Pochi giorni dopo il suo rivale degli ultimi 15 anni Leo Messi ha toccato quota 600 gol segnati in carriera con una doppietta al Liverpool nell’andata della semifinale di Champions. Cristiano aveva realizzato la cifra record in una partita molto meno importante, quella di campionato con l’Inter di sabato scorso, con lo scudetto della Juve già vinto. Leo ha centellinato a dovere le ultime reti: la numero 598 ha deciso la Liga regalando il titolo al Barcellona e a lui il decimo campionato nazionale, la numero 599 ha indirizzato la partita con il Liverpool nella quale i catalani hanno spesso tremato e la numero 600 è stata la ciliegina sulla torta per la finale, ormai vicinissima.
Nella sua lunga militanza nel Barcellona Messi non ha mai smesso di essere decisivo, prima quando la macchina perfetta era guidata da Pep Guardiola, il suo mentore, poi quando sulla panchina catalana si è seduto Luis Enrique che ha modificato il tiqui-taka con maggiori verticalizzazioni e pure adesso con il pragmatico Valverde che mercoledì sera non si è vergognato di mettere un terzino (Semedo) al posto di un attaccante (Coutinho) rifugiandosi nel vecchio e caro 4-4-2, tanto per dimostrare una volta di più che ci sono tanti modi per vincere. Barcellona-Liverpool è l’esempio più inequivocabile: per un tempo si sono dati cazzotti al centro del ring senza un attimo di pausa, un’azione di qua e una di là, velocità e ritmo, tecnica e aggressività. Sprechi (del Liverpool) e praticità (del Barcellona). Tutto moltiplicato quando i Reds hanno spinto al massimo: uno, due, tre parate di Ter Stegen.