Home GREEN & BLUE INNOVATION DISCOVERY L’Ecoitinerario dell’Ambiente e della Legalità per valorizzare il territorio domitio.

L’Ecoitinerario dell’Ambiente e della Legalità per valorizzare il territorio domitio.

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Il Dottor Domenico Letizia.

Valorizzare il territorio attraverso il turismo e la promozione sostenibile delle eccellenze locali è una chiave di riscatto per il territorio campano e per il territorio agro-domitio. Un paradiso per gli uccelli e per gli amanti della natura, tra stagni, canneti e cespugli di salicornia. Fattorie Montane, con Agrorinasce, nell’ambito del progetto Cultura AgroSociale, domenica 15 ottobre, ha organizzato una passeggiata guidata all’Oasi delle Soglitelle, nel territorio di Villa Literno, area annessa alla Riserva naturale regionale “Foce del Volturno e Costa di Licola”. L’Ecoitinerario Agro-Domitio si snoda nell’area di riferimento dell’agenzia Agrorinasce e comprende l’area faunistica dell’ente Riserva naturale regionale “Foce del Volturno e Costa di Licola”. I due percorsi di visita, “Ambiente e cultura della legalità” e “AgroSociale e inclusione lavorativa”, sono stati immaginati dal Consorzio Fattorie Montane per valorizzare la conoscenza del territorio, la salvaguardia della biodiversità, l’educazione alimentare, il rilancio del turismo e della cultura della legalità e dell’inclusione, la formazione per i bambini. Generalmente, quando si parla di fenicotteri immaginiamo luoghi esotici, tramonti africani e silhouette eleganti di uccelli rosa che pescano gamberetti. Tutto penseremmo tranne che di trovarli a 15 minuti da Napoli. E invece sono lì, all’Oasi delle Soglitelle. Un piccolo pezzo di meraviglia fra i palazzi di Villa Literno e Castel Volturno.

Questa storia comincia malissimo: l’area paludosa che oggi è frequentata da decine di uccelli migratori, infatti, nacque in origine come zona di caccia per bracconieri. Solo nel 2005 è stata restituita alla collettività, dopo anni di lavoro della LIPU e delle forze dell’ordine. La strategia dei bracconieri era una vigliaccata magistrale: si allagavano le vasche, ci si piazzava nei bunker appositamente costruiti e si sparava all’impazzata ai poveri uccelli migratori che, dopo un lunghissimo viaggio dall’Africa, scendevano stanchi in acqua per bere e mangiare. Come ogni luna park che si rispetti, le strutture venivano aggiornate di anno in anno per migliorare il tasso di divertimento dei cacciatori, che spesso ricevevano anche illegalmente le armi da fuoco, collezionando un vero e proprio arsenale da guerra degno del Texas. E fu così che in breve tempo l’intera zona dei Regi Lagni ritornò in palude, fatta di vasche artificiali scavate dai bracconieri o create a seguito del prelievo illegale di sabbia per costruire abusivamente gli edifici cadenti di Ischitella e di tutti i villaggi costieri vicini. Tutto avveniva su terreni demaniali o su suoli privati acquistati dai veneti dell’Aurunca Litora ed abbandonati dopo il terremoto del 1980 e il declino delle località di Baia Domizia e Villaggio Coppola.

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