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Lo slogan dei sostenitori di Mubarak

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mubarakIQ. 19/04/2013 – Il 17 aprile, un folto numero di “supporter” dell’ex presidente Hosni Mubarak si sono riuniti intorno alla prigione nel quartiere di Maadi (Il Cairo) dove è detenuto.

L’intento principale era quello di bloccare l’accesso ai convogli che avrebbero dovuto trasferirlo al carcere di Tora in Sinai. Questo centro di detenzione sembrerebbe meno attrezzato per far fronte alle precarie condizioni di salute di Mubarak. I suoi sostenitori si sono radunati in strada paralizzando l’accesso alla prigione e intonando canti in suo sostegno all’ex rais (Noi siamo i tuoi figli). L’iniziativa è nata su Facebook, dove la fanpage “I am sorry Mr President” ha organizzato un sit-in prolungato per evitare il trasferimento (fonte Egypt Indipendent).

La situazione di caos, insicurezza economica e instabilità politica in cui versa il paese ha portato una larga parte della popolazione a rimpiangere il regime precedente la rivoluzione del 25 gennaio 2011. Ciò è apparso evidente nelle elezioni presidenziali del giugno dello scorso anno, in cui il candidato del vecchio regime, Shafiq, ha ottenuto il 49% dei voti, mancando di un soffio la vittoria finale. La rabbia nei confronti dell’inazione del governo dei Fratelli Musulmani è forte e va aumentando. I FM vengono tacciati come inesperti a gestire l’attività di governo, l’economia e la sicurezza nazionale. Nel medio lungo periodo potrebbe portare a un ritorno verso posizioni ancora più conservatrici dentro la società egiziana, anche se ciò non si riverserà in una sconfitta dei FM alle parlamentari, in quanto hanno sostituito completamente la ben oliata macchina propagandistica del partito di Mubarak con la propria. Nelle presidenziali è dove la Fratellanza rischia maggiormente. È ancora molto presto prima che nuove elezioni presidenziali vengano indette, ci sono ancora troppi e lunghi passaggi (attuazione pratica della nuova costituzione, riforma del sistema giudiziario …). Ma la sfida dell’opposizione sarà quella di riuscire ad incanalare il malcontento popolare dentro un bacino di voti che possa portarla ai posti di governo. Nel frattempo, le file dei gruppi nostalgici si vanno ingrossando, e non solo su Facebook.

 

Vincenzo Mattei

(Fonte Altra Voce News – Partnership)

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