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L’euforia del Super Bowl.

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Le stelle mondiali dell'Hip Hop Rap all' Halftime Show del Super Bowl 2022.

Nella notte di San Valentino, mentre l’attenzione sportiva del mondo è concentrata sugli avvenimenti delle Olimpiadi invernali in Cina, l’America si ferma come ogni anno per assistere al grande spettacolo del Super Bowl, la finale del campionato nazionale di football americano.

L’atmosfera del SoFi Stadium di Los Angeles è da pelle d’oca a partire dal momento degli inni, “America the beautiful” e “Star Spangled Banner” culminati con il sorvolo sullo stadio della pattuglia acrobatica della US Air Force.Lo stadio è già al completo quando le squadre entrano in campo. Da una parte i Los Angeles Rams padroni di casa, di nuovo presenti all’atto finale dopo la sconfitta del 2019 contro Tom Brady e i Patriots. Ad opporsi a Los Angeles i sorprendenti Cincinnati Bengals, decisamente sfavoriti in questa partita, ma lo erano anche nei match contro i Titans e i Chiefs, eppure sono usciti vincitori in entrambe le partite. I Rams tornano al Super Bowl anche attraverso il cambio di quarterback, non più Jared Goff ma l’ex Detroit Lions Matthew Stafford. Dalla parte opposta a dirigere i drive offensivi di Cincinnati c’è Joe Burrow, al secondo anno in NFL, anche se di fatto il 2021 è la prima stagione giocata per intero poiché nel 2020 venne fermato dalla rottura del crociato. Le stelle della serata sono anche esterne al mondo del football americano; Billie Jean King viene incaricata di lanciare la moneta per la scelta del campo, mentre Dwayne “The Rock” Johnson introduce la partita. Non mancano le emozioni neanche durante il tradizionale halftime show, affidato quest’anno a Dr. Dre, Snoop Dogg, Kendrick Lamar, Eminem, Mary J. Blige, Anderson Paak e 50 Cent, tutta l’elite del panorama hip hop rap mondiale era presente sul palco dell’intervallo.

Quando finalmente ha inizio la partita è subito chiaro chi siano i padroni del gioco. Matthew Stafford fa firmare subito sul tabellone il primo touchdown lanciando Odell Beckham Jr, purtroppo lo stesso wide receiver dei Rams sarà vittima di un brutto infortunio e non potrà portare a termine il match. Los Angeles viaggia sulla spinta di un’ottima difesa e sui lanci di Stafford che portano anche al touchdown del giocatore più atteso di questa finale, Cooper Kupp, nominato a fine partita con il titolo di MVP. Quando i Rams calano in difesa e subiscono lo shock dell’infortunio di Beckham, Cincinnati ha una ottima reazione e con due mete di Tee Higgins (la prima su lancio del running back Joe Mixon e non del quarterback Burrow, e la seconda nei primi dieci secondi del terzo quarto) che riaprono la partita portando i Bengals in vantaggio. Entrambi i quarterback subiscono dei duri sack (un placcaggio ai danni del quarterback dietro la linea di scrimmage), e non concluderanno la partita nelle migliori condizioni. Los Angeles pone rimedio al momentaneo black out difensivo subito all’inizio del terzo quarto, e quando manca poco più di un minuto alla chiusura della partita Stafford lancia in end zone per Cooper Kupp. A quel punto i Bengals, con tre punti di svantaggio, avrebbero dovuto guadagnare yard a sufficienza per permettere al kicker McPherson di realizzare un field goal valevole per l’over time, ma un eccezionale sack di Aaron Donald, il miglior difensore della stagione riporta il possesso ai Rams che si aggiudicano così il Super Bowl LVI. Per Stafford è un titolo che vale come coronamento di una carriera, mai conquistato nelle precedenti stagioni ai Lions. Lo scambio di quarterback con Detroit della scorsa estate è stato il primo passo verso la vittoria di Los Angeles, e le prestazioni strepitose del miglior difensore della stagione Aaron Donald e del miglior wide receiver Cooper Kupp sono state l’altro elemento determinante nella vittoria dei Rams.

3 COMMENTS

  1. Bravo l’autore! Non seguo normalmente le cronache sportive e per me di solito i titoli sono più che sufficienti. Ho letto invece con interesse questo articolo molto vivace e fluido nonostante sia pieno di dettagli. Mi ha colpito la competenza dell’autore, il suo stile giovane e brioso e soprattutto… un italiano estremamente corretto, cosa purtroppo non troppo frequente

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