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Luigi Carletti e la lucida analisi della gestione della pandemia nel suo libro testimonianza “My personal COVID”.

Nelle ore concitate Carletti, con il suo lucido sguardo da giornalista esperto, tiene il punto su ciò che accade al proprio corpo che ha contratto il virus e che lotta per resistere.

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L’ intensa e sofferta esperienza personale del noto giornalista e scrittore Luigi Carletti riguardo COVID-19 da lui trasferita senza veli e con costruttiva denuncia nel suo recente libro testimonianza My personal COVID – Il mio viaggio (e ritorno) nell’inferno del virus, pubblicato a luglio 2021 con Typimedia editore, vuole offrire un interessante spunto di riflessione sulle dinamiche di gestione di questa pandemia e uno spaccato del mondo dei professionisti sanitari in essa impegnati in prima linea da oltre un anno e mezzo.

I giorni diventano settimane, la febbre non scende e il saturimetro dà segnali allarmanti. Nelle ore concitate Carletti, con il suo lucido sguardo da giornalista esperto, tiene il punto su ciò che accade al proprio corpo che ha contratto il virus e che lotta per resistere. La prassi della cosiddetta “vigile attesa”, le cure con paracetamolo e saturimetro che non funzionano e infine il ricovero al Policlinico Umberto I di Roma sono i momenti in cui il lettore fa la scoperta – insieme all’autore – che il protocollo domestico e le USCAR non vanno bene per tutti allo stesso modo e che a volte sono solo una manciata di ore a separare il paziente dalla terapia intensiva.

La emblematica vicenda di Carletti, allo stesso tempo malato e osservatore scrupoloso della malattia, è simile a quella di molti italiani che hanno sfiorato il peggio non solo per colpa di un virus insidioso ma anche a causa di una prassi medica che non può essere universalmente applicata ma che esige di essere aggiornata e adattata ai singoli casi.

My personal COVID è il resoconto privato dei giorni terribili in compagnia del nemico più temuto, ma anche dell’amicizia con i compagni di stanza e della forza emotiva, non solo professionale, di medici e infermieri, fino al tanto desiderato ritorno a casa.

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