A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE TERRITORIALI DELLA UIL
ARRIVA LA STANGATA DELLA TARES (TASSA RIFIUTI E SERVIZI):
NEL 2013 PORTERA’ AUMENTI MEDI DEL 23,5% (66 EURO MEDI IN PIU’ A FAMIGLIA),
CON PUNTE DEL 47,7% A MONZA (+ 179 EURO A FAMIGLIA).
STANGATA DA 9,9 MILIARDI DI EURO,
2,3 MILIARDI DI EURO IN PIU’ (IL 30,3%) RISPETTO AL 2012
36 CITTA’ CAPOLUOGO HANNO GIA’ DELIBERATO LE TARIFFE PER IL 2013
DI QUESTE 35 CITTA’ AUMENTANO LA TASSA, SOLO UNA LA DIMINUISCE
NEL 2013 MEDIAMENTE SI PAGHERANNO PER LA TARES 281 EURO
A FRONTE DEI 214 EURO DELLO SCORSO ANNO
ASTI LA CITTA’ PIU’ CARA CON 385 EURO MEDI A FAMIGLIA, SEGUITA DA PISA CON 384 EURO, MONZA 375 EURO, AVELLINO E MILANO 348 EURO.
LOY: RIVEDERE IL FEDERALISMO FISCALE PERCHE’ VOLANO ANCHE LE ADDIZIONALI IRPEF: 1/3 DEI COMUNI HA AUMENTATO L’ALIQUOTA !
Mentre l’attenzione di tutti è concentrata sul “tormentone” dell’IMU, la “prova tecnica” della Service Tax, in forma di TARES, con il saldo di dicembre, porterà quest’anno un’amara sorpresa alle famiglie italiane.
Bisogna, infatti, ricordare che la nuova TARES, che è entrata in vigore per la prima volta quest’anno, in sostituzione di TARSU e TIA, prevede due componenti: la prima destinata ai rifiuti in senso stretto e la seconda per i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione, strade marciapiedi ecc), in sintesi l’embrione della futura Service TAX.
Ad oggi, tra tutte le Città capoluogo ben36 hanno già deliberato le tariffe della TARES. Di queste, risulta che, 35 (grandi, piccole e medie Città), hanno messo in campo aumenti rispetto allo scorso anno, mentre soltanto 1 Città (Varese) ha diminuito l’aliquota del 2,9%.
Sono questi i risultati di una prima proiezione fatta dal Servizio Politiche Territoriali della Uil che ha riguardato i capoluoghi di provincia.
Per le famiglie residenti nelle 36 Città in questione, che rappresentano un campione significativo, il costo della TARES, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, passerà dai 214 euro medi dello scorso anno (TARSU e TIA) ai 281 euro medi di quest’anno, con un aumento medio pari a 66 euro, il 23,5% in più rispetto allo scorso anno.
Il tutto è dovuto, continua Guglielmo Loy, al “combinato disposto” dell’obbligo di copertura integrale del costo per lo smaltimento dei rifiuti, a cui è imputabile l’aumento di 42 euro sui 66 euro complessivi. Gli altri 24 euro, invece, sono attribuibili alla componente servizi, la vera novità di quest’anno, che vale 30 centesimi al mq. di addizionale per i servizi indivisibili dei Comuni che, però soltanto per quest’anno, sarà incassata dallo Stato con la rata a saldo di dicembre.
IL GETTITO TARES
Quest’anno la TARES, secondo una nostra proiezione, porterà nelle casse pubbliche 9,9 miliardi di euro a fronte dei 7,6 miliardi di euro dello scorso anno, con un incremento di 2,3 miliardi di euro (il 30,3%), di cui 1,2 miliardi di euro per pagare i servizi indivisibili dei Comuni (addizionale di 30 centesimi al mq.).
TARES: GLI AUMENTI PERCENTUALI PIU’ ALTI
Analizzando i dati degli aumenti percentuali più alti, rispetto al 2012, commenta Loy, spiccano i dati di Monza e Pordenone con il 47,7% in più; seguono Pavia (46,5%); Avellino (46,4%); Savona (45,6%). Mentre tra i capoluoghi di Regione l’aumento più alto si registra a Genova e Palermo (+ 33,3%); a Campobasso +33%; a Milano +27,3%; a Bolzano +18,1%; a Trieste +17%; a Venezia +6,2%; a Bologna +2,9%; a Trento +2%.
TARES: GLI AUMENTI IN EURO PIU’ ALTI
Se si analizzano i dati degli aumenti più alti in euro, rispetto al 2012, continua Loy, spicca sempre il dato di Monza, con un aumento medio rispetto allo scorso anno di 179 euro medi; seguono Avellino e Pisa con 161 euro; Pavia con 158 euro; Savona con 157 euro.
Cosa succede nelle grandi città capoluogo di Regione del campione? L’aumento più alto si registra a Genova con 107 euro medi; seguono Palermo con 105 euro; Milano con 95 euro; Firenze con 78 euro; Campobasso con 74 euro; Trieste con 51 euro; Bolzano con 43 euro; Venezia con 22 euro; Bologna con 6 euro e Trento con 4 euro.
TARES: LE CITTA’ PIU’ CARE IN VALORI ASSOLUTI NEL 2013
In valori assoluti, spiega Loy, a guidare la classifica è Asti dove quest’anno si pagheranno 385 euro medi; segue Pisa con 384 euro; Monza con 375 euro; Avellino e Milano con 348 euro.
Tra i capoluoghi di Regione, oltre Milano, a Venezia si pagheranno 347 euro; aGenova 321 euro; a Palermo 316 euro; a Trieste 298 euro; a Firenze 260 euro; aBolzano 235 euro; a Bologna 224 euro; a Campobasso 222 euro e a Trento 216 euro.
CONCLUSIONI (AMARE)
Putroppo, non finisce qui – conclude Loy – dal momento che i Comuni, a corto di risorse e nell’incertezza più totale,stanno utilizzando la leva fiscale più semplice: aumentare l’Addizionale IRPEF, la tassa più odiosa per i contribuenti virtuosi.
Ad oggi, infatti, 1/3 dei Comuni che hanno deliberato l’aliquota (704 su 2.178), l’hanno rivista al rialzo.
L’effetto è una “stangatina” di 23 euro medi a contribuente, passando da un esborso di 152 euro del 2012 ai 175 euro di quest’anno.
In sostanza, tra aumenti della TARES e dell’IRPEF Comunale, il rischio è, soprattutto per i lavoratori dipendenti e pensionati, di non aver benefici dall’eventuale abolizione totale dell’IMU.
Peraltro, in questi mesi, abbiamo assistito a un dibattito circa l’abolizione di un’imposta come l’Imu, che nel 2012 ha pesato 225 euro medi, mentre per la Tares, per la quale pagheremo mediamente di più (281 euro), non vi è stata alcuna levata di scudi da parte di nessuna delle forze politiche in campo.
Per questo occorre rivedere alla radice il sistema della fiscalità locale, nell’ambito della riforma più complessiva del fisco, nel segno di maggiore equità.
La UIL è favorevole, dunque, a un’imposta unica comunale sugli immobili (service tax) con il superamento delle addizionali IRPEF, tassa che colpisce, implacabilmente, soprattutto i redditi fissi.