Home In Evidenza La crescita dell’ecosistema start-up in Australia: innovazione e successi internazionali.

La crescita dell’ecosistema start-up in Australia: innovazione e successi internazionali.

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Veduta del Financial District di Sydney. Foto dell’autore per gentile concessione.

La storia dello Stato oceanico federale indipendente dell’Australia (ufficialmente Commonwealth of Australia) nel XX secolo si è intrecciata con gli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’Occidente e che lo hanno plasmato in diversi ambiti dal momento che durante questo periodo ha vissuto importanti trasformazioni politiche, sociali ed economiche affrontando varie sfide e realizzando notevoli progressi . Durante la Prima guerra mondiale  si unì all’impero britannico e la partecipazione al conflitto influenzò significativamente le coscienza e identità nazionali  così come durante la Seconda guerra mondiale durante la quale fu minacciato dalla guerra del Pacifico con l’attacco da parte del Giappone a Darwin nel 1942. Tuttavia, la guerra portò ad un profondo rinnovamento sociale ed economico con la sempre maggiore accelerazione dell’innovazione tecnologica, ed è proprio negli anni successivi alla fine del conflitto che si è assistito ad una enorme crescita economica nota come “boom del dopoguerra” nella quale l’immigrazione su larga scala favorì lo sviluppo economico e la diversificazione culturale del Paese. Durante gli ultimi anni del XX secolo l’Australia si è adattata alle nuove sfide ed opportunità della globalizzazione e della rivoluzione digitale e un ruolo fondamentale in questo processo è stato svolto anche dall’innovazione e dallo sviluppo delle start-up con governo e settore privato che nel corso degli anni hanno promosso programmi di sostegno e investimenti nel settore tecnologico. L’Australia negli ultimi anni sta diventando sempre di più una ambita destinazione per la creazione dell’ecosistema start-up grazie anche all’ambiente imprenditoriale in crescita e  alla nascita di hub e comunità nelle principali città come Sydney, Melbourne e Brisbane dove si possono trovare numerosi hub di innovazione, acceleratori, spazi di coworking e parchi tecnologici che offrono supporto, mentorship e opportunità di networking con gli imprenditori. A questo si aggiunga anche la diffusione di start up straniere grazie anche ai rilasci di visti provvisori per innovazione e investimento aziendale che consente agli imprenditori di start-up di rimanere nel Paese per un massimo di 5 anni.

Teatro dell’Opera di Sydney. Foto dell’autore per gentile concessione.

Un ulteriore vantaggio dell’ecosistema start up australiano è il coinvolgimento diretto delle Università che svolgono un ruolo fondamentale nel creare connessioni che migliorano il finanziamento e le opportunità per lo sviluppo di nuovi progetti e lo stesso dicasi per il ruolo svolto da molte organizzazioni del settore pubblico per cui le iniziative più note provengono da organizzazioni come il Dipartimento dell’Industria, dell’Innovazione e della Scienza, governo del NSW, LaunchVic e Sunshine Coast Innovation Hub. Il governo è poi molto proattivo nel fornire un valido supporto che va da una varietà di piccole sovvenzioni al recente programma Startup Year che mira a generare nuovi imprenditori competenti e potenziali nuove aziende per stimolare innovazione e posti di lavoro.

Un’altra peculiarità del mondo start up in Australia è l’influenza asiatica che negli ultimi anni è diventata sempre più incisiva, infatti le start-up australiane hanno iniziato a ricevere sempre più fondi da parte di investitori asiatici con la realizzazione di molteplici partnership commerciali. Parlando in termini numerici in modo da far capire l’importanza dell’ecosistema start-up, in Australia troviamo oltre 130 società di venture capital con 200 incubatori e acceleratori per sostenere le start-up in fase iniziale e solo nell’ultimo anno si sono visti investimenti per 5.1 miliardi di euro. Tra le start-up più rilevanti si segnalano Rumin8, un’ azienda che opera nel Foodtech utilizzando la tecnologia per creare integratori alimentari accessibili che riducono le emissioni di metano provenienti dal bestiame, e che nel gennaio del 2023 ha raccolto 12 milioni di euro. Un’altra realtà  interessante è FableFood, anch’essa operante nel settore del Foodtech con lo scopo di creare un’ alternativa senza carne per una varietà di prodotti, e che negli ultimi mesi ha raccolto finanziamenti per circa 8,5 milioni di euro.

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