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Matador dal Messico: Sainz vince e il costruttori diventa un obiettivo.

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Carlos Sainz

A gennaio dello scorso anno il Messico ha riaperto alla tradizione iberica della Corrida. Questo weekend, tra le alture della capitale un nuovo Matador ha spopolato in Città, domando i Tori energetici dall’Austria che adesso versano in uno stato di crisi senza precedenti negli ultimi anni. Carlos Sainz ha vinto in Messico dove la Ferrari non aveva mai gioito da quando il circuito Hermanos Rodriguez è rientrato in calendario nel 2015. Il successo del Re Matador non è solo una soddisfazione personale per lo spagnolo in rosso, che aveva promesso di regalare ai tifosi di Maranello un’ultima vittoria prima di lasciare il posto a Lewis Hamilton nel 2025. Tagliare il traguardo in testa, davanti a tutti nella Ciudad de Los Palacios per la Ferrari è stata una soddisfazione ed una gioia che ha alimentato le speranze per quella che, fino a pochi mesi fa, sembrava una missione impossibile: riaprire e conquistare il mondiale costruttori. Nella classifica riservata ai team adesso il Cavallino ha scavalcato quello che ad inizio campionato era accredito come il rivale inavvicinabile, la Red Bull di Max Verstappen (e sempre meno di Sergio Perez). L’exploit dei papaya McLaren fa sì che il team di Woking sia ancora in possesso del primato, con ventinove punti di vantaggio portati da Norris e (in parte minore, almeno per questo weekend) da Piastri. D’altronde le regine di questo mondiale sono le uniche ad aver raggiunto per due volte il successo con entrambi i piloti, considerando che il Re Matador Carlos Sainz aveva già festeggiato una doppietta nell’alba rossa australiana di Melbourne. Quattro gare al termine, San Paolo, Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, quattro appuntementi per sognare ai quali la Ferrari si approccia con sensazioni positive o come direbbero i Coldplay, carichi di “Good Feelings”.

Leclerc, Sainz, Ferrari Austin

Si può credere al mondiale costruttori: mancano 4 gare alla fine

“Andiamo e andiamo e domani sera saremo ancora nel Texas” afferma il co protagonista di On the Road, il bestseller di Jack Kerouac, Dean Moriarty. In un certo senso le buone sensazioni che pervadono il box Ferrari riportano certamente alla mente le praterie e i deserti del Texas ed in particolare di Austin dove, poco più di una settimana fa, la seconda doppietta stagionale ha confermato e giustificato le ambizioni relative alla classifica dei costruttori. Quella sbandata di Leclerc sul finale di gara in Messico ha forse precluso ogni possibilità riguardo al titolo piloti: 71 punti di ritardo da Verstappen sembrano oggettivamente troppi da recuperare anche considerando i recenti errori e penalità dell’olandese. Come detto, il discorso per quanto concerne la corsa alla classifica dei team è radicalmente diversa. Con un Sergio Perez travolto dalle difficoltà (in Messico, nel suo Messico ha chiuso ultimo, peggior risultato della stagione) e neanche più sicuro del posto per il prossimo anno, i Tori Energetici si ritrovano terzi e le prospettive non sono rosee. La FIA ha imposto di sigillare il meccanismo T-Tray (quello che permetterebbe alle Red Bull di regolare l’altezza dal suolo) entro il Gran Premio del Brasile che si correrà domenica e in ogni caso il team austriaco manca alla vittoria dal Gran Premio di Spagna, quattro mesi, e dalla doppietta addirittura da Aprile. Il Cielito non è stato per niente Lindo per Perez e la sua scuderia che si è dovuta accontentare del sesto posto di Verstappen colpito dalla doppia penalità per aver spinto Norris fuori pista. L’inglese, sempre più avversario diretto di Super Max per il titolo piloti, alla fine ha approfittato dello sbandamento di Leclerc ed ha chiuso secondo alle spalle di Sainz. 47 punti da riprendere in quattro gare, non basterebbe un poker di vittorie senza più di un passo falso da parte del campione del mondo uscente. In tutto ciò la Ferrari spera di poter approfittare dello scontro tra i due litiganti. Vasseur ha affermato che non c’è pista da qua alla fine del mondiale su cui la rossa non possa vincere, e se San Paolo e Las Vegas sembrano due gare alla portata di Leclerc e Sainz -soprattutto il Nevada- sicuramente dovrà giocare in difesa nel Golfo Persico. In due edizioni non è mai arrivata il podio in Qatar, mentre negli ormai 15 anni nei quali la Formula Uno ha corso negli Emirati non ha vinto nemmeno una volta. Risultati da ribaltare per raggiungere un titolo che adesso è un obiettivo per la Ferrari.

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