenti nell’ASL di Frosinone (69%).

Per quanto riguarda le procedure, nel 2011 l’anestesia generale è stata impiegata nell’80% delle IVG (nel 2008 tale percentuale era pari al 74%), mentre il ricorso all’anestesia locale ha riguardato il 14% degli interventi. L’isterosuzione rappresenta la tecnica ampiamente più utilizzata (89%).

Nella quasi totalità dei casi la durata della degenza è risultata inferiore alle 24 ore (96%), con un grande aumento negli anni delle IVG effettuate senza pernottamento (68,3% nel 1987).

Nel 2011, 566 donne residenti nel Lazio hanno effettuato l’intervento in altra regione, prevalentemente in Campania, Umbria ed Abruzzo. Il flusso sull’obiezione di coscienza mette in evidenza che il 58% del personale infermieristico risulta essere non obiettore, la percentuale scende al 42% per il personale ostetrico fino ad  arrivare al 28% e 20% per anestesisti e medici.

Nel 2011 ci sono stati 472 (3,9%) aborti che si sono verificati oltre il 90° giorno pari ad un tasso del 3,3 per 10.000 donne residenti 1549 anni . Dal 2000 al 2011 c’è stato un progressivo aumento degli aborti tardivi (dall’1,4% al 3,9%) con una prevalenza di italiane rispetto alle straniere

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