Forum AMBROSETTI Cernobbio, The European House -LA RIPRESA è ancora lenta, manca la fiducia di 25 milioni di famiglie, rigeneriamola». Achille Colombo Clerici, Presidente di Assoedilizia – Il Giorno del 4 sett 2016 Intervista
Simona Ballatore
«LA RIPRESA è ancora lenta, manca la fiducia di 25 milioni di famiglie italiane, solo rigenerandola troveremo la via di uscita». Così Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, tira le fila del Meeting Ambrosetti che sta richiamando a Cernobbio le più alte cariche dello Stato, rappresentanti delle istituzioni internazionali, manager ed esperti.
Qual è il “clima”?
«Stiamo vivendo un cambiamento epocale: a Cernobbio è emerso questo. Vent’anni fa dicevamo che, nell’era della conoscenza, la sfida fra le nazioni non sarebbe stata più sul piano delle armi ma del sapere. Adesso siamo nell’era della prevedibilità, solo chi prevede eventi futuri e prospettive ha qualche chance in più. E l’intelligenza alternativa, diverra’ una realta’ determinante,ma che potra’ sottrarre posti di lavoro al livello professionale. ».
La crisi è alle spalle?
«No, la stiamo ancora vivendo e la ripresa è lenta. In più in Italia il tasso di crescita è inferiore rispetto alla media europea».
Come invertire la
tendenza?
«La capacità di competere si fonda su tre pilastri: la fiducia, la coesione fra Paesi e la stabilità dei governi. Oggi si avverte un distacco fra il cittadino e chi governa, non si capisce chi prenda le decisioni a livello più alto, anche internazionale e questo genera antipolitica».
Vie di uscita?
«Ci sono tre campil di intervento: riforme strutturali, responsabilita’ fiscale e rilancio degli investimenti, che devono venire soprattutto da operatori privati. Il privato deve dare risposte di sistema, non iniziative separate. Bisogna rinvigorire l’investimento del privato con norme che mettano in movimento milioni di famiglie, non solo 50 mega investitori privilegiati».
Vale anche per il settore immobiliare?
«Sì. È il volano dell’economia. Manca la fiducia di 25 milioni di famiglie italiane, non c’è mercato. Bisogna rigenerare questa fiducia messa in ginocchio da un inasprimento della pressione fiscale che ancora non soddisfa l’Europa. E su cui pende ancora la spada di Damocle della riforma del catasto, che è stata per il momento messa da parte dal governo Renzi ma che è sempre incombente».
Qual è lo stato di salute del mercato milanese?
«C’è più dinamismo e reattività. Ma è la situazione generale a essere estremamente complessa. Sino a 10 anni fa ogni giornale riportava risorrentemente il valore degli immobili, addirittura via per via. Sono spariti. Prima era come l’indice di borsa, ora è uscito dalla testa delle famiglie. Non si pensa alla rivalutazione nel tempo e all’investimento. Bisogna incentivare risposte di sistema che siano di interesse per milioni di famiglie».