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LA REPUBBLICA DI ESCHER.

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Molti di quelli che hanno scelto di costruire una famiglia, e magari mettere al mondo dei figli, presto o tardi si sono trovati a guardare in faccia il proprio pargolo ed a dispensare consigli e raccomandazioni, direttive di comportamento da seguire nella scuola, nella società e nella vita.

Discorsi del tipo “figlio mio, ricordati sempre di seguire le regole di comportamento che ti vengono indicate nella scuola e nella società. Per farlo, ricordati quello che ti viene insegnato a casa, e comportati sempre in modo tale di essere da esempio per gli altri. Scegli sempre la cosa giusta, e se hai dubbi chiedi sempre consiglio ai tuoi insegnanti, e alle persone che guidano la tua educazione”.

Lo sforzo di ogni genitore è quello di crescere i propri figli preparandoli nel migliore dei modi per affrontare la vita, trasmettendo loro quei valori che costituiscono le fondamenta della nostra società civile, valori morali e civili.

Ma quali sono questi valori?

Con una risposta anche piuttosto semplice, potremmo indicare i principi e le regole codificate nella nostra costituzione e nelle nostre leggi, e, per le persone credenti, i valori ed i principi indicati dalla propria fede religiosa.

Uno sguardo periferico alla realtà che ci circonda, al mondo esterno, ai modelli che ci vengono proposti attraverso i mezzi di comunicazione e attraverso le notizie che ci vengono riportate, ci restituisce un contesto particolarmente poliedrico e bizzarro, dove tutto sembra essere il contrario di quello che appare.

Proprio come accade nella Repubblica di Escher.

Maurits Cornelis Escher

Maurits Cornelis Escher.

E’ stato un abile incisore e grafico olandese. Nato il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, nei Paesi Bassi, si dedicò fin dai primi anni di studio alla grafica e all’incisione del legno.

L’artista, che ha vissuto parte della propria vita in Italia e nella città di Roma, ha acquisito rilevanza artistica e fama imperitura a causa della propria capacità di sfidare con le proprie composizioni e rappresentazioni le leggi della matematica e della fisica.

Nei suoi disegni vengono rappresentati dei paradossi, e la geometria reale viene ricomposta in visioni illusorie, in cui divengono possibili percorsi e connessioni impossibili.

Relatività – 1953

Le immagini rappresentate si compenetrano e si mescolano, restituendo visioni diverse a seconda della luce data alla composizione.

Escher è stato in grado di tradurre in visione grafica le iperbole di Erasmo da Rotterdam, proseguendone la visione culturale.

Nei mondi rappresentati da Escher è possibile trovarsi a salire scendendo le scale, a scendere salendo le rampe, a guardare l’infinito all’interno di un corpo, e osservare oggetti multidimensionali; l’espressione artistica attraversa con Escher dimensioni sconosciute, rappresentazioni oniriche, illusioni geometriche.

Le immagini e le composizioni non ci rivelano se è Escher a trasformare la  realtà, oppure se il mondo reale getta via il velo di Maya descritto da Schopenhauer,  e rivela la sua essenza  mostrandosi nudo nelle opere di Escher.

Ne Il mondo come volontà e rappresentazione Schopenhauer anticipa un tema che ancora oggi risulta centrale relativamente alla conoscenza della realtà.

Per Schopenhauer la prima forma di conoscenza è intellettuale e scientifica, e si avvale della acquisizione dei dati sensibili per conoscere il mondo del fenomenico che si manifesta attraverso il tempo, lo spazio e la casualità.

Schopenhauer.

Ma questa per Schopenhauer non è la vera conoscenza, perché la realtà è nascosta agli occhi dell’uomo da un velo (il velo di Maya ripreso dalla cultura induista), che può essere rimosso soltanto attraverso un percorso di redenzione composto da tre vie, l’arte, la pietà e l’ascesi.

La via che percorre Escher per la rimozione del velo di Maya è quella dell’arte, e ci restituisce un mondo in cui gli opposti convivono, l’impossibile diventa ordinario e il paradosso governa il flusso degli eventi, in un’alternanza di luci e ombre in cui nella stessa immagine sono contestualmente visibili l’apparenza e l’essenza.

La realtà nella Repubblica di Escher

L’accesso alla Repubblica di Escher non è per tutti; soltanto i cuori impavidi e gli avventurieri ne ricercano l’ingresso, oltre naturalmente a quelli che ne costituiscono la genetica ossatura.

Capita sovente nella Repubblica di Escher che ci si trovi a doversi rivolgere ad istituzioni pubbliche, o ad aver bisogno di permessi, autorizzazioni, attestazioni o documenti di accreditamento.

Diversamente dagli altri ordinamenti, nella Repubblica di Escher se anche normativamente l’amministrazione pubblica è al servizio dell’utente/cittadino, in realtà di fatto il cittadino/utente è a totale servizio della pubblica amministrazione, prendendosene carico e cura in ogni suo aspetto.

Ogni richiesta può essere evasa esclusivamente mediante l’esecuzione di rigorosi rituali di accesso, che prevedono un cammino di purificazione finalizzato al conseguimento ed all’ottenimento dello SPID, ed un atto di devozione e di abbandono alla dichiarazione ISEE, strumenti attraverso i quali  vengono determinati inesorabilmente  i destini degli utenti.

Nella Repubblica di Escher l’individuo umano ha una triplice e non una duplice essenza: corpo, spirito e iscrizione attiva all’INPS.

Mano con sfera riflettente – 1935

Sovente nella Repubblica di Escher accade che alcuni individui, seppure esistenti in corpo e in spirito, siano tuttavia carenti sotto il profilo delle attestazioni INPS. In questi casi può facilmente accadere che questi individui siano considerati defunti, e quindi estinti, anche se esistenti in vita. Per alcuni di essi viene addirittura negata l’esistenza, e soltanto interventi burocratici soprannaturali sono in grado di riportarli in vita.

Nella Repubblica di Escher accade spesso che l’apparenza domini e prevalga sulla sostanza.

E’ così, per esempio, che nella partecipazione a concorsi per titoli conseguiti o per competenza nel settore, tra più persone titolate e competenti venga invece scelta la persona priva di titoli, di requisiti e di esperienza; in apparenza è proprio quest’ultima la persona giusta proprio perché appare esserlo senza averne i requisiti,  ed è quindi nominalmente acclamata dai dirigenti preposti.

Nella Repubblica di Escher la democrazia è realmente distributiva: è per questo che sovente, persone munite di più lauree e che hanno conseguito difficili titoli specialistici, vengono impiegate nei lavori più umili ai margini periferici della società. Soltanto così si potrà ricordare che gli ultimi saranno i primi ed i primi saranno considerati ultimi.

La democrazia distributiva della Repubblica di Escher prevede che l’antico circo di nani e ballerine sia soppresso perché palesemente discriminatorio, offensivo ed emarginante. In nome dell’apparenza, molto meglio distribuire su piattaforme di “alienante” socializzazione, finte vite alternative, esistenze a cinque stelle servite dal buco della serratura dal quale si può liberamente spiare nelle vite private in una casa comune, o in un’isola di improbabili naufraghi, sognando di essere cuochi famosi, irresistibili corteggiatori o ricchi fannulloni giramondo.

Poi per ridere, un po’ di sano cinismo per far ridere le persone di se stesse, sceneggiare le disgrazie e le miserie quotidiane della gente comune, portando in scena i fenomeni da baraccone.

Nella Repubblica di Escher dove tutto ciò che sale in realtà scende, e tutto ciò che è in alto in realtà si trova in basso, capita che personaggi pluricondannati e pregiudicati, persone che si sono rese protagoniste di comportamenti riprovevoli e disdicevoli, anziché essere coperti dal disdoro e dal disonore siano chiamati “onorevoli”. Accade sovente che personaggi di spicco del crimine e del malaffare siano insigniti con le più alte onorificenze e con i più ambiti riconoscimenti. E tutto sempre in nome di una democrazia inclusiva al grido di “nessuno tocchi Caino, anzi premiatelo!”

Giorno e Notte – 1938

Nella Repubblica di Escher, i leader individuati per le aziende dei settori strategici sono il frutto di rigorose selezioni e si avvicendano tra loro come nel gioco dei quattro cantoni: ogni tanto qualcuno viene bruciato dal gruppo e rimane col cerino in mano. Nessun problema, sarà subito rimpiazzato da un incompetente di lusso.

Nella Repubblica di Escher può accadere che talvolta i comuni cittadini, abbandonati dalle forze dell’ordine e lasciati in balia delle attività criminali, della delinquenza e del malaffare,  riescano ad organizzarsi ed a contrastare efficacemente con azioni concrete il progredire del male. In questo caso, con repentina tempestività, le istituzioni della Repubblica di Escher intervengono a reprimere immediatamente le inopinate iniziative, ripristinando l’humus criminale di quotidiana vessazione, anche avvalendosi di creative riforme giudiziarie. Il substrato criminale è infatti necessario a governare direzionalmente lo stato.

La formazione culturale nella Repubblica di Escher è affidata ai social media ed ai programmi di intrattenimento che addestrano le giovani menti ad esibire animalesche contorsioni mentali e fisiche finalizzate ad integrarsi in un prossimo futuro in un mondo ecosostenibile: l’effimero e l’insensato sono i valori di riferimento inculcati nelle giovani menti.

Vincolo d’unione – 1956

Anche il substrato linguistico della Repubblica di Escher è stato rivoluzionato dalla democrazia distributiva, come nel caso in cui un’accademia linguistica si è dibattuta con fervore sull’aggettivo “petaloso” inserendolo finalmente nel vocabolario, colmando una lacuna che nessun letterato italiano aveva neppure ipotizzato di dover colmare. Il buon Manzoni, a saperlo prima, avrebbe manifestato la propria insopprimibile sollecitudine ad annegare nell’Arno insieme ai “panni” che cercava di lavare. Attualmente due sostantivi guidano la rivoluzione linguistica della Repubblica di Escher, ovvero “resilienza” e “distopia”, concetti in assenza dei quali pare sia del tutto inutile vivere ed anche pensare.

Nella Repubblica di Escher i riconoscimenti e le sanzioni vengono distribuiti inversamente alla realtà che conosciamo: per azioni assolutamente meritevoli si consegue la massima reprimenda, mentre per azioni e comportamenti pienamente censurabili, il pubblico elogio e riconoscimento è il risultato minimo.

Nella Repubblica di Escher per evitare ogni interferenza dell’autorità e dell’amministrazione pubblica, è sufficiente non avere beni patrimoniali intestati e non disporre della titolarità di attività intestate; se poi si dispone di un domicilio fittizio, si esce da ogni forma di accertamento e di sanzione.

Capita sovente che i commercianti in regola con le licenze, con le forniture e con i contratti di lavoro dei dipendenti, siano sottoposti ad ogni forma di accertamento, mentre fuori dai loro negozi bivaccano venditori senza alcun titolo che commerciano liberamente ogni genere di mercanzia, con la consapevolezza che ogni forma di controllo e di sanzione nei loro confronti è vana e inefficace.

Nella repubblica di Escher il “merito” è stato soppiantato dallo “sponsor”, la raccomandazione è la regola di riferimento per le assunzioni e la distribuzione degli incarichi.

Ascending and descending.

Persino la scuola è diversa nella Repubblica di Escher: compito della scuola è quello di svellere i radicati principi tradizionali e le inclinazioni naturali dai giovani studenti, e soppiantare i valori ed i principi di tradizione familiare con alienanti distorsioni partorite a tavolino da menti psicotiche.

La sessualità nella Repubblica di Escher è associata allo stato umorale ed è decisamente fluida, così da poter variare anche più volte nel corso della stessa giornata; la riproduzione è una pratica primitiva ampiamente superata dalla programmazione genetica consapevole.

La funzione genitoriale è svolta da unità biologiche coscientemente dimorfiche, in grado di districarsi in ogni ambito dell’attività familiare e domestica con assoluta versatilità ed intercambiabilità. Sono stati aboliti i pronomi di genere e per indicare le persone si usa un puntatore laser color crema, che neutralizza le indicazioni di orientamento.

Nella Repubblica di Escher i cittadini sono dotati di un dispositivo che misura le loro emissioni per verificare che siano ecocompatibili e rispettose dell’ambiente, impedendo ogni possibilità di spostamento e di interazione a coloro che non rispettano i parametri.

Fanno eccezione alcuni individui riuniti in accampamenti di fortuna che tradizionalmente usano bruciare composti chimici e materiali tossici rendendo l’aria irrespirabile, e ricordando così agli altri cittadini quanto sia importante continuare ad attenersi ai parametri imposti per tutelare la salute di tutti.

Nella Repubblica di Escher attenersi alle norme ed alle regole è un comportamento manifestamente sospetto: le autorità di controllo preposte, in questi casi, si attivano immediatamente per accertare le cause dell’anomalia e sanzionare severamente l’autore di siffatta pericolosa iniziativa.

Nella Repubblica di Escher i criminali ed i malfattori devono necessariamente essere integrati nella società, e sono liberi di agire e di circolare qualunque sia il misfatto da loro commesso. Sono i comuni cittadini, nel caso manifestino evidenti segnali di percezione di insicurezza, a richiedere misure restrittive nei luoghi di lavoro, nelle abitazioni domestiche o in luoghi preposti, in cui rinchiudersi (magari sotto stretta sorveglianza) per non interferire con le libertà criminali istituzionalmente riconosciute e garantite dallo Stato.

Escher – Belvedere

Nella Repubblica di Escher il sentimento religioso, il culto manifestato dalla popolazione e le celebrazioni delle festività religiose, devono essere repressi, a semplice richiesta formulata da chiunque, per non interferire con il sentimento di empietà manifestato dallo Stato e dalle istituzioni, e per favorire un’auspicabile colonizzazione culturale.

In proposito, evidenziamo che la Repubblica di Escher disconosce ogni forma di tradizione e di cultura manifestata dalla propria cittadinanza, favorendo una visione consumistica della società in cui i cittadini sono prodotti deperibili, soggetti ad obsolescenza e dotati di tata di scadenza.

Per lo smaltimento dei cittadini obsoleti, difettosi, defunti o dismessi, la Repubblica di Escher ha approntato prassi burocratiche insondabili ed inestricabili.

Nella Repubblica di Escher non è vero che le persone morendo lasciano in questo mondo le loro spoglie mortali, perché lo Stato si premura di far portare ad ogni defunto una proporzionale quantità di incombenze burocratiche da disbrigare nell’altro mondo.

Fortunatamente, però, il Paese in cui la sorte ci ha consentito di vivere è distante anni luce dalla Repubblica di Escher, e mai si sognerebbe di ricalcarne anche una sola delle sue particolarità. Godiamoci, quindi, questa grande fortuna finché possiamo disporne, riflettendo su quanto amaro avrebbe potuto essere il nostro destino a capitare in un contesto come quello della Repubblica di Escher.

Tengo molto, infine, a ringraziare l’ispiratore ed il mentore di questa nostra riflessione, Maurits Cornelis Escher, che ci ha offerto un potente filtro per mettere a fuoco una realtà ed un mondo la cui visione appariva confusa, sfumata ed approssimativa. Grazie ad Escher tutto appare molto più nitido e chiaro, e sempre grazie a lui, proprio quando siamo convinti di salire, possiamo star certi di sprofondare, quando vediamo qualcuno come una guida carismatica, forse ci troviamo invece tra le pinne di un pesce, nell’inestricabile gioco delle apparenze distorte.

Il Leeuwarden Keramiekmuseum Princessehof, casa natale di Escher.

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