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La Malesia si muove verso il futuro: dal tech alle start-up, l’evoluzione di un Paese emergente.

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Batu Caves - Buddha gigante. Foto dell'autore per gentile concessione.

Da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1957 dalla Gran Bretagna, la Malesia o Malaisia  è stata in grado di diversificare la propria economia basata inizialmente sull’agricoltura e materie prime ad una che ospita il settore manifatturiero e dei servizi che hanno spinto il Paese a diventare uno dei principali esportatori di elettrodomestici e componenti elettrici. Essa comprende due regioni, la penisola di Malesia e gli Stati di Sabah e Sarawak che tuttavia detengono una propria politica di immigrazione e controllo. Dal punto di vista demografico, ha una popolazione di 33 milioni di abitanti su una superficie di 330,000 km2 . Si tratta di una federazione di monarchie costituzionali il cui capo viene eletto tra i sovrani ereditari di nove dei tredici stati che compongono la Federazione, il suo mandato dura 5 anni e ha potere sia esecutivo che legislativo. A novembre 2022 si sono tenute le elezioni nazionali, dopo una fase di instabilità politica che ha visto alternarsi al potere tre ministri l’ultimo dei quali Ismail Sabru Yaakob che si è trovato costretto a convocare le elezioni anticipate. Il nuovo primo ministro Anwar Ibrhim ha promesso di aiutare la fetta della popolazione più povera promettendo più sussidi governativi. A questo si aggiunge che sarà interessante capire come la Malesia si muoverà nel contesto internazionale (soprattutto le relazioni con Usa e Cina) come Paese emergente in una regione, quella del  sud-est asiatico, con una fortissima crescita economica. Trattando di innovazione e start up, è interessante capire come il governo malese si stia muovendo in questo contesto. La capitale Kuala Lumpur mira a diventare una potenza tech del sud est asiatico entro il 2030 tra intelligenza artificiale, microchip e città del futuro. La Malesia ha fatto netti passi avanti sull’intelligenza artificiale; da febbraio 2020 l’Ai è entrata nei tribunali degli Stati di Sabah e Sarawak come strumento pilota in modo da aiutare i giudici nelle decisioni di sentenza, soprattutto nei casi penali. Tuttavia va sottolineato che l’implementazione del sistema AI nel sistema di giustizia comporterebbe dei problemi e rischi, come sottolineato anche dall’Ordine degli avvocati malesi, poiché i fattori umani nel processo decisionale di una sentenza sono considerati essenziali per la risoluzione del caso; nonostante ciò le autorità della Malesia affermano che il sistema basato sull’intelligenza artificiale può rendere le sentenze più coerenti, veloci ed economiche.

Petaling Street Market a Kuala Lumpur. Foto dell’autore per gentile concessione.

La Malesia si sta ritagliando uno spazio sempre più importante come potenza tech, uno dei progetti più interessanti è quello di BiodiverCity attraverso il quale  entro il 2030 il governo di Penang (stato della Malesia settentrionale) ha intenzione di riqualificare le isole meridionali andando a creare una città del futuro. BiodiverCity nascerà attorno a tre isole artificiali a forma di fiore che fanno ricordare le ninfee di cui ciascuna formata da una rete di isolette minori. Ci si potrà muovere a piedi o in bici, oppure attraverso mezzi pubblici a guida autonoma. Ogni isola farà la sua parte, stando al progetto l’isola principale denominata “The Channels” ospiterà centri di ricerca e parco tecnologico dedicato alla robotica, la seconda isola, invece, “ The Mangroves”, sarà un business center, mentre la terza isola “The Lagoon” sarà un’oasi di diversità. Un altro dei progetti implementati dal governo malese è poi il MaGIC (Malaysian Global Innovation & Creativity Centre), programma creato nel 2014 che ha lo scopo di supportare la creatività e l’innovazione in Malesia. Dall’anno della sua creazione  il MaGIC ha impattato su 2800 start-up e creato un valore economico di 2.1 milardi di Ringgit (circa 410 milioni di Euro). Il Minister of Science, Technology and Innovation (MOSTI) ha ideato il Malaysia Start up Ecosystem Roadmap (SUPER) 2021-2030, sviluppato per rendere la Malesia uno dei primi 20 ecosistemi di start-up globali entro il 2030, con la mission di creare più di 5000 start-up e di lanciare almeno 5 unicorni ovvero le start-up che superano il miliardo di valutazione entro il 2025. Questo programma, come è scritto nel sito del Ministero, ha anche l’obbiettivo di aumentare il PIL malese, contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro ed aumentare gli investimenti in settori cruciali e ad alto impatto tecnologico. La Penisola Malese sta creando pertanto tutti i presupposti per diventare una vera potenza tech del mercato globale, e nonostante l’instabilità politica è destinata nel futuro prossimo ad essere uno degli attori principali e più attivi dell’innovazione nel sud-est asiatico.

Sayangi Kuala Lumpur. Foto dell’autore per gentile concessione.

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