La lentezza del camminare è un modo di viaggiare (e di vivere) che conduce a una visione del mondo dove la meraviglia, la curiosità e l’incontro con l’altro diventano la base di un nuovo stato esistenziale, più aperto al confronto e alla tolleranza tra popoli diversi. Ce lo insegnano viaggiatori come Patrick Leigh Fermor (e nondimeno Bruce Chatwin, suo grande amico) che nel dicembre del 1933 a soli 18 anni abbandona Londra per attraversare l’Europa a piedi fino a Costantinopoli, come un clerico vagante del Medioevo: arriva alla meta dopo un intero anno di cammino. Un archetipo del viaggio lento che lo scrittore britannico rielaborerà solo più tardi, pubblicando nel 1977 un libro seminale per la letteratura di genere: Tempo di regali, ovvero il viaggio come metafora della vita che trova un senso nella dimensione dello scambio di esperienze. Giusto qualche anno dopo la nascita delle guide Lonely Planet, quest’anno al giro di boa dei cinquant’anni, e che di quella filosofia di vita ne sono il massimo interprete.
Se si vuole provare qualcosa di simile in Italia? Si deve percorrere la Via Francigena, l’antico cammino medievale dei pellegrinaggi e dei commerci che collegava Roma a Canterbury. Questa direttrice storica europea – che attraversa buona parte della Toscana – rappresenta il viaggio lento (laico o spirituale) per eccellenza, ed è un percorso che arricchisce l’esperienza personale grazie alla natura, alla cultura, alla tradizione (ma anche all’arte contemporanea) che incontrano un turismo consapevole e rispettoso, nella dimensione slow e outdoor.
Turismo slow e outdoor
Un trend in auge anche in questa estate 2023, leggendo i dati della BIT – Borsa Internazionale del Turismo secondo cui, “il turismo all’aria aperta si conferma tra le tipologie di vacanza più ambite dagli italiani”, con gli stranieri votati alla ricerca di “esperienze autentiche” nei piccoli borghi, oltre alle grandi città d’arte. Proprio la Toscana, secondo la recente analisi del Centro Studi Turistici di Firenze, ne è la capitale in Italia, perché ha saputo valorizzare e promuovere il ricco patrimonio a disposizione, grazie all’azione congiunta con i territori, attirando ogni anno migliaia di visitatori, in particolare stranieri (cresciuti del 91% rispetto all’anno 2021) che la incoronano terza regione italiana per quanto riguarda la motivazione “vacanza culturale in una città d’arte”. Con un marcato recupero nel 2022 rispetto al 2021 dopo lo stop pandemico (+78% di arrivi e +68% di presenze turistiche) soprattutto nei 50 comuni che aderiscono al PTO (Prodotto Turistico Omogeneo) di Toscana Terra Etrusca, un progetto che mette insieme territori uniti dalla storia di un’antica civiltà.
Primo itinerario: Toscana Terra Etrusca
D’altronde, le grandi capitali di questo popolo estintosi da oltre duemila anni, ma con molte tracce tuttora presenti in molti borghi italiani, sono tutte piccole città. Ben sei della dodecapoli etrusca, la rete di città-stato sparse in Italia Centrale, con epicentro tra Umbria e Lazio, sono concentrate in Toscana: Chiusi, Populonia, Volterra, Cortona, Arezzo e Fiesole. Così non poteva che nascere qui un circuito turistico dedicato, in chiave contemporanea e sostenibile. In parte, un lascito della pandemia, come ci spiega Francesco Tapinassi, Direttore dell’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica. “Il Covid, spingendo molto verso la vacanza outdoor, perché più sicura, lontana da luoghi affollati, ha dato l’impulso a concentrare l’attenzione su terre normalmente escluse dal turismo di massa e a comunicare una Toscana più autentica, più vicina alle sue radici profonde: etrusche, medievali, rinascimentali”. Una struttura stratificata, che solo la dimensione del viaggio lento è in grado di approfondire e far comprendere appieno. E gli Etruschi, popolo di agricoltori e commercianti che ha saputo coniugare il rispetto per l’ambiente con la cultura e le tradizioni, ne sono i migliori testimonial.
Un itinerario a partire dalla costa degli etruschi
Il nostro itinerario non può che partire dalla costa in provincia di Livorno, detta appunto Costa degli Etruschi. Una denominazione dovuta alle numerose tracce di questa civiltà rinvenute nel tratto litorale che va da Piombino a Rosignano, e che comprende anche il territorio interno di Castagneto Carducci (dove visse il grande poeta). Tappa, insieme a Bolgheri, della Via del vino, con molti legami con questo popolo del passato: nella cantina vitivinicola sotterranea di Guado al Melo, per esempio, si coltiva l’uva come al tempo degli Etruschi, utilizzando antichi vitigni di trenta varietà. La Costa degli Etruschi comprende la Val di Cornia che, posta di fronte all’Isola d’Elba, presenta una ricca offerta di musei e parchi, come quello archeologico di Populonia e Baratti che spicca per la sua particolarità: tra le città etrusche, Populonia è l’unica costruita direttamente sul mare. Qui è possibile visitare la monumentale necropoli di San Cerbone che si affaccia sul Golfo di Baratti, dove la sabbia della spiaggia brilla ancora di ematite proveniente dalle miniere elbane. Un fitto sistema di percorsi tra boschi di lecci e di sughere conducono, poi, all’affascinante necropoli ipogea delle Grotte, scavata dagli Etruschi nella roccia di un’antica cava. Infine, sulla sommità dell’Acropoli, a Populonia Alta, si possono ammirare i resti della città etrusca sotto il dominio di Roma.
Volterra, la Val di Cecina e la Val d’Elsa
Spostandoci a ovest della Val di Cornia e della Bassa Val di Cecina, troviamo l’Alta Val di Cecina, delimitata a nord dalla Val d’Era, a sud dalle Colline Metallifere e a est dalla Bassa Val d’Elsa, dove l’antica azienda Collevilca, oltre a produrre il 95% del cristallo italiano, è nota per la sua collaborazione con la Galleria Continua di San Gimignano, di casa a Colle Val d’Elsa col suo storico progetto di arte pubblica Arte all’Arte e UMoCA che ospita fino a novembre 2023 le opere di Mimmo Paladino: la cristalleria ha realizzato negli anni, per conto della galleria, diversi lavori per artisti internazionali come Chen Zhen, Pascale Marthine Tayou, Moataz Nasr, Kiki Smith. Ma torniamo nella Val di Cecina che occupa la parte meridionale della provincia di Pisa e possiede un ricco patrimonio di testimonianze etrusche, romane, medievali e rinascimentali, disseminate sul territorio e custodite in vari borghi meravigliosi come Montecatini Val di Cecina ma in prevalenza a Volterra, città d’arte e centro culturale dell’intera vallata, oltre che prima Città Toscana della Cultura 2022. Qui sono conservati ampi tratti della più grande cinta muraria d’Etruria con i suoi 7 km, dove si aprono due porte antiche – la Porta dell’Arco e il Portone – esempi dell’architettura etrusca. Al di fuori si stendono le necropoli i cui reperti, tra i quali oltre 600 urne cinerarie in alabastro, arricchiscono la collezione del Museo Etrusco Guarnacci, uno dei più antichi d’Europa e il secondo al mondo per importanza dopo Villa Giulia a Roma, da poco riaperto con un allestimento rinnovato, in un mix di ricostruzione filologica delle sale ottocentesche e nuove tecnologie.
Questa zona è famosa anche nel circuito contemporaneo perché attraversata dalle monumentali sculture dell’artista volterrano Mauro Staccioli, che ne ha ridisegnato il paesaggio: mappate e georeferenziate in un’app, sono un autentico inno allo Slow Tourism.
Secondo itinerario: il Cammino d’Etruria Centro
Volterra è anche il fulcro del Cammino d’Etruria Centro, un percorso a piedi di circa 240 km ideato dall’archeologo/social media manager Diego Vichi e dal progettista/guida escursionistica Gianfranco Bracci per “portare il residente, ma anche il turista, alla riscoperta delle nostre radici comuni, seguendo il filo logico degli Etruschi: musei archeologici e necropoli, ma anche testimonianze medievali e rinascimentali, il tutto all’interno di riserve naturali protette e siti di interesse regionale come le crete senesi”. Alcune tappe come Murlo, Montalcino (con il suo villaggio etrusco di Poggio Civitella, a 600 metri d’altezza) e Asciano, sono per molti tratti sovrapposte alle strade bianche non asfaltate dell’Eroica, la manifestazione ciclistica di stampo vintage di Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, che l’anno scorso ha compiuto i suoi primi 25 anni di vita in un territorio che al cicloturismo ci tiene. E che proprio da Montalcino fa passare uno dei percorsi di bici legati al suo vino più famoso, il Brunello: ci si può fermare, ad esempio, al Podere Martoccia per farne una degustazione guidata dal suo stesso giovane proprietario, Luca Brunelli, insieme al profumatissimo zafferano prodotto dall’azienda agricola Pura Crocus, che ci racconta di questo “oro rosso, usato un tempo come moneta di scambio a San Gimignano, che lo ha investito tutto nella costruzione delle sue famose torri”. La zona è quella famosissima della Val d’Orcia, dal 2004 Patrimonio Unesco, solcata dalla Via Francigena ed entrata nell’immaginario comune: quello di un paesaggio da cartolina che illustra gli ideali del Buon Governo, tra le allegorie del ciclo di affreschi trecenteschi di Ambrogio Lorenzetti, conservato nel Palazzo Pubblico di Siena. Con Pienza come luogo esemplare che, col suo centro storico costruito sui principi umanistici del Quattrocento, è il prototipo della Città Ideale voluta da Papa Pio II, caratterizzata da palazzi rinascimentali e prospettive.
Valdichiana Senese, candidata a Capitale Italiana della Cultura 2026
Terra di agriturismi, biologici come il Podere Spedalone, con una vista a 360° sulle sue colline, di set cinematografici naturali, come i campi di grano immortalati da Ridley Scott ne Il Gladiatore sulla strada per San Quirico d’Orcia, e di centri termali come Bagno Vignoni, un borgo che, al posto della piazza, ospita una scenografica piscina con acque già note agli Etruschi, la Val d’Orcia confina ad ovest con la Valdichiana senese: anche questo un territorio che oltre duemila anni fa era abitato dall’affascinante e misterioso popolo etrusco, che già aveva capito come questa fosse la terra dello star bene. Come la Val d’Orcia, è ancora una delle poche zone dove autenticità e cambiamento convivono in perfetta armonia: per questo ha deciso di rinnovare la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura, riprogrammando il progetto per l’anno 2026. A suo sostegno ci sarà anche il Cantiere Internazionale d’Arte, storico happening diffuso e trasversale alle arti in Val di Chiana, culla verde del Rinascimento italiano, e quest’anno per la prima volta anche a Pienza e al Museo Etrusco di Chiusi, dal 14 al 30 luglio 2023.
Terzo itinerario: in bici tra Fiesole e Carmignano
Capoluogo di uno dei comuni della fascia collinare attorno a Firenze, Fiesole è nota per la sua cinta muraria “ciclopica” più settentrionale del mondo etrusco, da poter ammirare da vicino se si partecipa a un tour guidato in bici elettrica organizzato da Fiesole Bike: salendo ancora più su si può vedere la cima del Montececeri, “luogo leonardiano”, perché teatro del presunto volo di Leonardo da Vinci. Nell’area archeologica, in pieno centro abitato, sono state trovate le tracce più antiche che datano il popolamento della collina a partire dal II millennio a. C.. La presenza etrusca è attestata dall’VIII secolo con i primi edifici: un piccolo tempio (il meglio conservato d’Italia), sul quale viene costruito un nuovo santuario con la progressiva romanizzazione nel I secolo a.C., che porta anche alla realizzazione delle terme e di un teatro, costruito secondo i modelli greci, con una pianta a semicerchio che sfrutta la naturale pendenza del terreno. Ed è proprio qui che dal 1962 si organizza ogni anno l’Estate Fiesolana, il più antico festival multidisciplinare all’aperto d’Italia che comprende concerti, eventi teatri e proiezioni cinematografiche e che quest’anno si rinnova nei mesi di giugno e luglio, fino al 3 agosto.
Il nostro tour per farvi venir voglia di Toscana Etrusca si conclude nell’area pratese, con Carmignano a rappresentare il cuore della regione. Sia per la sua posizione di centralità, che lo rende accessibile in meno di un’ora da Siena, Pisa, Lucca, Arezzo (mentre domina dall’alto Prato, Firenze e Pistoia), sia perché concentra in sé tutte le caratteristiche di questa regione dell’Italia Centrale. Innanzitutto l’archeologia etrusca, con la monumentale tomba a tumulo di Montefortini a Comeana, i cui arredi funerari sono in parte esposti nel rinnovato Museo Archeologico di Artimino, importante borgo medievale nato su un insediamento etrusco. Il complesso funebre sorge su una collinetta artificiale, alta oggi dodici metri, che ospita due tombe: la più antica, collocata al centro, è una tomba a tholos (camera a pianta circolare) del diametro di oltre sette metri; e poi l’adiacente tomba a camera rettangolare, con monumentale corridoio d’ingresso a cielo aperto. Poco distante si trova Artimino con la pieve romanica di San Leonardo, senza dimenticare le cinquecentesche e medicee Villa di Capezzana (questa nell’area di Carmignano, dal 1920 di proprietà dei Contini Bonacossi che da allora produce olio e vino apprezzato in tutto il mondo) e La Ferdinanda (Patrimonio Unesco e ora hotel di charme nell’area di Artimino, un tempo terreno di caccia dei Medici). Per proseguire poi con l’arte manierista del Pontormo, la cui famosa Visitazione è conservata nella chiesa di San Michele Arcangelo di Carmignano, e finire con l’arte contemporanea (Alberto Moretti e la Galleria Schema; Quinto Martini con il suo Parco Museo e la casa-studio a Seano).
Claudia Giraud