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Juventus-Inter: le pagelle e la webcronaca del Derby d’Italia. Nervi tesi e nessun vincitore.

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Eravamo rimasti alla finale dell’Olimpico, una vera beffa per la Juventus e pura goduria per l’Inter, ma senza esagerare perché pur trattandosi di un successo, festeggiato e anche amato, la delusione per aver perso lo scudetto era ancora viva. I cugini milanisti avevano colorato di rossonero tutta la città Meneghina, dall’autostrada di ritorno imboccata a Reggio Emilia, fino a Piazza Duomo, proprio dove un anno prima a festeggiare erano stati gli interisti. Non si può parlare di una festa rovinata, o forse sì, però è innegabile che un nuovo derby d’Italia in Coppa abbia quest’anno tutto un altro significato. Sono due squadre in difficoltà si potrebbe dire, certo delle difficoltà differenti tra di loro: all’Inter Inzaghi sta vivendo la sua storia quasi da separato in casa per gli ultimi pessimi risultati raggiunti. “Non puoi suonare delle corde spezzate” è una metafora di James Morrison usata per descrivere una relazione ancora viva, ma sprofondata nell’apatia e destinata ad esaurirsi col tempo, ed è esattamente la situazione che sta vivendo Simone Inzaghi in nerazzurro. Un ultimo treno e un’ultima occasione gli è ancora concessa- la Coppa Italia e la Champions League- e quindi, come alla conclusione della canzone di Morrison, sarà proprio lui a chiedere alla società di “permettermi di abbracciarti un’ultima volta per avere la possibilità di sentirti ancora” per avere quindi un’ultima opportunità di ricucire lo strappo che lo sta rapidamente allontanando da Appiano Gentile.

Difficoltà diverse per la Juventus, che dal 28 novembre 2022-giorno delle dimissioni del Cda- si ritrova costantemente sotto questa Spada di Damocle rappresentata dell’inchiesta Prisma e dall’ipotesi di ulteriori penalizzazioni future. 15 punti in meno che ad ora, con i risultati del campo, Allegri forse sta cercando di dimenticare o almeno di far dimenticare, giungendo alla sfida di andata in un ottimo momento di forma, consapevole di dover inserire le coppe tra gli obiettivi prioritari della stagione 2022/23. Dopo la finale romana le vittorie bianconere sono state due consecutive nei derby d’Italia, un dato che nessuno degli allenatori ha guardato in faccia poiché ,ricordando le parole di Michael Schumacher: “Nello sport non potrà mai esistere un momento uguale ad un altro”.

Juventus-Inter, la cronaca della partita: il primo tempo

Un turnover non massiccio, ma pesante quello adottato da Allegri nella partita contro il Verona: Di Maria, Kostic e Vlahovic lasciati a riposo proprio in vista del derby d’Italia, irrinunciabili nell’11 titolare di Max per la Coppa. Dusan ed il Fideo, entrambi titolari in una coppia non inedita, ma di certo non abitudinaria. Dalla parte opposta Inzaghi sceglie Dzeko e Lautaro, dopo la pessima prestazione con la Fiorentina Lukaku è stato invitato ad accomodarsi in panchina, per il resto si aggiungono i rientri di D’Ambrosio e Dimarco, tra i pali viene chiamato in causa Handanovic e non Onana e le conferme rispetto la gara contro i Viola risultano essere più del previsto.

La prima ad affacciarsi nell’area avversaria è l’Inter che sceglie la strategia del possesso palla, ma in tal modo subisce gli spunti individuali dei talenti bianconeri che proprio dai piedi di Di Maria– a proposito di talenti purissimi- ha una prima occasione: accelerazione per vie centrali, lasciato sul posto Acerbi, e conclusione deviata in angolo da Handanovic. Inzaghi cerca di far interscambiare i difensori e i terzini, tant’è che anche Bastoni ha cercato il cross per gli attaccanti sostituendosi a Dimarco; ed è proprio dalle iniziative di quest’ultimo che Perin deve entrare in gioco, con sicurezza e senza mai essere chiamato a parate clamorose. Bremer tuttavia lo salva sulla seconda occasione avuta dall’ex Parma, intervenendo e sventando la minaccia innescata da Mkhitaryan. Gli altri tentativi nerazzurri- una punizione e un destro di Dzeko– risultato comunque troppo timidi per creare dei problemi alla riserva di Szczesny. Anche Brozovic cerca la porta, al termine di una divertente azione pensata e messa in pratica da Barella e dal solito bosniaco, risultato essere il migliore della prima frazione di gioco; leggermente in ombra Vlahovic e Lautaro che non sfruttano un colpo di testa ciascuno. Intanto il croato con il numero 77 poteva risparmiarsi l’ammonizione per proteste; l’idea è che l’Inter trasmetta nervosismo, mentre la Juventus mantenga un atteggiamento decisamente più tranquillo, pur concedendo delle azioni maggiormente nitide agli avversari.

Juventus-Inter, la cronaca della partita: il secondo tempo

Sulle note degli di “Bring Me to Life” degli Evanescence rientrano in campo le due squadre, in un’atmosfera degna di una semifinale. L’attaccante serbo della Juventus Vlhaovic raggiunge in tuffo un lancio di Fagioli, forse leggermente troppo profondo per centrare la porta, non è la partita giusta per lui che viene poi sostituito da Milik. L’intera squadra bianconera inizia il secondo tempo con una apparente nuova freschezza; l’Inter non alza i ritmi e mantiene lo stesso atteggiamento attendista della prima frazione. Prima Kostic e poi soprattuto Mkhitaryan cercano di accendere la seconda metà di partita. Allegri cerca l’affondo decisivo attraverso la freschezza di Federico Chiesa, che sostituisce un buon Di Maria, tutt’altro che esaltato dall’idea di abbandonare il campo. Anche Inzaghi cerca nuove forze, e dopo il secondo tiro della partita di Brozovic sostituisce, con una certa sorpresa i migliori in campo, Dimarco e Dzeko per lasciar spazio a Gosens e ad un Lukaku perennemente in cerca di riscatto. Con le sostituzioni i nerazzurri spariscono dalla zona offensiva, i ritmi tenuti dalla Juventus sono sempre più alti; uno strappo di Rabiot consente a Kostic di cercare due cross, ai quali si oppongono sia Darmian che Bastoni, il quale non riuscendo a spazzare concede un destro teso verso la porta a Cuadrado, Milik mette il piede sbagliando con la porta spalancata. L’inerzia è totalmente favorevole ai bianconeri, Lukaku in velocità si lascia superare da Bremer e a testimoniare l’estremo nervosismo commette un fallo cattivo con annesso cartellino giallo con tratti di arancione. Era nell’aria ed è a quel punto che la partita viene sbloccata da un classico colpo di Cuadrado lasciato completamente libero sul lato destro del campo, dove Gosens sbaglia la scelta della marcatura favorendo la conclusione del colombiano autore dell’1-0. D’un tratto, in un momento di estrema rilassatezza e forse con la testa già negli spogliatoi un banale pallone vacante in area provoca il fischio dell’arbitro Massa, che punisce un ingenuo braccio largo di Bremer, fin li quasi perfetto: calcio di rigore trasformato da Lukaku, che tuttavia viene ammonito ed espulso per l’esultanza rivolta alla curva juventina. I nervi tesi di una partita come il derby d’Italia sfociano in una serie di confronti faccia a faccia tra i giocatori; ne fanno le spese i più caldi, Handanovic e Cuadrado, invitati dall’arbitro ad abbandonare il campo con annesso cartellino rosso.

Juventus-Inter le pagelle

JUVENTUS

Perin 6.5 Gatti 5.5 Bremer 6.5 Danilo 6.5 Cuadrado 6.5 Fagioli 7/Miretti 5.5 Locatelli 6 Rabiot 6 Kostic 6 Di Maria 7/Chiesa 6.5 Vlahovic 5/Milik 5

INTER

Handanovic 5.5 D’Ambrosio 5.5/Dumfries SV Acerbi 5.5 Bastoni 6.5 Darmian 6 Barella 5.5 Brozovic 6/Asslani SV Mkhitaryan 6.5 Dimarco 6.5/Gosens 5 Lautaro 5.5/Correa SV Dzeko 7/Lukaku 5

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