“Massomafia” di Andrea Leccese: un saggio a colpi di verità
Andrea Leccese, classe 1976, pugliese. Saggista, esperto di mafie, insegna indagini patrimoniali antimafia nei corsi della Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Ha già pubblicato diversi libri tra cui: “Innocenti evasori” (Armando, 2012), “Maffia e Co.” (Armando, 2016). Ritorna alla ribalta con il suo ultimo libro dal titolo “Massomafia – Sui rapporti tra mafia e massoneria deviata”, pubblicato con Castelvecchi. Ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, tra le quali anche “Annozero” di Michele Santoro. Nel 2009, è tra i vincitori del Premio Nazionale Paolo Borsellino, nato nel 1992 con l’intento di sensibilizzare la società civile nella lotta alle mafie.
“Massomafia” è un saggio che, con parole semplici ma precise, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli collegati all’inquinamento delle logge massoniche da parte della criminalità mafiosa. Grazie alla massoneria deviata i clan riescono a penetrare nella politica, nella pubblica amministrazione e nel mondo dell’impresa, accrescendo in modo esponenziale il loro potere economico.
Andrea Leccese ci offe così un’immagine nitida di quei circoli nei quali si incontrano segretamente mafiosi, imprenditori, banchieri, dirigenti pubblici e politici.
In che misura la cultura organizzata, l’impegno civile, la comunicazione e l’informazione possono difendersi dall’assoggettamento alla cultura mafiosa?
Una bella domanda. Direi che giornalisti e cittadini perbene dovrebbero prima di tutto far fronte comune proprio contro la cultura mafiosa, che purtroppo non appartiene solo ai criminali. Come sostiene Nicola Tranfaglia, la lunga coabitazione con le mafie ha prodotto un risultato esiziale: il metodo mafioso si è radicato anche nel resto della società. Dobbiamo promuovere una lotta senza quartiere alla cultura dell’egoismo, della furbizia e del profitto smodato. Rispolveriamo i principi della nostra preziosa Costituzione, recuperiamo i valori cristiani. Questo è il modo migliore per combattere le mafie e i loro alleati.
Quanto è durata la fase di preparazione di questo saggio? Nel libro si parla di legami tra mafie e massoneria deviata. Sono curioso di sapere se c’è dietro anche un percorso individuale ed umano?
Studio il fenomeno mafioso ormai da molti anni… No, il libro muove principalmente dall’esame dei documenti della Commissione parlamentare antimafia.
Come si è instaurato il rapporto di collaborazione con Castelvecchi Editore?
In questi anni ho letto molti libri della collana RX di Castelvecchi e ho pensato fosse la più adatta per questo saggio. Ho fatto la proposta ed è stata accolta favorevolmente. Forse sul fenomeno di cui parlo il saggio più importante è stato pubblicato proprio da Castelvecchi: mi riferisco a “I santuari” di Emanuele Macaluso.
Il tuo è un profilo social, tipico di chi ama comunicare. Quanto tempo dedica al social network? Inoltre ritiene utili i social per far veicolare messaggi di promozione sociale, in particolare di “cultura della legalità”?
Beh, adesso c’è l’euforia per il nuovo libro. No, in realtà dedico normalmente poco tempo ai social. Di sera, se non ho proprio nulla da fare, pubblico qualcosa su facebook. Sì, sono utili, ma si tratta di un tipo di comunicazione che si concilia male con l’approfondimento che meritano i temi più importanti. Ferrarotti docet.
Hai nuovi progetti per il futuro. Vuoi fare un appello alla società civile e alle istituzioni?
Ti deluderò,ma per ora non ho altri progetti. Un appello?Non mi sento all’ altezza. Però ringrazio te per l’ attenzione e la piacevole chiacchierata.
a cura di Matteo Spagnuolo