Rischia di peggiorare la carenza di medici di famiglia già oggi pesante, con circa 2.900 mila in meno rispetto al rapporto ottimale tra presenza di professionisti e numero di assistiti. “Ora stiamo arrivando al picco di uscite per la gobba pensionistica. Tra i 12 e i 15mila colleghi potrebbero lasciare la professione nei prossimi 3 anni, con una punta massima tra il 2024 e il 2025. Se consideriamo che i nuovi medici di medicina generale formati saranno circa 2mila ogni anno e che, tenendo conto degli abbandoni e di altri fattori possiamo dare per certi circa 1.500 effettivi, il gap è elevatissimo. E ci preoccupa. Un altro italiano su 3 potrebbe restare senza il medico di famiglia oltre a quelli che già non ce l’hanno”. Così all’Adnkronos Salute il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti.
Per quanto riguarda i nuovi medici di famiglia in entrata, continua Scotti, “i dati non li conosciamo con precisione, anche perché c’è stata una proroga per lo scorrimento delle graduatorie delle borse di studio e non abbiamo un quadro al dettaglio. Dobbiamo anche considerare che al primo anno c’è un tasso di abbandono del 20%. Attualmente con le borse di studio del Pnrr ne abbiamo poco più di 2mila, togliendo il 20% e un’altra parte che si perde in sede di bando, se si riesce ad arrivare, ogni anno, tra i 1.500 e i 1.200 è molto”.
Una situazione preoccupante perché “in realtà dovremmo formare di più per colmare anche le carenze precedenti. C’è una sproporzione enorme. Servono correttivi per rendere più attrattiva la professione. Su questo è necessaria una collaborazione a 360 gradi, a tutti i livelli”, conclude.