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Le persone sensibili sanno dire  no

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Le persone sensibili sanno dire  no

Rolf Sellin è consulente psicoterapeuta, formatosi in coaching sistemico. Ha fondato a Stoccarda l’HSP

( Highly Sensitive Persons) Institut, dove organizza seminari su tematiche importanti, volte a far conoscere elaborati sull’ipersensibilità del soggetto.

Ha pubblicato anche “Le persone sensibili hanno una marcia in più”, “I bambini sensibili hanno una marcia in più”, “Comprenderli, rassicurarli e prepararli alla vita”: un talento da non sottovalutare, ma da portare all’attenzione dei lettori e delle lettrici, in chiave prettamente divulgativa e conoscitiva.

Le persone sensibili sanno dire no rientra nel filone dei suoi elaborati di psicoterapia, con lo scopo di osservare i comportamenti degli individui, veri e propri passanti sulla via della vita, che non si conclude con l’età adulta.

Il libro pone l’attenzione sull’importanza dei limiti e dei confini ben precisi, da rispettare e delimitare, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti nel corso della comunicazione verbale e anche quella basata sul linguaggio del corpo, propedeutica al contatto diretto con i nostri interlocutori.

Le persone sensibili devono fare i conti con la realtà che li circonda, evitando situazioni che potrebbero limitare lo spazio d’azione: gli ipersensibili devono saper dire no, è un “no” terapeutico, fonte di  aiuto e di ristoro, uno sforzo necessario per definirsi, soprattutto in grado di definire i propri limiti e confini, sia nello spazio che nel perdurare delle azioni di tutti i giorni.

La persona ipersensibile, se parla con qualcuno, entra in contatto con lui, dimenticandosi di se stesso; il che porta o potrebbe portare smarrimento in una fase successiva: l’esercizio di liberazione dai fastidiosi flussi di parole negative richiede molto tempo e sacrificio.

Un elemento fondamentale è quello di capire se si è in sé a livello energetico o meno, che permette poi di stabilire e fissare bene in confini tra sé e l’altro, riuscendo a misurare il livello di energia.

In fin dei conti è una questione di territorio, tuttavia sentiamo ogni giorno l’esigenza e il bisogno di costruire un nostro giardino recintato , ove le idee, le sensazioni, le percezioni siano alla base della nostra linea di confine, una linea che ci difende dall’esterno, spesso aggressivo e non benevolo per la nostra anima.

Un libro che funge da tutorial per una buona riuscita nella vita, superando i limiti, le barriere, ma nello stesso tempo accettando la nostra dimensione, collocandola nel nostro presente , passato e futuro: saper dire  no è l’inizio di una lunga storia d’amore.

Saper dire  no implica “anche” delle conseguenze, dei dispiaceri per alcuni, ma diventa un punto di forza per noi e per gli altri: sedersi e immaginare di avere di fronte una persona che non ci fa stare bene, ma possiamo allentare la pressione con alcuni esercizi di vita quotidiana è una buona tecnica di ascolto di se stessi ( ad esempio camminare e pensare di poter fare a meno di quella persona che ci disturba,  poi interiorizzare tutto attraverso la consapevolezza di accogliere la diversità, pur rimanendo fermi nel nostro “no” iniziale, poiché  le persone sensibili sanno dire  no).

“Affidarsi ai limiti e ai confini –dice Sellin-è la base per raggiungere obiettivi importanti”, per cui è chiaro che ognuno reagisce secondo la propria sensibilità, difendendo i limiti e i confini, in un arcobaleno di cambiamenti, situazioni e momenti di vita quotidiana.

 

Matteo Spagnuolo

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