Nell’ambito delle varie campagne e delle istanze in corso di sensibilizzazione circa la salvaguardia e la valorizzazione del nostro prezioso ed unico patrimonio culturale e nello specifico museale nazionale riportiamo a titolo emblematico la recente segnalazione fatta dalle tre sigle sindacali nazionali FPCGIL, CISLFP e UILPA al Ministro del MIMIT On. Adolfo Urso sul possibile rischio di perdita di una parte del patrimonio del Polo culturale dello stesso Ministero e con particolare riferimento al Museo Storico della Comunicazione sito in Roma.
In primo piano si tiene a sottolineare come, anche per il Museo del MIMIT, vale il paradigma del Made in Italy sulla relazione tra la genialità italiana ( Meucci, Marconi, Olivetti ed il design italiano applicato) e la sua portata mondiale, qui nel campo delle comunicazioni.
Roma, 6 novembre 2022
All’On. Sig. Ministro
Sen. Adolfo URSO
segreteria.ministro@mise.gov.it
e p.c.
Al Capo di Gabinetto
Federico EICHBERG
segreteria.capogabinetto@mise.gov.it
Al Segretario Generale
Benedetto MINEO
segretariogenerale@mise.gov.it
Al Direttore Generale DGROSIB
Gianfrancesco ROMEO
dgrosib.segreteria@mise.gov.i
Dinanzi alla possibile riorganizzazione delle attività del nostro Ministero e – parallelamente – alla situazione di parziale degrado cui versano gli stabili di via America e di viale Boston, ci corre l’obbligo di segnalare il possibile rischio di perdita di una parte del patrimonio del Polo culturale del nostro Ministero. Ci si riferisce in modo specifico al patrimonio librario e documentale di viale Boston e della Biblioteca di Viale America, che non di rado ospita, per l’impatto visivo che offre, set cinematografici e a quel patrimonio di particolare pregio rappresentato dal Museo storico della comunicazione. Chi scrive manifesta tale preoccupazione perché in anni non si è mai ritenuto necessario valorizzare in modo adeguato tanto il patrimonio librario e documentale quanto quello museale: ricordiamo solo che, a detta della stessa pagina del portale cultura del nostro Ministero (anche se ancora sotto dicitura MiSE) il Museo della Comunicazione è ritenuto unico in Italia per i reperti in esso custoditi, dalla sala operativa di Guglielmo Marconi sita nella nave Elettra ad uno dei pochi esemplari di macchina codificatrice Enigma, ad uso delle forze armate tedesche durante l’ultima guerra, alla ricostruzione di un intero edificio postale del Ducato di Parma del XIX secolo, solo per citare alcuni esempi e un patrimonio filatelico di immenso valore.
E’ il caso di sottolineare come, anche per il Museo del MIMIT, vale il paradigma del Made in Italy sulla relazione tra la genialità italiana (Meucci, Marconi, Olivetti ed il design italiano applicato) e la sua portata mondiale, qui nel campo della storia delle comunicazioni.
Un museo che per anni è stato comunque di interesse per studiosi e studenti che, nonostante la scarsissima visibilità della quale ha goduto, hanno continuato ad affluirvi. Tanto che nel 2019, con decreto datato 17 luglio, la Commissione regionale per il patrimonio culturale del Lazio del Ministero per i beni e le attività culturali ha dichiarato il patrimonio del Museo storico della comunicazione di «interesse culturale» e quindi «[…] meritevole di attenzione e di tutela in quanto costituisce testimonianza della storia degli uffici postali e della comunicazione in Italia […]». (v. Decreto n. 122 del 17.07.2019 della Commissione regionale per il patrimonio culturale del Lazio), sottoposto alle disposizioni del D.Lgs 42/2004.
La preoccupazione dell’oblio cui potrebbe essere destinata questa parte del nostro patrimonio –del quale l’Agenzia del Demanio venuta ad ispezione in tempi recenti non conosceva l’esistenza – viene rafforzata dal fatto che nel sito dell’attuale Ministero delle Imprese e del Made in Italy viene indicata come sede del Ministero il solo Palazzo Piacentini, trascurando che quello che fino a ieri è stato definito Polo EUR, oltre ad essere stato sede dell’ex Dicastero delle Poste e Telecomunicazioni, possiede in sé manifestazione ancora più marcatamente storica dell’eccellenza italiana.
Intanto manifestiamo forte preoccupazione per il destino del patrimonio librario di viale Boston e della nuova collocazione del personale, date le ultime notizie sull’uscita anticipata dalla sede di viale Boston per inagibilità dell’intero complesso edilizio e la successiva restituzione dello stesso all’Agenzia del Demanio.
Altrettanto preoccupanti le prospettive per lo stabile di viale America: oltre a non avere informazioni riguardanti il futuro del personale, non si ha alcuna evidenza del necessario piano di conservazione e valorizzazione del prezioso Museo delle Comunicazioni. Ovviamente a queste considerazioni si aggiunge la nostra preoccupazione per il personale che lavora presso tali strutture per la mancata valorizzazione della funzione che svolgono, essendo gli unici ad essere in possesso della piena consapevolezza del patrimonio in oggetto del quale si occupano da sempre autonomamente e le cui opinioni, sicuramente preziose, non sono state mai richieste. Certi di essere ascoltati per la delicatezza delle questioni esposte, chiediamo ad un tempo tanto la restituzione della dignità professionale al personale di queste strutture, rendendogli noto il destino della propria ubicazione e il prosieguo del percorso lavorativo del quale ha assoluto diritto, quanto la salvaguardia del Patrimonio del quale vi abbiamo esposto in sommi capi l’importanza, tanto per il suo intrinseco valore nazionale, compresa la piena restituzione alla fruibilità da parte dei nostri concittadini, quanto per la vocazione che il nostro Dicastero vanta e vuole rimarcare.
In attesa di un incontro che auspichiamo possa essere risolutivo rispetto a quanto espostovi, certi della vostra condivisione dello spirito contenuto nella presente, si porgono distinti saluti.