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I 100 anni di Margot Friedlaender, sopravvissuta alla Shoah, e le sue quattro vite.

Margot Friedlaender ancora oggi continua a visitare le scuole e a ripetere ai giovani: " Cercate di realizzare la vostra vita" .." Sento di aver fatto qualcosa, non solo per mia madre, non solo per sei milioni di ebrei, ma per i molti milioni di persone che sono state uccise perché non volevano fare quello che gli veniva detto di fare”.

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Il 5 novembre Margot Friedlaender, sopravvissuta alla Shoah, ha compiuto 100 anni. La sua vita ha come scopo la testimonianza. Per tanti anni ha girato le scuole per non far dimenticare alle nuove generazioni gli orrori della storia. Ha detto, nel corso delle sue tante conferenze :“ Sento di aver fatto qualcosa, non solo per mia madre, non solo per sei milioni di ebrei, ma per i molti milioni di persone che sono state uccise perché non volevano fare quello che gli veniva detto di fare”. Il suo impegno è diviso tra il dovere imposto dal suo passato, “è una missione che io parli per coloro che non ce l’hanno fatta” , e la costruzione del domani che vorrebbe senza discriminazioni. La Friedlaender, in un’ intervista al Deutsche Welle, ha detto che la sua esistenza comprende quattro differenti vite. La prima è quella della giovinezza insieme alla famiglia a Berlino. La seconda inizia con l’orrore del nazismo, il periodo in cui viveva nascosta nei sotterranei e prosegue poi con il campo di concentramento di Theresinstadt fino alla fine della guerra, alla liberazione. E’ il momento della tragedia, quello in cui tenta con i suoi cari di fuggire più volte all’estero e lasciare una Germania che è in preda alla follia. Nel 1942 suo padre muore in un campo. Nel 1943 il fratello Ralph viene arrestato dalla Gestapo, sua madre lo accompagna e prima di andar via dona a sua figlia una collana d’ambra e un’ ultima frase: “ Cerca di realizzare la tua vita”. Suo mamma e suo fratello muoiono ad Auschwitz. Margot si nasconde e traveste ma alla fine nel 1944 è arrestata anche lei e portata in un luogo di concentramento. Qui tra tenebre e morte rivede Adolf Friedländer, un ragazzo che aveva conosciuto prima della guerra all’Associazione Culturale Ebraica di Berlino. Anche Adolf aveva perso la sua famiglia. Si innamorano, sopravvivono e nel 1946, dopo essersi sposati, si trasferiscono a New York dove prendono la cittadinanza americana rinunciando a quella tedesca . E’ la terza vita, quella in cui Margot lavora come sarta e agente di viaggio. Nel 2003, sei anni dopo la morte di Adolf, la Friedlaender oramai anziana, accetta l’invito di politici locali della Repubblica Federale Tedesca e si reca nella sua ex città per parlare di “ perseguitati ed emigrati”. Nel 2010 a 89 anni torna a Berlino dove comincia la sua quarta vita. Friedlander è diventata così una voce forte della Germania, una che tiene a ricordare come la Shoah non fu solo lo sterminio degli ebrei, ma anche degli omosessuali, dei rom e sinti, dei disabili e degli oppositori politici, di tutti coloro che la follia totalitaria e il fanatismo dei nazismi ritenevano diversi. Oggi a 100 anni ha ricevuto gli auguri da parte di tutte le istituzioni tedesche. L’hanno omaggiata il Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, il ministro degli esteri, la portavoce della Cancelliera, Steffen Seibert. A Berlino è stata inaugurata un mostra con i suoi ritratti. Il mondo, nel corso delle sue quattro vite, in parte è anche cambiato ma lei ancora talvolta indossa la collana d’ambra donata da sua madre tanti anni fa.

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