Home L'Intervista Maria è un nome da donna di Vincenza Cavallaro

Maria è un nome da donna di Vincenza Cavallaro

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Vincenza Cavallaro, classe 1984, crotonese di origine, si laurea con lode in Giurisprudenza, dopo aver abbandonato Scienze della Comunicazione, a favore di una carriera più concreta:  sogna  di diventare “però” una scrittrice,  un desiderio che porta con sé, effetto del  suo primo romanzo, dal titolo “Maria è un nome da donna”.

Si parla di Sicilia, di donne, di storia, di un periodo a noi lontano,ove per lontano si intende il futuro prossimo; corre l’anno 2076 quando Maryam, donna egiziana, sbarca in Sicilia clandestinamente, ed inizialmente si ambienta in Occidente, successivamente nel 2079 scoppia una guerra ( l’Italia viene invasa dagli americani) che porterà dolori nella vita di Maryam, resa un vegetale dopo la morte dei suoi familiari. Nel frattempo un terrorista la ingaggia per atti criminosi, approfittando del suo stato di debolezza, ma grazie ad un diario, che conserva al suo interno la storia di una donna occidentale, Maryam riuscirà a seguire i colori più belli, anziché smarrirsi nell’egocentrismo di un mondo in guerriglia. La donna del diario si chiama Sofia, un nome-effetto per la vita di Maryam  ( Sofia che attraversa  le varie fasi di insicurezza, di dubbio, di smarrimento dell’adolescenza, ma riesce a mantenere la sua integrità rispetto ad un mondo robotico, quasi disumano. Il suo obiettivo è arrivare all’età matura, riuscendo ad acquisire sicurezza,una buona dose di  volontà per  uscire dagli schemi prestabiliti, con un pizzico di disincanto, di raziocinio e di  una consolidata base di “umanesimo”, in cui l’ uomo rimane il cuore dell’universo, piuttosto che una glaciale presenza nel mondo.

Quanto conta per te il rapporto con un editore, in modo particolare con la Casa Editrice Pellegrini Editore?

Conta l’80 % del lavoro, mi hanno aiutato a trasformare la mia idea in qualcosa di concreto; sono persone serie e precise, inoltre la Pellegrini Editore è una grande azienda. Ho conosciuto Marta- figlia di Walter che è il titolare- che ha creduto nella mia opera, mi ha sostenuto a fare sempre meglio. Grazie anche a lei, ho avuto la giusta carica motivazionale.

Da dove nasce l’ispirazione per questo titolo “ Maria è un nome da donna”,una raccolta di storie, di vite, di emozioni, e anche di dolori. Perché questo titolo?

Mi piace la frase, dietro il titolo c’è un “colpo di scena”, da lasciare in suspense chiunque mi legga, infatti solo chi legge il mio  libro potrà dirmi cosa ne pensa. Maria è un nome da donna,  un titolo ed una garanzia, in effetti le donne hanno ruolo centrale nella nostra vita, in quanto psicologicamente si è  propense   all’ ascolto,  si è  più empatiche ……ed è  la verità. Ho voluto fare un discorso universale, ovvero un religioso può trovarci un significato religioso, altri possono attribuire altre sfumature: mi piace scrivere per altri, è il mio sogno nel cassetto.

Quanto conta per un’autrice al suo esordio “ farsi conoscere “dai suoi lettori? A chi vuoi arrivare?

Vorrei che mi leggessero le persone che non la pensano come me , di conseguenza  posso prendere spunti dalla loro vita; mi piacerebbe stuzzicare, mettendo in discussione delle verità assolute, che possono essere degli assiomi per alcuni, invece altri leggerebbero  o comprenderebbero altre verità.

Il mio intento è un ritorno all’ umanesimo, a tal punto  non è l uomo che deve girare attorno al mondo, ma il mondo  deve girare attorno all’uomo. Oggi sembra che l ‘uomo sia un mezzo dell’economia, del business, anche nel futuro un ritorno all’umanesimo non sarebbe male,  “inoltre” non sarebbe nemmeno uno strumento ingenuo, ma servirebbe da sprone per  le multinazionali, per gli impresari , in modo da  ripristinare un po’ di umanità.

Qualche progetto in embrione, dopo questa prima opera? Cosa ti aspetti da questo tuo lavoro di scrittura?

Vorrei fare la trilogia di questa storia, proprio perché il romanzo lascia spazio al sequel, ho il desiderio di vedere dove si arriva. Ho raccontato un flusso di coscienza, di sentimenti, di immagini a colori. Oggi mi sento libera,  capace di lanciare dei messaggi, spesso  molto incisivi, nonostante sia in minoranza quando parlo di valori, di idee, di sensazioni, e soprattutto quando  aspiro al superamento della crisi valoriale. Spero che possa mettermi in discussione e parlare agli altri: mi commuovo quando qualcuno trae spunto da una mia frase, da un mio scritto……ecco mi sento realizzata.

Ci parli dei tuoi compagni di avventura, o meglio chi ti ha sostenuto in questo percorso?

Voglio ringraziare alcune persone, in particolare Alessio Agostini, Vito Anania, Francesca Auddino, Andrea Auddino, Silvia Bellusci, Alessandro D’Elia, Luigi De Luca, Filomena Guzzo, Rossella Guzzo, Francesca Salmena, che hanno realizzato i disegni contenuti nel libro, ed   hanno dimostrato sensibilità e spirito critico rispetto alla tematica, al fine di conquistare la mia fiducia. Le sequenze dei loro disegni  mi hanno rappresentato molto, in quanto una parte del libro ha dell’ irrazionale ( in questo libro parlo di un soggetto, quale l’uomo, che è fatto anche di istinto e di impulso) .

La tua scrittura  colloquiale, scorrevole e fruibile  è volutamente scelta per arrivare ad un determinato pubblico, oppure è il segreto del tuo successo?

Nella prima parte del diario utilizzo un linguaggio diretto, successivamente ho trovato degli escamotage per far avvicinare  il lettore alla forma del diario, perciò la ragazza occidentale , che è Sofia , nel diario si pone alcune domande, a cui abbina  un sapore ,un odore, una sensazione: si evocano delle fragranze, come Chanel n.5, latte bianco, brezza marina e via dicendo, coniugando alcuni tratti sensoriali.  Nella seconda parte , il libro è in terza persona , segue infatti la narrativa, nello specifico si trova  il racconto di Maryam , che è in terza persona.

Perché una copertina di forte impatto visivo?

La copertina è così particolare, è  lussuriosa per riuscire ad attirare l’ attenzione di un vasto pubblico, attento all’ estetica, poiché siamo quello che vediamo,  in più occasioni. In particolare ringrazio Marco Chiappetta( Cipiace Original) che ha realizzato la mia copertina, anzi ha capito al volo il messaggio del mio libro.

Ci sono i pixel  ,che richiamano il futuro tecnologico, ove la lussuria e  la bellezza regnano sovrane.

Inoltre si nota una maschera sul volto di donna ,che richiama il concetto di edonismo, ovviamente  non si vuole criticare,  bensì esplorare l’universo con un tocco di umanesimo.

Perché dovrebbero leggere il tuo libro, i lettori?

Sento che la scrittura sia una valvola di sfogo, in grado di innescare molti meccanismi di canalizzazione delle emozioni, perlopiù  mi piace superare il destino di una fredda giurista,perché il mondo del diritto è  quasi matematica, dove l’astratto lo collochi in una dimensione reale. Per staccare il pensiero dalla concretezza del diritto, mi dedico alla scrittura, consapevole che essa è un bisogno per me, mi rende libera e felice. Già penso al sequel, difatti una trilogia non sarebbe una cattiva idea.

Uscire dal mondo cinico, robotico è un atto rivoluzionario, senza cui non si va da nessuna parte: la rivoluzione dell’anima è un primo passo verso  tutto quello che è rimasto di umano.

A cura di Matteo Spagnuolo

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