Per la prima volta dalle operazione del 2011 che portarono alla caduta di Muammar Gheddafi, i caccia-bombardieri e gli elicotteri Apache Usa, decollati dalle portaerei e dalla portaelicotteri Wasp che incrociano nel Mediterraneo, sono tornati a bombardare la Libia. L’obiettivo: postazioni dell’Is. La conferma dell’intervento degli Stati Uniti – autorizzato dal presidente Barack Obama, in seguito a consultazioni con il segretario alla Difesa, Ashton Carter, e con il capo dello Stato maggiore congiunto, Joseph Dunford – arriva dal portavoce del Pentagono, Peter Cook, il quale sottolinea che i bombardamenti puntano a negare all’Is “paradisi sicuri” in Libia dove i combattenti jihadisti sono circa 1.000.