Home Rubrica LA STELE DI ROSETTA L’IMPERO ROMANO NON È MAI ESISTITO.

L’IMPERO ROMANO NON È MAI ESISTITO.

SECONDO UNA TIKTOKER AMERICANA, L’ENTITA’ POLITICA, CULTURALE E MILITARE PIU’ FAMOSA DELLA STORIA NON FU REALE, MA IL RISULTATO DI UNA GIGANTESCA COSPIRAZIONE MESSA IN ATTO DAL RE DI SPAGNA.

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La Tiktoker @momillennial.

Onestamente, non siamo sicuri di quale possa essere la reazione più appropriata di fronte a certe affermazioni. Perché se in un primo momento può disegnarsi sul volto una smorfia vagamente somigliante ad un sorriso, in seguito si torna seri e preoccupati, rendendoci conto del potenziale pericolo insito in divulgazioni apparentemente deliranti ma che, grazie alla diffusione tramite piattaforme social, possono attecchire nelle menti di follower impreparati. Non sappiamo se tutto questo sia solo un’astuta mossa “acchiappalike” per aumentare visualizzazioni ed iscritti, con conseguente ritorno pecuniario, o semplicemente le farneticazioni dell’ennesima yankee ignorante, ma di sicuro la faccenda va ad arricchire il già vasto panorama che comprende i terrapiattisti, i negazionisti dell’Olocausto e dello sbarco sulla Luna.

TABELLA DEI CONTENUTI:

L’IMPERO ROMANO: UNA CREATURA DELL’INQUISIZIONE SPAGNOLA

Entrata a far parte della comunità di TikTok nel 2020 con il nome social di @momillennial_ o “Donna D2” (resistete alla tentazione di cercarla, se potete), ha raggiunto la ragguardevole cifra di 94.000 follower e 1,8 milioni di “like”. La signora riferisce di possedere una laurea in antropologia ed ha pubblicato, in inglese ovviamente, numerosi video sulla storia, tra i quali l’antica Roma. In questi video la storiografia mondiale viene completamente ribaltata. In uno di essi ha affermato che l’antica Roma non è mai esistita ma è stata una creazione dell’Inquisizione spagnola, alla quale sarebbe venuta l’idea di inventare un’intera civiltà per legittimare l’autorità della Chiesa, il tutto con il beneplacito del Papa e dell’imperatore di Spagna Carlo V. E qui già cominciamo con gli strafalcioni yankee da correggere: Carlo V fu Re di Spagna dal 1516 e Imperatore di Germania (o “Sacro Romano Impero Germanico”) dal 1519.

Goya, “Scena da un’Inquisizione”.

Non sappiamo di preciso perché la nostra amica abbia scelto proprio l’Inquisizione spagnola come agente subdolo di tale macchinazione (un po’ come l’Opus Dei del “Codice da Vinci” di Dan Brown), ma un sospetto ci viene da una sua affermazione nella quale si sarebbe definita “una strega, nipote di quelle streghe che l’Inquisizione spagnola non è riuscita a bruciare”. Peccato, però, che l’Inquisizione spagnola non bruciasse streghe poiché fu istituita all’inizio dell’età moderna per perseguire i marranos e i moriscos, ossia gli ebrei e i musulmani convertitisi per convenienza al cristianesimo, ma che mantenevano in segreto le proprie tradizioni. Quando si deve mettere per forza in mezzo un villain, l’Inquisizione è il cattivo perfetto per tutte le occasioni. Tutto questo è solo un assaggio degli orrori storici che di seguito avremo il (dis)piacere di riferire. Ecco, dunque, la lista delle fantasiose motivazioni che la nostra amica propone per giustificare la sua “tesi”. I lettori si mettano comodi e si preparino al divertimento (avvertenza: nessun monumento è stato maltrattato per la realizzazione di questo articolo).

NESSUN DOCUMENTO DI PROVA

Il primo “schiacciante” indizio che @momillennial, in un video della durata di ben tre minuti, presenta ai suoi attenti follower è che non vi sarebbe nessun documento primario, nessuna iscrizione che provi l’esistenza dell’Impero e che in Oriente, nelle zone che sarebbero state dominate da Roma, i documenti ritrovati erano scritti in greco, e non in latino. Ora, chi glielo spiega che nella parte orientale dell’Impero il latino ebbe sempre scarsa diffusione perché la lingua più utilizzata durante i viaggi e i traffici commerciali era il greco, mentre il latino rimase ad uso dei funzionari roma

Se mancano iscrizioni romane come sui papiri egizi è perché i Romani scrivevano con uno stilo su tavolette di cera, che venivano raschiate per cancellarne il contenuto e poterle riutilizzare. Chiaro che un supporto di scrittura così deteriorabile e considerato come un block notes usa e getta non poteva giungere con iscrizioni inalterate fino ai giorni nostri. Tuttavia, esistono iscrizioni su tavolette di legno, come quelle ritrovate nel forte romano di Vindolanda, in Britannia, che evidentemente alla nostra Tiktoker devono essere sfuggite.

Tavolette lignee ritrovate nel sito del forte romano di Vindolanda, vicino al Vallo di Adriano. Inghilterra settentrionale.

Come devono esserle sfuggite le iscrizioni latine sulle tombe o sui memoriali ritrovate un po’ ovunque, sia in Oriente come ad Occidente. A Roma, le lapidi funerarie sono circa 40.000.

Iscrizione sulla facciata del Mausoleo di Lucilio Peto, sulla Via Salaria a Roma.

Magari possiamo ricordare alla laureata in antropologia i milioni di esemplari di monete recanti i nomi e i volti degli imperatori. Questi birbantelli di falsari inquisitori devono aver fatto un lavoro enorme, assumendo un Tolkien per inventarsi mille anni di storia romana e tirare fuori una storia che manco la Terra di Mezzo e la Contea…

Monete romane.

IL VALLO DI ADRIANO E’…UNA STRADA!

Rimanendo in Britannia, la nostra esperta ha affermato che il Vallo di Adriano, l’imponente fortificazione in pietra che segnava il confine tra la provincia romana della Britannia e la Caledonia (corrispondente in gran parte con l’odierna Scozia), per tenere a bada le tribù dei Pitti, fosse in realtà una strada…Il fatto che sul Vallo fosse presente un camminatoio (era un muro difensivo, dopotutto) deve aver tratto in inganno l’”esperta”, che però non spiega quale utilità avrebbero avuto i Romani a costruire una strada sopraelevata alta tre metri e che correva da una parte all’altra dell’isola

Una bellissima immagine del Vallo di Adriano.

MONUMENTI TROPPO PULITI PER ESSERE AUTENTICI

Secondo @momillennial, i monumenti romani che si trovano a Roma sono stati falsificati e costruiti appositamente per sostenere la grande cospirazione. Motivo? Sono troppo puliti, e questo dimostra che sono recenti. Sembrerebbe una prova schiacciante, se non ignorasse il fatto che esiste una pratica che si chiama “restauro”…Incredibile la fatica che ha fatto questa Inquisizione spagnola!

I MONUMENTI “FRAINTESI”: LA COLONNA DI TRAIANO, UN ANTICO FARO

La delirante teoria continua con l’affermazione che altri monumenti (finti) siano stati fraintesi, ossia che erano altre cose come, ad esempio, la Colonna di Traiano. Secondo l’esperta di TikTok, questa non era una colonna ma un faro che è stato poi utilizzato dalla Chiesa per fingere che si trattasse della colonna di un imperatore. Anche in questo caso non viene spiegato cosa ci facesse un faro nel centro di Roma.

La Colonna di Traiano a Roma. Si vede proprio che è un faro…

LE COLONNE GRECHE

Continuando il cammino in questa galleria degli orrori, vediamo che in altro momento dell’illuminante video, l’ineffabile americana ammette l’esistenza di monumenti antichi che però vennero assegnati ai Romani. Un esempio? Tutti i monumenti che contengono colonne greche, ossia le colonne corinzie. Secondo lei, era impossibile che i Romani utilizzassero delle colonne greche: avrebbero dovuto utilizzare colonne romane, essendo essi Romani (?). Un po’ come dire che siccome a Milano c’è il grattacielo Pirellone, questo deve essere stato costruito per forza dagli americani, perché gli Italiani avrebbero dovuto costruire edifici…italiani.

Tempio rotondo di Ercole Vincitore, con le sue “sospette” colonne corinzie. In secondo piano il Tempio di Portunus, con le sue “ancor più sospette” colonne joniche. Foro Boario, Roma.

I ROMANI NON ERANO ROMANI: ERANO GRECI

Le perle di erudizione continuano al punto che la teoria si fa più contorta, affermando che in realtà nell’antichità esistevano tantissimi popoli, ma non i Romani, perché in realtà essi erano niente altro che dei Greci fuggitivi, scappati dalla loro terra per raggiungere Roma (mi sa che l’antropologa ha letto l’Eneide, ma non l’ha capita molto bene…), dove avrebbero fondato dei piccoli regni che poi a distanza di secoli si è fatto credere che fossero dei grandi imperi.

L’IMPERO ROMANO COME QUELLO DELLA DISNEY

Lo so, è difficile assimilare certe rivelazioni. Quando un utente della piattaforma social le chiede da dove proviene il termine “Impero Romano”, @momillennial risponde che in realtà non si trattava di una grande entità politica, ma era una specie di impero commerciale, culturale (e qui ci chiediamo come si sia diffusa questa cultura), l’equivalente dell’uso del termine “impero” quando si parla della Disney. Ovviamente senza spiegare in che modo ciò sia stato reso possibile: tutto viene lasciato così. Il problema di questi video autoreferenziali è che ovviamente non vi è possibilità di ulteriore discussione.

IL COLOSSEO: UN BORGO FORTIFICATO

Riteniamo che il capolavoro assoluto, la nostra amica yankee lo abbia realizzato parlando del Colosseo. Impensabile, afferma, solo concepire il fatto che un piccolo popolo lo abbia potuto costruire. Innanzitutto, il Colosseo è finto perché non era un’arena ma un piccolo borgo fortificato e quelle mura che si vedono sono le mura, appunto, del borgo e per giustificarlo, vengono fatte vedere immagini come quella qui sotto, che sono in realtà delle ricostruzioni di come il borgo appariva nel Medioevo, quando in effetti il Colosseo fu riutilizzato per creare al suo interno un piccolo borgo e addirittura una filanda. Ma per la nostra Tiktoker l’Anfiteatro Flavio nasceva così: trovando queste immagini su internet, le ha considerate perfette per giustificare la sua teoria.

L’immagine mostrata da @momillennial per dimostrare la sua teoria. In realtà si tratta di un dipinto di C.W. Eckersberg del 1816 che raffigura un momento della Via Crucis all’interno del Colosseo e dinanzi alla Croce.

Quando qualcuno le ha fatto notare che il Colosseo è più antico dell’età medievale, la sedicente antropologa ha tirato fuori una teoria che più creativa di così non si può: ha iniziato affermando che sotto il Colosseo nessuno ha scavato, ma lei sa che al disotto di esso esiste una grande riserva d’acqua. Probabilmente avrà letto da qualche parte che l’anfiteatro fu costruito nel punto in cui prima c’era un lago. Noi sappiamo che quel lago faceva parte della Domus Aurea neroniana ma per @momillennial quella riserva d’acqua fu costruita da quei famosi greci fuggiti dalla loro terra per creare una specie di cittadella fortificata deviando il Tevere e raccogliere in quel bacino il prezioso liquido che gli avrebbe permesso di sopravvivere all’arrivo di una grande perturbazione causata dalla catastrofe climatica messa in atto in seguito all’eruzione del vulcano dell’isola di Santorini. Confesso di non averci mai pensato. Mi sa, però, che abbiamo un problema con le date: la spaventosa eruzione di Santorini, che pose fine alla civiltà minoica, è stata fatta risalire al 1.600 a.C., ossia circa 1.700 anni prima che il Colosseo venisse costruito. E mi sa che abbiamo un problema anche con la logica. Secondo questa geniale Tiktoker i greci sarebbero fuggiti in seguito all’eruzione di Santorini, approdando sulle coste laziali; da lì giunsero a Roma dove costruirono il Colosseo, deviando il Tevere per avere una riserva d’acqua sotto di esso, il tutto per proteggersi dalla fuliggine. Le navi dei Greci dovevano essere veloci più della fuliggine del vulcano quanto una navetta Jedi di prima classe per avere avuto il tempo di fare tutto questo. E poi che fanno, questi greci? Costruiscono il Colosseo senza il tetto, con solo lo spazio per il velarium, perché dovevano proteggersi dalla fuliggine…

I Greci che fuggono da Santorini e si dirigono verso Roma…

L’IMPERO ROMANO COME MITO DI PAZZI ESALTATI

Qualcuno ha chiesto all’esperta come mai, dopo secoli dalla soppressione dell’Inquisizione spagnola e dallo smembramento dell’Impero Germanico, tutti credono ancora nell’esistenza dell’Impero Romano (e a quanto pare parecchio: è notizia recente che molti ci pensano più volte al giorno). La sua risposta è decisa e perentoria: la gloria di Roma è un mito tenuto in piedi da fascisti e suprematisti bianchi. L’esperta antropologa sembra quindi ignorare che l’Impero Romano fu un impero multietnico e multiculturale (ebbe pure un imperatore arabo) e che le più ricche città si trovavano in Asia e in Nordafrica.

E PER FINIRE, UNA VERA PERLA…

Anche se non attinente all’argomento in questione, è impossibile resistere alla tentazione di riferire un’altra clamorosa tesi della Tiktoker: Alessandro Magno era in realtà una donna! E perché? Le città da lui/lei fondate si chiamano Alessandria e non Alessandro…

Alessandro Magno e Bucefalo. Mosaico della Battaglia di Isso. Grazie a @momillennial ora sappiamo che si trattava di una donna…Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

Abbiamo scritto volutamente e consapevolmente questo articolo per due motivi: il primo è per divertirci e divertirvi un po’. Il secondo, più serio, deriva da una riflessione sul fatto di come Internet sia una piazza senza cancelli, senza controlli sui contenuti, nella quale è facile imbattersi in esaltati e folli che, propalando idee stravaganti (uso un eufemismo) raccolgono intorno a loro centinaia di migliaia di follower. Forse la maggioranza li segue per divertimento. Tuttavia, qualcuno potrebbe crederci. E magari mettere su un movimento revisionista, come quelli che hanno abbattuto le statue di Colombo. Perché se, accanto a queste teorie apparentemente innocue, ve ne potrebbero essere altre che, diffuse ad arte, potrebbero avere effetti deleteri. E poi non stupiamoci se qualche texano che vede il Colosseo, lo paragona ad uno stadio di football…

Roma, il Colosseo.

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